Il 19 marzo è la festa del papà. Facciamo gli auguri ai nostri papà, che siano qui o in Paradiso non importa, a San Giuseppe e, a proposito di tecnologia solidale, al papà della rete, Tim Berners-Lee.
Pochi giorni fa, in occasione del trentesimo compleanno di internet, Berners-Lee ha scritto
una lettera per “riflettere sugli obiettivi futuri” per il web. È una lettera non banale, che rilancia il
“Contratto per il web” che Berners Lee ha presentato al Web Summit di Lisbona nel 2019 e che ha diversi punti in comune con la Carta dei diritti e dei doveri della rete, che abbiamo approvato
alla Camera a fine luglio 2015.
È una lettera che richiama tutti alla responsabilità: “La lotta per il Web è una delle cause più importanti del nostro tempo. Oggi metà del mondo è online. È più urgente che mai garantire che l’altra metà non sia abbandonata offline e che ciascuno porti il suo contributo a un Web che sia veicolo di eguaglianza, opportunità e creatività.”
È una lettera politica, nel senso più ampio e migliore del termine: “Se non eleggiamo politici che difendono un web libero e aperto, se non facciamo la nostra parte per stimolare dibattiti costruttivi e sani online, se continuiamo a dare il consenso all’uso dei nostri dati senza esigere che siano rispettati i nostri diritti a riguardo, ci defiliamo dalla responsabilità di inserire questi temi tra le priorità dei nostri governi.”
È una lettera a tratti dolente e preoccupata, come quella di un padre che vede il proprio figlio prendere una cattiva strada e si strugge per questo: “Se adesso rinunciamo a costruire un Web migliore, allora non sarà il Web ad averci deluso, saremo noi ad aver deluso il Web.”.
Si tratta di un sentimento comprensibile, ma, mio avviso, non si tratta di rinunciare né di essere delusi. Si tratta “solamente” di accettare due fattori insiti alla finitezza della nostra umanità e che, in quanto tali, pervadono anche il web:
1. La lotta tra bene e male non avrà mai fine, nella vita analogica come in quella digitale, perché bene e male sono nel cuore di ciascuno di noi e, di conseguenza, in ogni ambito della vita personale e sociale.
2. Ogni genitore ha un limite insormontabile con il quale confrontarsi: la libertà dei figli. Li può e li deve accompagnare, con la parola e con l’esempio, ma non li può costringere a comportarsi bene. La libertà individuale è incoercibile, motivo per cui non vi può essere una legge che realizzi la “bontà” perfetta.
Chi non tiene conto di queste evidenze, va incontro a cocenti delusioni, dentro e fuori il web. Il risultato spesso non è nelle nostre mani, ma il provare e riprovare sì! Come dice il poeta Holderlin, “non ci sarà chiesto di aver abbattuto l’albero ma di essere stati trovati con l’ascia in mano”.
Buona festa del papà a tutti!