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Perché Amazon vuole Esselunga: l’attrazione del gigante dell’eCommerce per gli spazi fisici

Secondo alcune indiscrezioni, Amazon vorrebbe acquistare Esselunga. La società italiana ha prontamente smentito. Ma già da tempo il colosso dell’eCommerce ha avviato una strategia di acquisizione di negozi fisici in Usa. Ecco perché ora è attratto dal mercato italiano

Pubblicato il 22 Apr 2021

Esselunga attira le attenzioni di Amazon

Il no di Esselunga sembra fermo e risoluto, per il momento, eppure Amazon ha voluto provarci: il colosso di Internet, nato come pioniere della vendita online di libri, diventato un gigante internazionale dell’eCommerce che ha sconfinato nei più vari campi, dal livestreaming alle farmacie, sarebbe interessato ad acquistare la catena di supermercati della famiglia Caprotti.

L’indiscrezione è stata riportata dal Sole24Ore. Secondo il quotidiano di Confindustria è “da qualche mese che nella comunità finanziaria milanese circolano indiscrezioni sull’interesse del colosso Amazon per il gruppo posseduto dalla famiglia Caprotti”. Per ora, sottolinea l’autore dell’articolo, si tratta soltanto di approcci, “anche sulla base di qualche studio effettuato da alcune banche d’affari per capire quanto il leader dei supermercati italiani sia sinergico per il business del gigante fondato da Jeff Bezos, che nel settore si è affacciato da qualche anno”.

Immediata la reazione di Esselunga. I proprietari hanno smentito “nel modo più fermo ogni voce o ipotesi di trattativa di vendita, mai presa in considerazione con nessuno e per nessuna ragione”.

La porta non sembra solo chiusa, è proprio serrata. Eppure, se Amazon ha messo gli occhi su un protagonista della GDO in Italia, ci sono delle ragioni. Vediamo quali.

Amazon all’inseguimento di Walmart

Partiamo da un dato: Amazon si posiziona al secondo posto nella classifica dei primi dieci retailer al mondo del report Global Powers of Retailing 2021 di Deloitte. Se Walmart si conferma stabile al primo posto della Top 10, Amazon prosegue la propria scalata in classifica iniziata nel FY2015, scalzando Costco dal secondo posto del podio. L’online retailer guadagna infatti una posizione rispetto allo scorso anno, spinto da una crescita a doppia cifra del 17,7%, la più alta della Top 10 e ancor più considerevole se paragonata alla crescita registrata in media dalla Top 10 (+4.4% YoY).

Questa è dunque la potenza di fuoco di Amazon: una società nativa digitale che tallona un colosso brick and mortar del retail quale Walmart (che pure sta facendo dell’innovazione digitale il suo nuovo Vangelo). Ma perché vorrebbe acquistare una catena italiana nata e cresciuta offline?

Innanzitutto proprio per crescere ancora di più e magari scalzare Walmart dal posto d’onore. Una strategia che sta applicando da tempo. A giugno 2017 l’azienda fondata e guidata da Jeff Bezos ha acquisito per 13,7 miliardi di dollari Whole Foods, catena statunitense proprietaria di oltre 400 punti vendita di cibo organico e biologico. Ha così fatto irruzione nel settore di vendita di prodotti alimentari freschi, inserendosi in un campo dove operano varie società e startup.

Con Amazon Go, la società si è ulteriormente lanciata nel mondo dei negozi fisici, ma scegliendo una chiave di totale automazione: per fare la spesa è sufficiente scaricare l’app di Amazon Go, creare un conto Amazon e utilizzare lo smartphone per identificarsi all’ingresso del negozio, tramite la scansione di un codice. L’esperimento ha funzionato solo in parte, tanto che poi la multinazionale ha deciso di puntare sulla vendita della tecnologia proprietaria. Tuttavia nel 2020 ha scommesso ancora una volta sul mattone lanciando il suo primo grocery store, o negozio di alimentari fisicoa Woodland Hills, California. Un’ulteriore mossa del colosso dell’ecommerce nel mondo dei negozi di alimentari.

Dal mercato del grocery, dove Walmart è leader e l’azienda di Jeff Bezos ancora un piccolo player, Amazon può trarre vari vantaggi: per esempio fidelizzare i consumatori che tendono a fare acquisti ogni settimana nello stesso negozio locale.

Forti di centinaia di punti vendita, il colosso dell’ecommerce potrebbe lanciare l’assalto al già citato Walmart ma anche a CostCo e ad altri supermercati tradizionali. La presenza di store fisici potrebbe essere anche l’occasione per Amazon di creare una rete simile a quella degli Apple Store, mettendo in vetrina i prodotti proprietari come la linea di dispositivi Echo, basati sulla piattaforma vocale Alexa, e facendo toccare con mano questa tecnologia ai potenziali clienti.

Perché Amazon vorrebbe Esselunga

In tutto questo cosa c’entra Esselunga? Esselunga, come purtroppo tutti gli altri player della GDO in Italia, è carente nell’online. Forse se la cava meglio degli altri, ma resta indietro rispetto ad analoghe realtà nei mercati esteri.

La grande distribuzione organizzata (Gdo) in Italia resta “connotata da alcuni limiti strutturali”, sostiene l’Osservatorio sulla GDO, Indagine dell’Ufficio Studi di Mediobanca che prende in esame venti tra i maggiori Gruppi italiani della Gdo operanti prevalentemente nella distribuzione alimentare al dettaglio. Vero è che la pandemia ha cambiato un po’ le carte in tavola. Ma resta ancora modesta la contribuzione dell’e-commerce al mondo della grande distribuzione organizzata: rappresenta il 3% del fatturato dei supermarkets italiani.

GDO in Italia, come è cambiata con la pandemia: tutti i dati di un’accelerazione

Nel pieno dell’inizio pandemia, nel 2020, le parole del CEO di Esselunga, Sami Kahale, risuonavano da una parte auto-celebrative, dall’altra involontariamente penalizzanti. “Abbiamo registrato un’esplosione della domanda. Il mercato online alimentare in Italia vale complessivamente circa l’1% del totale. I mercati più avanzati in Europa e nel mondo si attestano tra il 4% e l’8%. In Esselunga siamo al 4% e le richieste ricevute in questi giorni ci portano sopra al 20%, cinque volte il livello attuale. È evidente che nessuno può soddisfare un balzo percentuale del genere. I tempi di consegna si stanno assestando sulle due settimane“.

Tutti gli italiani ricordano le difficoltà nel fare la spesa online presso le principali catene di supermercati in quel momento difficile della storia mondiale. In quel frangente è emersa un’evidenza: la GDO italiana è ancora molto indietro sull’eCommerce. Evidentemente Amazon ha visto in questa arretratezza un’opportunità. E vorrebbe approfittarne.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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