Visite virtuali a negozi, musei, hotel e attrazioni: è questo il futuro dell’intrattenimento? La pandemia di Covid-19 ha reso necessario evitare i contatti sociali non essenziali, costringendo molte attività commerciali a chiudere le proprie location fisiche e spostare tutte le operazioni online. Un processo non facile, specialmente se imposto da una questione di necessità e non di reale strategia aziendale.
In questo contesto la piattaforma virtuale di VitrinaBox può essere un alleato vincente: la startup greca, attiva già da quattro anni, permette infatti di digitalizzare le visite tradizionali a diverse location, dai negozi ai concessionari fino ai grandi musei, per offrire esperienze interattive e fruibili in qualsiasi momento e da qualsiasi parte del mondo.
Tra i tanti partner della startup troviamo anche Ikea, che grazie a VitrinaBox ha realizzato il suo primo negozio digitale in Italia. Per capire come funziona la piattaforma e quali sono i vantaggi delle visite virtuali abbiamo parlato con Nikolas Sopilis, founder di VitrinaBox.
Le visite immersive di VitrinaBox
L’idea per VitrinaBox nasce nel 2011, quando Sopilis era in viaggio per l’Europa e sognava di trasformare ogni luogo visitato in un’applicazione digitale da condividere con amici e familiari. Dopo anni di progetti e studi, la startup è stata fondata nel 2016 e ha ricevuto il primo seed-round di finanziamenti l’anno successivo.
Inizialmente, VitrinaBox è stata pensata per il mondo del retail: grazie alla sua piattaforma, le aziende o i proprietari di negozi fisici possono infatti digitalizzare l’esperienza degli utenti, scattando fotografie agli ambienti e ai singoli prodotti per creare percorsi interattivi che rispecchiano l’esperienza tradizionale di acquisto.
In più, grazie alla tecnologia, i clienti interessati possono cliccare direttamente sui prodotti in esposizione, leggerne tutte le caratteristiche ed eventualmente essere reindirizzati al sito di e-commerce per completare l’acquisto.
Anche grazie alla spinta innovativa causata dalla pandemia di nuovo coronavirus, nel corso degli ultimi mesi VitrinaBox ha ampliato il proprio catalogo: “Prima del Covid-19 la maggior parte dei nostri clienti arrivavano dal mondo del retail, ma ora guardiamo anche ad altri settori come concessionari, musei, o agenzie immobiliari”.
Si sono appoggiati a VitrinaBox, ad esempio, il Museo della tecnologia nella Grecia antica di Katakolo, ma anche l’hotel Crowne Plaza di Atene e una serie di rivenditori Peugeot che, in questo modo, possono presentare al pubblico i propri ambienti e prodotti, anche nei periodi di lockdown.
In Italia, Ikea si è rivolta a VitrinaBox per attivare il suo primo negozio virtuale, con ambienti esplorabili a 360 gradi da cui è impossibile informarsi e fare acquisti.
In Italia il primo negozio digitale Ikea: come sarà e le differenze con l’e-commerce
I vantaggi del modello digital
Secondo Sopilis, “i tour virtuali rappresentano il futuro del retail, dell’ospitalità, del turismo e del mondo immobiliare”. I punti di forza elencati dal founder della startup sono tanti. Per prima cosa, il tempo risparmiato: “Le visite digitali eliminano i tempi normalmente necessari per viaggiare, mentre diventa possibile spostarsi tra le vetrine in Grecia, negli Stati Uniti o in Cina nel giro di pochi minuti”. Gli spazi, inoltre, diventano visitabili 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.
Importanti, poi, sono le funzionalità di servizio ai clienti: mentre si visita l’ambiente è infatti possibile visualizzare i dettagli dei singoli elementi esposti, comparare diverse opzioni e parlare con un operatore dedicato. Un aiuto sia per gli utenti che per le aziende, che possono così migliorare i livelli di engagement e rendere più immersiva l’esperienza di visita online.