Sarà presentato il 9 Giugno il report completo sull’impatto degli incubatori e degli acceleratori italiani sviluppato dal team di ricerca Social Innovation Monitor con base al Politecnico di Torino.
Secondo il report, in Italia, in media, è presente un incubatore ogni 1.533 km2. Le Regioni con la maggiore densità di incubatori per km2 sono la Lombardia e l’Emilia-Romagna. Tali Regioni sono caratterizzate dalla presenza di 1 incubatore/acceleratore rispettivamente ogni 459 e 898 km2.
La Regione con la più bassa densità di incubatori/acceleratori per km2 è invece la Calabria: 1 incubatore ogni 7.611 km2. In Italia, in media, è presente un incubatore ogni 306.394 persone. Le Regioni con il maggior numero di incubatori in relazione al numero di abitanti sono in ordine: Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Lombardia. Anche in questo caso la Calabria si contraddistingue per essere la Regione con il numero minore di incubatori in relazione al numero di abitanti: 1 incubatore circa ogni 974 mila persone.
“Questi nuovi risultati confermano il forte squilibrio tra nord e sud del paese, ma anche interessanti trend di crescita e attenzione ai fenomeni di incubazione e accelerazione di impresa”, dice Paolo Landoni, docente del Politecnico di Torino e direttore scientifico della ricerca.
Il Report sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani è il frutto del lavoro di un gruppo di ricerca interuniversitario con base al Politecnico di Torino al Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione. Si tratta di un’analisi sviluppata dal team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM), in collaborazione con Italia Startup e PNI Cube.
Per quanto riguarda l’accesso ai programmi gli incubatori/acceleratori possono richiedere ai team imprenditoriali e alle organizzazioni una fee di partecipazione o una percentuale di equity (una soluzione non esclude l’altra). Dalle analisi svolte è risultato che circa il 60% di essi sono soliti richiedere una fee di partecipazione e che circa 40% richiede una percentuale di equity.
Inoltre, degli incubatori/acceleratori che supportano organizzazioni a significativo impatto sociale, meno della metà utilizzano delle metriche per la valutazione d’impatto sociale e ambientale. Questo può derivare dal fatto che non esistono delle metriche internazionali chiare per la valutazione d’impatto sociale e ambientale.
Per quanto riguarda la durata media di incubazione/accelerazione, le analisi hanno mostrato che, in media, risulta essere meno di 2 anni (22 mesi) con un minimo di 3 mesi ed un massimo 5 anni.
Inoltre, circa il 55% degli incubatori/acceleratori ha degli accordi formali di collaborazioni con investitori istituzionali e circa il 57% degli incubatori/acceleratori ha degli accordi formali di collaborazioni con aziende corporate.
In aggiunta al Report Completo saranno disponibili anche due report di approfondimento. Per la prima volta sarà presentato il Report di approfondimento sugli incubatori/acceleratori universitari italiani che descriverà questo importante sottoinsieme e lo metterà a confronto con la totalità dei soggetti presenti in Italia. Sarà inoltre presentato un Report di approfondimento sulle partecipazioni degli incubatori/acceleratori italiani nelle startup innovative italiane.
La ricerca quest’anno è estesa anche al resto d’Europa. Nel dettaglio, il team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM) ha analizzato anche l’ecosistema degli incubatori in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Le ricerche sono state svolte in collaborazione con associazioni di quegli Stati come, ad esempio, la Deutsche Startups Association, la Spanish Startups Association, la EEUK Association e la UKSPA Association. I risultati dei singoli stati e del confronto internazionale saranno presentati nei prossimi mesi.
Per avere informazioni sull’evento del 9 giugno è possibile scrivere a impattosociale@polito.it .