“L’emergenza sanitaria scaturita dall’attuale pandemia ha messo a dura prova le grandi città, le cosiddette ‘global cities’ in cui si concentravano tutti i quartier generali delle grandi multinazionali e i centri finanziari, dove interi distretti dirigenziali e tutte le attività accessorie hanno subito gli effetti del lockdown”. Questo ha detto Carlo Ratti – ingegnere, architetto, docente al MIT di Boston e considerato tra i maggiori esperti mondiali nel campo dell’innovazione urbana – nell’intervista rilasciata a Mauro Tommasi della redazione di FPA in vista del FORUM PA 2021, a cui lo stesso Ratti parteciperà in qualità di ospite.
“Sono città – ha proseguito Ratti – che probabilmente soffriranno anche dopo la pandemia, dipende da quello che succederà nel mondo degli uffici, ma io penso che la forza magnetica che ci porta a stare insieme nella città tornerà alla fine di questo periodo. Anzi penso che ci sorprenderà nei prossimi mesi l’intensità e la voglia di città che vedremo nelle nostre strade”. Un esempio eclatante in tal senso è” quanto sta accadendo in Israele”, dove, grazie a un’efficientissima campagna vaccinale, si può toccare con mano questa “volontà sfrenata di socialità e luoghi aggregativi”, certificata dalla bassissima disponibilità residua dei ristoranti nei prossimi quattro mesi.
Naturalmente il ripopolamento dei centri urbani sarà strettamente correlato al cambio di paradigma che riguarderà i processi lavorativi: se il mondo ibrido che ci viene prospettato, in cui lavoreremo in parte da casa e in parte in ufficio, prenderà piede, per forza di cose assisteremo a un mutamento degli assetti, degli equilibri geografici e urbani che siamo abituati a conoscere. Un simile scenario, sottolinea Ratti, potrebbe risultare fecondo soprattutto “per quei centri di taglia media che sono ben collegati con le altre città del territorio, per cui io potrei andare a vivere in un posto che magari è a un’ora di alta velocità dalla grande metropoli in cui si trova la sede centrale dell’azienda per cui lavoro e dove magari posso andare per qualche giorno a settimana, o per un meeting quando serve”. In quest’ottica assumerebbe un ruolo preminente il concetto di smart mobility, come si evince dal ragionamento formulato dal noto esperto, che a proposito del contesto italiano ha citato il piano infrastrutturale presentato nel PNRR, finalizzato a un netto miglioramento delle reti ferroviarie e autostradali, in funzione di una sempre maggiore connettività.
In chiusura d’intervista Ratti ha voluto porre l’accento su quegli strumenti che ci stanno permettendo (e ci permetteranno) di convivere con questi nuovi modelli di lavoro all’insegna della flessibilità: “Le tecnologie oggi più interessanti sono quelle che ci consentono sia di collegarci in modalità digitale, che di trovare un nuovo equilibrio ibrido tra il fisico e il digitale. Queste avranno un impatto importante sulla città proprio perché sono quelle che ci permettono di lavorare in modalità ibrida, digitale e fisica. È un tema decisivo, perché se usiamo solo i canali digitali impoveriamo le nostre reti sociali, che sono fatte anche di incontri, di interazioni casuali, di quella serendipity (trovare quello che non stiamo cercando) che avviene molto bene nello spazio fisico”.
Di questo e di tanto altro si parlerà il 23 giugno, quando Ratti sarà ospite dell’edizione 2021 del FORUM PA – che come nel 2020 si svolgerà interamente in digitale (a causa della pandemia) dal 21 al 25 giugno – in occasione dello Scenario dal titolo “La rivoluzione della sostenibilità e lo sviluppo tecnologico che la rende possibile“.
QUI IL VIDEO COMPLETO DELL’INTERVENTO DI CARLO RATTI