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Quick commerce, che cos’è il commercio veloce e le startup che l’hanno lanciato

I prodotti venduti tramite eCommerce devono trovarsi vicino ai consumatori: da qui nasce il quick commerce. Essenziali i dark store. Dettagli ed esempi

Pubblicato il 14 Dic 2021

Quick commerce

Ordinare un prodotto online e riceverlo a casa non in giornata ma in meno di un’ora o, addirittura, in una manciata di minuti. Il quick commerce (o q-commerce, per essere ancora più… veloci) promette tutto questo e, in alcuni casi già lo fa. Ma cosa è esattamente, a chi si rivolge e, soprattutto, cosa lo rende possibile?

Ad avere inaugurato il trend, a livello mondiale, è stata Delivery Hero, startup con base a Berlino, quotata al Dax  dallo scorso anno e presente in oltre 50 Paesi. Dopo avere attraversato un momento di difficoltà, Delivery Hero  ha ritrovato nuova linfa a partire da aprile 2020, grazie anche alla nuova formula di consegna. Formula che non si sostituisce al commercio tradizionale e neanche alla grande distribuzione, ma si propone come un suo complemento ideale: “Piuttosto che sostituire un negozio di alimentari settimanale, q-commerce è lì per completare quando c’è bisogno di un particolare set di articoli, in modo comodo e rapido”, spiega il sito.

Quick commerce: il significato

Il Quick commerce (o q-commerce) è la prossima generazione dell’eCommerce. Nel consegnare la merce a chi l’ha ordinata nel giro di pochissimo tempo (addirittura pochi minuti), il suo obiettivo è assicurare al consumatore un’esperienza più veloce e, in definitiva, migliore. Il q-commerce è partito dal grocery, ma si sta espandendo anche in altri settori merceologici: beauty, tecnologia, commercio di fiori ecc. ecc. Tra i protagonisti del quick commerce nella consegna di generi alimentari c’è la startup tedesca Gorillas. In Italia tenta di contrastarne l’ascesa Macai, startup con sede a Milano che ha ottenuto a novembre un finanziamento pre-seed da 3 milioni di dollari. Intanto la spagnola Colvin, che consegna bouquet di fiori, si è lanciata nel q-commerce in parternship con Glovo.

Nello schema sottostante, una panoramica di come si è evoluto l’eCommerce in questi anni, andando a confluire verso il q-commerce.

Quick commerce: come si sta affermando nel mondo

Molte corporate e diverse startup si stanno muovendo in questi mesi per affrontare il mercato del quick commerce. Ecco qualche pillola riguardante le une e le altre.

Corporate e q-commerce

Walmart ha introdotto Walmart + , che negli Stati Uniti propone consegne nello stesso giorno dell’ordinazione (same day delivery)
Lidl ha acquisito Real.de, uno dei più vasti marketplace in Germania
Delivery Hero ha acquisito InstaShop  per 360 milioni di dollari, allo scopo di espandere la consegna di generi alimentari in Medio Oriente

Carrefour ha guidato un round da 40 milioni di euro per Cajoo, pioniere del quick commerce in Francia

Startup e q-commerce

GoPuff, una startup statunitense di grocery delivery, ha raccolto 1 miliardo di dollari, con una valutazione di 15 miliardi, e ha acquisito altre società, Fancy e Dija, per espandersi in UK
Getir, società turca di rapid delivery, ha raccolto 555 milioni di dollari, con una valutazione di 7,5 miliardi
Gorillas ha raccolto un miliardo raggiungendo una valutazione di 3 miliardi (vedi sotto)
Flink, startup tedesca di consegna di generi alimentari, ha chiuso un round da 240 milioni di dollari dopo 6 mesi di vita

Dark store al centro: cosa sono i magazzini urbani smart

Delivery Hero, per assicurare il servizio, utilizza magazzini urbani denominati Dmarts (delivery-only local warehouses). Chiamati anche dark store o negozi cloud, sono proprio questi spazi – movimentatissimi ma non aperti al pubblico – a costituire la chiave di volta dell’impianto q-commerce. Sono il loro numero e la loro distribuzione capillare a rendere possibile il servizio. Devono essere “centrali” e posizionati in modo strategico. L’appetibilità del servizio si gioca invece sulla capacità di indovinare cosa mettere in stock. La scelta non potrà essere amplissima, quindi è fondamentale selezionare le referenze giuste, quello di cui il cliente può voler disporre in tempo reale. Non la grande spesa, insomma, ma il latte per la colazione, la bottiglia di vino per la cena ma anche un giocattolo o un mazzo di fiori per un regalo inaspettato, il pezzo di ricambio tecnologico, il dentifricio o la confezione di condom.

Delivery Hero dichiara di gestire al momento oltre 600 dmarts in 35 Paesi. Nel primo trimestre del 2021, complice anche la pandemia, ha registrato un balzo in avanti negli ordini di oltre il 400 per cento e prevede un’ulteriore crescita nel corso dell’anno. Anche perché i suoi clienti non sono solo privati. In molti casi le consegne sono destinate a piccoli negozi, bar, farmacie, fiorai e da lì raggiungono il destinatario finale. “Il lancio del commercio rapido è stata una naturale estensione di ciò che abbiamo fatto per molti anni. Il cibo è sempre stato il nostro punto di forza, ma poiché il comportamento dei consumatori sta cambiando e la domanda di consegna di altri prodotti è in espansione, siamo felici di far crescere i nostri servizi insieme ai nostri clienti “, ha dichiarato Östberg.

L’esperienza di Glovo

Che il q-commerce sia la nuova frontiera del retail è molto chiaro anche al cofondatore di Glovo. “Il trend per il futuro è evidente: i prodotti venduti tramite e-commerce devono trovarsi vicino ai consumatori, e questo si traduce in pratica nei dark store, i magazzini in città”, ha spiegato il cofondatore, Oscar Pierre, al sito specializzato Sifted.

La startup spagnola ai primi d’aprile 2021 ha chiuso con 450 milioni di euro un round di serie F guidato da Lugard Road Capital e Luxor Capital Group, al quale ha partecipato anche Delivery Hero. E conta di utilizzare queste risorse per rafforzare i suoi servizi nei mercati in cui è attualmente operativa, con una particolare attenzione al q-commerce, ossia all’ampliamento della rete dei dark store, che al momento sono una ventina. L’obiettivo dichiarato è arrivare ad averne 200 nel mondo a fine 2021. In Italia dovrebbero essere 15. A Milano ne sono stati aperti già due, a Torino uno. Ma siamo solo all’inizio: per potere funzionare in termini di scala, una grande città ha bisogno almeno di 10 magazzini di consegna. A questo scopo Glovo ha siglato una partnership con Stoneweg, società svizzera di real estate, che gestirà l’acquisto di immobili da riconvertire in dark store in Spagna, Portogallo, Romania e Italia.

Tra le società che hanno scelto di cavalcare il nuovo trend c’è anche la turca Getir , che in patria “copre” sette città, a febbraio è sbarcata a Londra e sta pianificando lanci anche a Berlino, Parigi e Amsterdam. Un altro nome da tenere d’occhio è Wolt. La startup finlandese, presente con il suo servizio di delivery davvero in mezzo mondo, sta progettando investimenti consistenti nel quick commerce e nell’avvio di dark store. FoodPanda, che fa base a Singapore e ha fatto da apripista al q-commerce in Asia, ha stretto accordi con Muji, Ikea, Tesco e altri brand globali, proprio per proporre alla sua clientela anche alcune referenze firmate in prontissima consegna.

In altre parole, il movimento c’è, è intenso e rivolto a un’utenza eterogenea e potenzialmente in crescita. Non riguarda solo gli algoritmi ma anche gli assetti urbani. I big dell’e-commerce – Amazon in primo luogo – e i proprietari dei grandi magazzini di stockaggio fuori città sono avvisati.

L’unicorno tedesco del quick commerce: Gorillas

Gorillas, startup nata in Germania nel 2020 per la consegna di generi alimentari in pochi minuti, dopo solo un anno ha chiuso un finanziamento di Serie C da quasi 1 miliardo di dollari, raccogliendo il più grande round di finanziamento di un’azienda non quotata nel settore europeo del delivery alimentare. Il round è stato guidato dal colosso europeo di consegne Delivery Hero. 

Guidata dal CEO Kağan Sümer, la società è cresciuta rapidamente fino a gestire oltre 180 magazzini in 9 mercati internazionali, consegnando oltre 4,5 milioni di ordini solo negli ultimi 6 mesi. Questa estate ha debuttato anche in Italia.

Macai, la startup italiana del q-commerce

Anche una startup innovativa italiana ha deciso di lanciarsi nel mondo del q-commerce. E ha trovato immediatamente finanziatori che hanno creduto in lei. Macaisocietà  di grocery delivery  basata a Milano, ha chiuso a novembre 2021 un round di finanziamento pre-seed da 3 milioni di dollari, il più grande di sempre nel panorama del nostro Paese e uno dei principali a livello di ecosistema europeo. I soldi serviranno a costruire un supermercato online con consegna in pochi minuti. Per contrastare la concorrenza di Gorillas, la società punta a raggiungere un’offerta di 7.500 prodotti e una consegna alla porta di casa in pochi minuti, grazie alla presenza capillare dei dark store. 

Colvin, l’eCommerce di fiori che diventa “quick”

La startup spagnola Colvin ha lanciato il primo servizio di Q-Commerce con Glovo a Milano nell’aprile del 2021 registrando una crescita del +171%. A ottobre  il servizio è stato attivato anche nella città di Torino e da questo dicembre è attivo anche nella capitale romana. Colvin è responsabile della preparazione dei bouquet e della spedizione ai diversi dark store, mentre il team Glovo è responsabile del ritiro e della consegna.

(Articolo aggiornato al 14/12/2021)

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Stefania Ragusa
Stefania Ragusa

Giornalista (Africa, migrazioni, intercultura). Docente di comunicazione e di filosofia della comunicazione. Scrittrice

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