Federico Sforza: per fare una banca fintech è molto meglio partire da zero

Come nasce una fintech: il Progetto Banca Idea

Non avere vincoli tecnologici, organizzativi e culturali permette di creare una banca davvero fintech, dice Federico Sforza, CEO di Progetto Banca Idea, la startup lanciata con l’ex direttore generale di Unicredi Roberto Nicastro. Obiettivo: offrire servizi finanziari che semplifichino la vita dei piccoli imprenditori

Pubblicato il 05 Ago 2020

Nel panorama fintech italiano c’è una startup che è già un caso ancora prima di arrivare sul mercato: si chiama, per il momento, Banca Progetto Idea (PBI). Ha chiuso la raccolta di capitali più alta mai fatta da una fintech in Italia in fase seed (45 milioni), ha convinto investitori eccellenti anche perché il team di fondatori è composto da manager che arrivano dalle più prestigiose aziende della tradizionale industria dei servizi finanziari. Il segnale che è in corso un’accelerazione della trasformazione digitale dei servizi bancari, prodotto anche dalla pandemia da coronavirus. “Il fatto stesso di aver chiuso il primo round di finanziamento durante il lockdown ci ha convinti ancora di più del bisogno di una nuova offerta di servizi digitali”, racconta in questa videointervista il CEO di PBI Federico Sforza.

PBI, il salotto buono del fintech

A leggere i nomi che compongono il team di PBI si ha la sensazione di entrare nel salotto buono del fintech italiano. Oltre a Roberto Nicastro, presidente non operativo, ex direttore generale di Unicredit, e Sforza, anche lui con un cursus honorum di tutto rispetto (McKinsey, Unicredit, ING, Nexi) ci sono Elena Adorno (ex Societè Generale), Giovanni Beninati (ex American Express), Emanuele Buttà (ex Unicredit), Andrea Correale (ex Oliver Wyman), Stefano Gallotti (ex Avaloq), Alessio Marras (ex Deloitte), Federico Provinciali (ex Barclays) e, senza cariche operative,  Giuseppe Rumi (partner di Bonelli Erede).

Come deve essere la banca fintech del futuro

Naturale, quindi, che attorno a Banca Progetto Idea ci sia grande curiosità, anche perché è ancora soltanto un progetto e anche molto ambizioso. “Sarà la prima banca digitale per i piccoli e piccolissimi imprenditori. Abbiamo le idee chiare su come deve essere la banca fintech vincente del futuro”, dice Federico Sforza, che racconta come è nata l’idea e perché è necessario fare una startup per realizzarla. Se n’è cominciato a parlare nel 2019, c’è un capitale di esperienze da investire e una conoscenza del mercato e delle sue evoluzioni. “Abbiamo deciso così di lavorare per realizzare le nostre idee su una banca fintech che sia semplice e renda la vita più facile agli imprenditori”. Perché non farlo dentro le aziende in cui lavoravano i manager del team?

Il vantaggio di cominciare da zero

Per fare una banca fintech bisogna partire da zero, fondare una startup. Su questo Sforza è chiaro: “Vogliamo far parte del sistema, vogliamo fare una banca ma in modo diverso. Rispetto agli istituti di credito tradizionali una startup ha il grande vantaggio di non avere legacy IT, creditizie, organizzative. Siamo completamente liberi di prendere il meglio delle tecnologie sul mercato, di sviluppare i processi più efficaci per rendere l’esperienza dei clienti imprenditori il più semplice possibile”. Sviluppare servizi e prodotti con la stessa capacità di innovazione e velocità dentro una banca tradizionale è praticamente impossibile. Cultura aziendale, strutture, vincoli IT  riescono ad avere la meglio sugli slanci innovativi del management.

Come si chiamerà la nuova banca fintech

Progetto Banca Idea è solo il nome di un progetto, anche perché esiste già una Banca Progetto. “A fine settembre sveleremo il nostro vero nome che vuole comunicare i valori su cui si basa la nostra startup: imprenditorialità, semplificazione, sostenibilità”, anticipa Sforza che spiega anche come l’ingresso sul mercato sarà graduale. Il conto corrente non arriverà prima del 2021, perché devono ancora arrivare le autorizzazioni da Banca d’Italia.

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