Come saranno le
banche del futuro nell’era post Covid? La crisi pandemica attuale ha accelerato il suo processo di trasformazione e già ora possiamo fornire qualche indizio. Anzi tre:
digitale, multiservizi e “startup”. È quanto emerge dalla ricerca: “
Covid19-Banking Challenges and the New Normal” realizzata da
EY. Lo studio ha analizzato l’impatto che la recente pandemia ha avuto sugli istituti finanziari italiani e le aziende fintech e propone anche alcune soluzioni per prepararsi al meglio alla
“Nuova Normalità” nel post-covid.PMI vulnerabili, banche resilienti
Certo, lo scenario di partenza non è dei migliori. In Italia, nel solo mese di aprile si è attestato un calo dei consumi pari al -47,6%. Il PIL italiano nel 2020 scenderà a -9,5% ,quello dell’Eurozona del -7,7%. PMI e Microimprese, che insieme costituiscono la maggior parte del tessuto produttivo nostrano, risultano di essere tra le più travolte dallo tsunami Covid. Troppo subordinate ai flussi di cassa e a una supply chain esclusivamente locale, le piccole e medie realtà economiche hanno meno strumenti per affrontare la crisi di capitali. Si stima che il fabbisogno di liquidità nel periodo marzo-luglio vada dai 50 ai 73 miliardi di euro.Tra i settori più colpiti spiccano il turismo, i beni di lusso e i trasporti. L’esplosione della pandemia sta mettendo a dura prova anche il mondo del banking italiano, proprio a causa del suo ruolo storico di supporto all’economia reale. Alla chiusura di circa il 30% delle filiali, si sono accompagnati minori volumi di richieste di credito e un aumento dei crediti deteriorati. Tutto questo ha portato a una riduzione dei ricavi tra il 7 e l’8% e a una caduta rovinosa del ROE dal 7% all’0-1%. Tuttavia, forti dell’esperienza maturata con la crisi del 2008, il sistema finanziario vanta una solidità senza precedenti. L’ecosistema bancario italiano si è dimostrato resiliente, reggendo bene l’onda d’urto della crisi grazie soprattutto a una rinnovata spinta tecnologica. “Mentre gli impatti sui servizi finanziari saranno di breve termine- si legge nella ricerca-la trasformazione strutturale del business model delle banche retail sarà profonda. E, nel lungo termine, il digitale sarà la chiave per assicurare la stabilità”.
Banche e Covid: una rivoluzione già in atto nelle relazioni con i clienti e con i dipendenti
Con il Covid, nelle banche sono emersi anche limiti e difficoltà di un settore ancora in ritardo su molti fronti rispetto alle innovazioni globali. Nonostante le operazioni di
home banking siano aumentate del 20% durante il lockdown, l’incremento non è stato quello sperato. La migrazione verso i canali smart è per molte banche solo parziale: non tutti hanno infatti completamente equiparato il canale remoto con quello fisico. Altro punto debole rimane la
sicurezza informatica: a fronte di diversi tentativi di frode, questa rimane un’osservata speciale. In generale la relazione con la clientela è oggetto di una forte trasformazione: secondo la ricerca EY, ben l’80% dei consumatori dichiara di aver sperimentato, in questo periodo, almeno una di queste modalità di interazione con la propria banca: l’
online banking ,
mobile app , web chat . Il 57% dei consumatori usa meno il contante a fronte di una crescita dell’utilizzo di carte di debito, di credito e di digital payments . Non solo. Per allargare la platea dei clienti “smart”, molte banche si stanno dotando di strumenti appositi dedicati ai clienti meno “esperti” come gli advisor digitali, in grado di supportare le richieste dei clienti attraverso ad esempio l’intelligenza artificiale aumentata. Anche il rapporto con i dipendenti è destinato a una profonda metamorfosi. Secondo la ricerca, il 98% dei dipendenti è abilitato allo smart working e il 75% lo sta effettivamente praticando. Questa nuova modalità di lavoro non sarà temporanea perché gli strumenti della cosiddetta web collaboration diventeranno via via strutturali nell’operatività quotidiana. Questo non significa che spariranno le filiali, che restano comunque al centro della strategia multicanale. Quanto piuttosto che si ripenseranno gli spazi fisici in base alla nuova organizzazione del lavoro.
Banche e Covid: verso un “New Normal”
“Le Banche si trovano ad affrontare una sfida senza precedenti. Solo le più lungimiranti riusciranno a coniugare la gestione della contingenza transitoria con la capacità di interpretare il cambiamento come acceleratore di un intenso processo di evoluzione del business model- dichiara Filippo Mastropietro, Partner Responsabile Digital Advisory, Financial Services, Italia di EY- Il digitale giocherà sicuramente un ruolo chiave in tale processo evolutivo”. Secondo la ricerca dell’Osservatorio EY, l’84% delle banche intervistate sta infatti rivalutando le priorità strategiche di medio-lungo periodo, attraverso l’attivazione di una struttura dedicata. Questo piano prevede: controllo dei costi, velocizzazione della digitalizzazione, aggiornamento della propria gamma di prodotti anche non tipicamente bancari come ad es. soluzioni di e-commerce per piccoli operatori economici. E ancora: prodotti assicurativi, di health care, micro-prestiti e sistemi di pagamento. Ci si attende quindi una Nuova Normalità 100% digitale, in grado di consentire ai clienti di effettuare tutte le operazioni effettuabili in filiale anche dai canali remoti. E di poter acquistare anche prodotti non tipicamente bancari. Come osservano i ricercatori di EY, “la customer-centricity sarà il vero pilastro permanente a cui fare riferimento: fisico o digitale, l’engagement ca ripensato su misura del cliente, ripensando completamente l’architettura della distribuzione tradizionale” .
Banche e Covid: agire come una startup del Fintech
In questa fase di transizione, il mondo bancario italiano dovrà puntare l’occhio verso il modello
start up, in particolare quelle fintech. Seppur a fronte di una riduzione degli investimenti, queste ultime hanno in alcuni casi affrontato meglio la crisi grazie alle competenze digitali, all’adozione di approcci innovativi e all’ individuazione di nuove opportunità di business, come ad esempio la creazione di nuove app. Secondo la ricerca effettuata da EY in collaborazione con il
Politecnico di Milano, il 100% delle start up fintech intervistate non ha riscontrato nessun problema nell’utilizzo del smart working e molti già lo utilizzavano.
Il 20% di queste ha incrementato il fatturato mentre il 54% non ha riscontrato variazioni. I settori del
payments, dell’e-commerce, dell’insurtech e del lending sono quelli che hanno trovato più fortuna. In particolare, il digital lending, in alcune start up ha registrato un incremento dal 100 al 300% dei volumi. Il contributo delle aziende Fintech può quindi diventare per le banche un elemento strategico nel processo di accelerazione dell’innovazione digitale. Ecco perché in futuro il motto sarà “Act like a start up”: gli istituti finanziari, anche i più tradizionali, dovranno da un lato esplorare nuove opportunità di business, puntando al lancio di nuovi prodotti in grado di supportare i propri clienti, soprattutto PMI, con soluzioni di risparmio e protezione per fronteggiare momenti eccezionali come quello attuale. E dall’altro, completare in modo capillare il processo di digitalizzazione. Infine, secondo EY, si deve puntare a creare una
Cashless Society, cioè una società senza contante. “Un trend oggi aggredito da tante società di fintech ma ancora poco esplorato dalla maggior parte degli incumbent”.