Il mercato B2b è il più grande ma la trasformazione digitale è solo all’inizio

Il 75% del fatturato delle aziende italiane riguarda gli scambi B2b. Dopo gli obblighi del 2019 e la pandemia del 2020 cresce la consapevolezza dell’importanza del digitale. Ma c’è ancora molto da fare. Un dato: solo il 19% dei 2.200 miliardi di transato interno passa da piattaforme di eCommerce

Pubblicato il 31 Mag 2021

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In Italia operano 5 milioni di imprese che generano 3.600 miliardi di euro di fatturato: 950 miliardi verso il consumatore finale, 2.200 miliardi di euro è invece il transato generato negli scambi tra le imprese italiane e 500 miliardi tra quelle italiane ed estere. il 75%, dunque, del totale del transato delle imprese italiane è generato nel mercato B2b (2.700 miliardi di euro).

In tale contesto, gli obblighi normativi prima e l’emergenza sanitaria poi, hanno fatto prendere sempre più consapevolezza alle aziende italiane dell’importanza del digitale a supporto dei processi aziendali. Poter operare attraverso procedure efficienti, snelle, evitando gli errori è un aspetto centrale per chi vuole rimanere competitivo nel mercato non sono italiano, ma anche internazionale.

Digital B2b, che cos’è

Nel mondo B2b, il 2019 ha tracciato una strada importante verso la digitalizzazione delle imprese. Lo testimoniano da un lato i molti provvedimenti normativi (fatturazione elettronica tra privati, formato europeo della fatturazione elettronica, trasmissione telematica dei corrispettivi, ecc.), dall’altro l’aumento dell’uso di strumenti digitali da parte delle aziende sia a supporto dei processi interni che di relazione.

Ma cosa ci riferiamo quando parliamo di Digital B2b? È la revisione, in chiave digitale, del modo in cui un’organizzazione “funziona” e si relaziona con i partner di business appartenenti alla propria supply chain di riferimento. Non è, quindi, sinonimo di “vendite online”, ma deve piuttosto intendersi come un modo più efficiente per organizzare l’azienda, prevedendo processi che si basano fortemente sul ricorso alle tecnologie digitali.

Le principali tecnologie digitali a supporto dei processi interni e di relazione sono 5: XML-based, Piattaforme B2b, EDI, Marketplace e Blockchain. Approfondiamo adesso 2 tecnologie tra quelle che compongono il Digital B2b: EDI e Marketplace.

Le tecnologie per il Digital B2b: l’EDI

Con specifico riferimento all’EDI, nel 2019 questa tecnologia viene adottato da 19.000 imprese, che scambiano 240 milioni di documenti, principalmente ordine, conferma d’ordine, avviso di spedizione e fattura. Se da un lato l’introduzione dell’obbligo tra privati ha frenato l’utilizzo di canali già in essere (come l’EDI) per la trasmissione del solo file fattura, dall’altro l’adempimento ha portato le aziende verso una maggiore maturità digitale che ha fatto sì che vi fosse un incremento nell’utilizzo di un formato strutturato anche per altri documenti del ciclo dell’ordine, tra cui le conferme d’ordine e gli avvisi di spedizione. Il 98% delle imprese connesse attraverso canali EDI appartiene a 5 settori: automobilistico, elettrodomestici ed elettronica di consumo, farmaceutico, largo consumo e materiale elettrico.

Digital B2b: i marketplace

Per quel che riguarda i Marketplace B2b, invece, nel 2019, ne sono stati censiti 39 per la vendita in Italia di prodotti nazionali ed esteri. Si registra un aumento del 70% rispetto al 2018, segno che l’esempio positivo di Amazon Business e delle altre realtà italiane che hanno implementato questo strumento anche per le relazioni tra privati, ha spinto le aziende o a estendere la propria soluzione (originariamente orientata al mercato B2c) o ad attivarla come nuovo canale all’interno del proprio portafoglio di offerta.

I Marketplace B2b sono generalmente di 3 tipologie:

  • transazionali – ovvero permettere anche lo scambio di documenti (tipicamente l’ordine) – direttamente sulla piattaforma;
  • abilitanti il contatto con il fornitore per attività di richieste di quotazione;
  • semplice vetrina di promozione dei prodotti. I

Per quel che riguarda i Marketplace puramente italiani, questi sono sviluppati principalmente per il settore dell’alimentare e il tessile-abbigliamento, con lo scopo di promuovere il Made in Italy nel contesto internazionale.

L’eCommerce B2b: i motivi del ritardo

Se volessimo dare una unità di riferimento generale per avere un’idea quantitativa del livello di utilizzo del digitale in azienda, potremmo considerare l’eCommerce B2b. Esso rappresenta il valore generato attraverso lo scambio dell’ordine tramite strumenti digitali tra i soggetti residenti sul territorio italiano.

Nel 2019 vale circa 410 miliardi di euro, con un’incidenza del 19% sui 2.200 miliardi di transato interno B2b. Se guardiamo all’incidenza, questo valore risulta ancora piuttosto basso.

Gli ostacoli principali riguardano sicuramente il change management e la carenza di competenze interne. Molte aziende fanno fatica ad affrontare il ”salto culturale” per approcciarsi ai nuovi sistemi digitali rispetto a quelli tradizionali. È opportuno formare i dipendenti con dei corsi ad hoc per far sì che questi posseggano le skill adatte.

L’assenza di una strategia chiara e del top management che crede fortemente in un progetto e che abbia una chiara visione del digitale sono ulteriori elementi che frenano l’adozione di soluzioni digitali a supporto dei processi di business. Non sempre, inoltre, le aziende hanno un’adeguata percezione dei benefici (non solo quantitativi) derivanti dalle soluzioni digitali.

Il percorso di trasformazione digitale

Sicuramente il cammino da affrontare non è banale e ci sono diversi aspetti chiave – interni ed esterni – che possono aiutarle nel loro percorso di trasformazione digitale.

Avere grande apertura al cambiamento è un aspetto essenziale qualora ci si voglia addentrare in progetti di digital transformation. Bisogna avere consapevolezza dell’importanza del digitale e avere una chiara percezione dei benefici che questo può portare in azienda.

Sarebbe opportuno predisporre programmi di formazione per i dipendenti e aver presenti esempi di good practice basate sul digitale, in modo da aumentare le competenze all’interno dell’organizzazione e, magari, creare un’unità organizzativa dedicata all’innovazione.

Anche specifici aspetti esterni aiutano questo percorso. Per esempio, la presenza di uno standard di comunicazione delle informazioni condiviso nella filiera di appartenenza (come abbiamo visto accadere per l’EDI) può aiutare molto nel supportare le aziende nei percorsi di digitalizzazione. La possibilità di sfruttare i programmi di formazione esterni, di reperire figure professionali con competenze digitali o di utilizzare i voucher per la digitalizzazione può facilitare l’implementazione dei diversi strumenti.

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Camillo Loro
Camillo Loro

Ricercatore Senior dell’Osservatorio Digital B2b e del Tavolo di Lavoro sul Digital Procurement. Presso il Politecnico ha, inoltre, conseguito il Dottorato di Ricerca in Management Engineering.

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