Il livello di imprenditorialità in Italia sta crescendo ma è ancora sotto la media europea. È quanto emerge dal 360 Entrepreneurial Index 2020, il nuovo report di Digital360 con l’indice che misura l’efficacia degli ecosistemi delle startup in Europa.
Qui puoi scaricare il 360 Entrepreneurial Index 2020
Analizzando nel complesso l’ecosistema imprenditoriale hi-tech italiano (a livello di investimenti in startup e in scaleup e di capacità di generare exit o unicorni), l’Italia si colloca al 19° posto su ventotto Paesi dell’UE nel 2019. Totalizzando un punteggio di 52,5, il nostro Paese mostra un miglioramento di una posizione in classifica rispetto al 2018, ma resta al di sotto della media europea e ben distante da economie comparabili come Regno Unito (1° posto), Germania (9°) o Francia (12°). Viene superata anche da realtà più piccole, capaci di creare condizioni strutturali per lo sviluppo di nuova impresa, come la Lettonia al 4° posto o l’Estonia al 6°, o che hanno utilizzato in modo aggressivo le agevolazioni fiscali, come l’Irlanda, seconda in classifica, il Lussemburgo al 5° posto o Cipro al 7°.
Che cos’è il 360 Entrepreneurial Index 2020
Come accennato sopra, questi dati sono ricavati dal 360Entrepreneurial Index, l’indice calcolato da Digital360 per misurare l’efficacia degli ecosistemi delle startup finanziate con capitale di rischio nei Paesi dell’Unione Europea. L’indice è stato elaborato analizzando l’intero processo imprenditoriale nelle diverse fasi di creazione, crescita e maturazione di nuova impresa: man mano che aumentano gli investimenti nelle startup di un paese, crescono le operazioni di scaleup, che a loro volta portano a Exit e Unicorni. I risultati tangibili attraggono nel sistema più investimenti, che tornano ad alimentare il ciclo con magnitudo superiore.
Un salto indietro nel finanziamento di startup
Guardando nel dettaglio le tre componenti attraverso cui il centro studi Digital360 ha calcolato l’indicatore di imprenditorialità, si scopre che nel 2019 l’Italia si colloca al 25° posto in Europa per quantità totale di investimenti equity per il finanziamento di startup in rapporto al PIL (l’indice di Entrepreneurial Quantity), un salto indietro di tre posizioni in meno rispetto al 2018. I finanziamenti raccolti dalle startup italiane nel 2019 – pari a 610 milioni di dollari – sono in crescita ma in modo meno significativo rispetto al trend degli altri Paesi comparati.
Avanti tutta sugli investimenti in scaleup
L’Italia invece migliora di tre posizioni e si colloca al 16° posto in Europa per operazioni di investimento in scaleup, superiori ai 5 milioni di euro – pari a 521 milioni di dollari – in rapporto agli investimenti complessivi (Entrepreneurial Quality), soprattutto grazie ad alcuni operazioni di investitori stranieri che testimoniano un crescente interesse internazionale per il nostro ecosistema, di buona prospettiva.
Infine, il nostro Paese si colloca all’8° posto per capacità di generare Exit o Unicorni (Entrepreneurial Outcome), dimostrando un buon posizionamento, nonostante un lieve peggioramento rispetto al 2018, da analizzare considerando però la volatilità di questo indice su cui possono essere determinanti operazioni eccezionali legati a fenomeni estemporanei anche in ecosistemi poco maturi.
“La ricerca del 360Entrepreneurial Index mostra i passi avanti compiuti negli ultimi anni dall’ecosistema italiano delle startup, anche se non ancora sufficienti a recuperare il ritardo rispetto alle realtà più mature – dice Andrea Rangone, Presidente di Digital360 -. Considerando il trend complessivo, si nota un raddoppio dello score negli ultimi due anni, realizzato in gran parte tra il 2017 e 2018, quando ha registrato un +89%, mentre nel 2019 la crescita è stata lieve, pari al +14%. Nel 2020, a causa della crisi connessa all’emergenza sanitaria, il panorama startup italiano rischia di vedere contrarre sensibilmente gli investimenti e il Paese di perdere esperienza di innovazione fondamentale per il suo futuro industriale: in questo momento è cruciale sostenerlo con liquidità e semplificazioni di oneri e burocrazia. A questo scopo, è positiva sia l’accelerazione dell’operato del Fondo Nazione dell’innovazione, con la sua dotazione di un miliardo circa di risorse finanziarie, sia la finalizzazione delle importanti risorse finanziarie del Recovery Fund, che a mio avviso dovrebbero essere utilizzate anche per potenziare la spinta alle startup tecnologiche. Non dobbiamo perdere questa occasione per cercare di recuperare il gap rispetto ai paesi più avanzati”.