Nel 2014 l’allora startup Bending Spoons si era aggiudicata un’asta per andare a pranzo con Riccardo Zacconi, fondatore di King Digital Entertainment e ideatore di Candy Crush Saga. Nel 2021 è entrata nel FT 1000, l’annuale classifica del Financial Times delle 1000 aziende che crescono più velocemente in Europa. A febbraio 2024 ha chiuso un nuovo round di finanziamento da 155 milioni di dollari. L’operazione fa sì che la società valga circa 2,55 miliardi di dollari, Il round è stato portato a termine da Durable Capital Partners LP, che si unisce agli investitori esistenti Baillie Gifford, Cox Enterprises, NB Renaissance, NUO Capital e StarTIP (controllata da Tamburi Investment Partners). A questo punto la società può considerarsi a tutti gli effetti un unicorno, cioè una startup che vale oltre 1 miliardo di dollari. Durante questo percorso, nel 2020, la scelta del governo italiano di affidare alla PMI innovativa lo sviluppo di Immuni, app pensata per il contenimento del coronavirus.
Quel business lunch, seppure costato 25mila sterline (poi devolute in beneficenza da Zacconi), ha portato fortuna alla società milanese guidata dell’amministratore delegato Luca Ferrari. Che il 26 febbraio 2024 ha ufficialmente inaugurato la nuova sede a Milano, nel quartiere Porta Nuova, progetto dal valore di 8,5 milioni di euro.
Come è nata e cosa fa Bending Spoons
Ma quali origini ha questa realtà innovativa che ha cercato di cambiare la vita degli italiani in tempi di Covid19? L’idea di Bending Spoons è nata in Danimarca da quattro giovani italiani: Francesco Patarnello, originario di Padova, Luca Ferrari di Verona, Matteo Danieli di Vicenza e Luca Querella di Torino. Tutti ingegneri, tre laureati all’Università di Padova, uno al Politecnico di Torino. Il quinto componente del team, Tomasz Greber, è polacco.
Dopo la laurea i quattro italiani hanno vinto una borsa di studio per conseguire un master a Copenaghen. Una scelta non casuale: la scholarship era prestigiosa e i ragazzi desideravano fare un’esperienza in una nazione nordica. Lì hanno fondato la loro prima startup, Evertail, che dopo due anni è stata chiusa. L’iniziale fallimento è servito per ripartire imparando dagli errori. Hanno poi dato vita, nel giugno 2013, a Bending Spoons, così chiamata da un personaggio del film Matrix, un bambino in grado di piegare i cucchiai. Un riferimento a imprese impossibili, che poi così impossibili non lo sono.
E loro di cucchiai ne hanno piegati con successo in questi anni di attività. Nel 2014, da Copenaghen hanno scelto di tornare in Italia, a Milano. Quello stesso anno si sono dati da fare per vincere il pranzo con Riccardo Zacconi proposto da CharityStars, startup specializzata in aste di beneficenza. In quel periodo l’imprenditore italiano, londinese di adozione, era il personaggio del momento, avendo venduto la sua azienda per la cifra record di 5,9 miliardi di dollari al colosso americano di videogiochi Activision. “Con Zacconi vogliamo fare quattro chiacchiere e sentire cosa ha da consigliarci” ebbe a dire a EconomyUp uno dei fondatori di Bending Spoons, Francesco Patarnello. “Un consiglio da uno come lui può valere quanto un finanziamento. Finanziamento di cui, per ora, non siamo in cerca: stiamo registrando profitti e quest’anno abbiamo assunto 20 dipendenti”. Qualsiasi cosa si siano detti, sembra essere stata utile.
Bending Spoons ha messo in piedi un team frutto di una selezione ossessiva: oltre 40.000 candidature analizzate, migliaia di test valutati e centinaia di colloqui. In Bending Spoons ogni persona ha in media almeno una laurea a pieni voti alle spalle; tra le aziende o gli istituti da cui provengono i membri della squadra ci sono Google, Apple, McKinsey e il CERN. Nell’azienda lavorano ingegneri, scienziati dei dati, esperti di marketing e designer tra i migliori d’Italia e d’Europa.
Bending Spoons: i numeri
Una dozzina di app, oltre 200 milioni di download complessivi, 270.000 nuovi utenti al giorno e 45,5 milioni di fatturato nel 2018 sono frutto del lavoro del team internazionale, composto oggi da oltre 150 persone. In un mercato come quello delle app, in crescita esponenziale ma al tempo stesso altamente competitivo, Bending Spoons si è differenziata scommettendo su un portfolio di titoli che interessa ambiti diversi tra loro: wellness e fitness, ritocco di foto, montaggio di video, sicurezza informatica, intrattenimento, per citarne alcuni. Tutti però sono caratterizzati dall’avere bacini di utenti massivi e globali. “Questa strategia – si legge in una nota – ci permette di sfruttare economie di scala e di allocare in maniera flessibile i capitali (ad esempio quelli che investiamo in promozione) e le persone (ad esempio gli ingegneri che sviluppano i nostri prodotti). Oltre a una strategia inedita, il nostro vantaggio competitivo più importante sono le persone. È per assemblare una squadra d’eccellenza e per dare ai tanti talenti in fuga dal nostro Paese un motivo per restare. Il nostro obiettivo è di diventare numeri uno al mondo nello sviluppo e nel marketing di app. Siamo determinati a riuscirci dall’Italia per dimostrare che non serve essere in Silicon Valley per costruire un’azienda vincente su scala globale”.
Nel 2018 la società milanese ha registrato una forte crescita grazie al successo di diverse app lanciate durante l’anno, tra cui Yoga Wave e Live Quiz. In base agli ultimi dati disponibili risalenti al 2018 (quelli del 2019 si sapranno nelle prossime settimane), l’utile netto si attesta a €3,1 milioni rispetto ai €1,6 milioni del 2017. I ricavi operativi hanno raggiunto i €45,5 milioni (al lordo delle fee di Apple), rispetto ai €9,8 milioni del 2017. L’Ebitda si attesta a €8,3 milioni rispetto ai €3.5 milioni del 2017. “Bending Spoons è a tutti gli effetti una realtà internazionale, con solamente il 2% dei ricavi generati in Italia, 13 milioni di utenti attivi ogni mese sulle nostre app e oltre 200 milioni di download in tutto il mondo” ha dichiarato all’epoca Luca Ferrari.
I giovani Berlusconi e Tamburi nel capitale di Bending Spoons
Nel 2019, a luglio, la startup ha deciso di aprire il capitale in vista di possibili aggregazioni di mercato e di una futura quotazione a Piazza Affari, della quale si parlava in quel momento.
Nel capitale della società, con una quota complessiva del 5,7%, sono entrati: H14, il family office di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, i tre figli di secondo letto del fondatore di Fininvest e Mediaset; Nuo Capital, la holding di investimenti della famiglia Pao-Cheng di Hong Kong; e StarTip, il veicolo al 100% controllato da Tamburi Investments Partners che concentra tutte le partecipazioni in startup e in società attive nel segmento del digitale e dell’innovazione (tra le quali Digital Magics, Talent Garden, Buzzoole e Telesia). Nel 2024 Luigi Berlusconi è uscito dalla compagine societaria.
La vicenda Immuni
Con un’ordinanza resa pubblica la sera di giovedì 16 aprile 2020, l’allora commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, dispose la stipula del contratto che dava il via all’app per la raccolta di informazioni utili al tracciamento dei contagi da coronavirus. Incaricata del progetto era appunto Bending Spoons. La società si era aggiudicata il bando indetto dalla task force incaricata dall’allora ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, al quale avevano partecipato altri 318 candidati.
Il progetto di Bending Spoons è stato portato avanti con la collaborazione del Centro Medico Santagostino, rete di lombarda di poliambulatori pioniera nella digitalizzazione dei propri servizi, che è guidata dall’amministratore delegato Luca Foresti, laureato in fisica e imprenditore. Ha contribuito all’iniziativa anche la società di marketing di Milano Jakala. Licenziatario dell’uso del prodotto è la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Bending Spoons agisce in modo gratuito, finanziando i propri costi in autonomia.
In realtà l’app Immuni non ha funzionato. A differenza della Corea del Sud e di altri Paesi, che hanno saputo sfruttare il tracciamento tramite app per il contenimento dei contagi, l’Italia non è riuscita a cogliere questa opportunità. Per vari motivi.
Una delle aziende italiane a crescita accelerata secondo FT
Intanto però, a marzo 2021, Bending Spoons è entrata nel FT 1000 del 2021, l’annuale classifica del Financial Times delle 1000 aziende che crescono più velocemente in Europa. Un elenco che quest’anno vede a sorpresa e per la prima volta l’Italia con il maggior numero di presenze. Bending Spoons ha conquistato il 79esimo posto: per questa impresa italiana che sviluppa app utilizzate da milioni di persone in tutto il mondo è un’ulteriore conferma della validità del lavoro svolto finora.
Che cosa fa Jakala, la società martech che collabora con Bending Spoons
Jakala, che ha collaborato con Bending Spoons per il progetto Immuni, è una martech company italiana (il marketech è la tecnologia applicata al marketing) che offre supporto in ambito strategico, analytics, digital e technology. I figli di secondo letto di Berlusconi, già in Bending Spoons, si ritrovano anche nel capitale di Jakala, che è stata fondata e controllata da Francois e Matteo de Brabant. Nel 2000 Jakala aveva come socio di rilievo Europ@web, al tempo holding di Arnault. Poi l’azienda si è rifocalizzata sul marketing e negli ultimi due anni ha visto entrare quali soci di minoranza Paolo Marzotto (10,5%), il fondo Ardian (7,5%), la H14 dei Berlusconi (2,5%) e Davide Serra (2,7%). Non solo, nel 2018, l’azionariato di Jakala si è arricchito anche in virtù di un club deal organizzato dal veicolo Epic di Mediobanca: così al suo interno, seppure attraverso una holding, figurano tra gli altri Renzo Rosso, le famiglie Dompe’ e Branca, i Lucchini, Giuliana Benetton e la stessa Mediobanca.
Settembre 2022: 340 milioni di dollari
A fine settembre 2022, Bending Spoons chiude un round di finanziamento da 340 milioni di euro, con investimenti provenienti da star internazionali e gruppi bancari. L’azienda opera nella creator economy, un mercato globale da oltre 104 miliardi di dollari.
Gennaio 2023: Bending Spoons completa l’acquisizione di Evernote
Nel gennaio 2023, Bending Spoons acquisisce Evernote, un’app per la produttività personale in grado di prendere appunti, salvare link, immagini e promemoria. Evernote era un brand storico della Silicon Valley. Così Bending Spoons segna un importante passo avanti nel percorso per diventare un leader tecnologico globale partendo dall’Italia. L’operazione è vista come un incoraggiamento per imprenditori e investitori a estendere la propria influenza oltre i centri tecnologici tradizionali.
Agosto 2023
Ad agosto 2023 viene data notizia di un megaround da 100 milioni di dollari per la scaleup che sviluppa app, interamente in equity.
Febbraio 2024
La società innovativa chiude un nuovo round di finanziamento da 155 milioni di dollari. Ora è valutata circa 2,55 miliardi di dollari, perciò diventa un nuovo unicorno italiano dopo Satispay. Nel frattempo Luigi Berlusconi è uscito dalla compagine societaria.
La nuova sede
Il 26 febbraio 2024 Bending Spoons ha ufficialmente inaugurato la nuova sede a Milano, nel quartiere Porta Nuova. L’inaugurazione fa seguito a un progetto dal valore di 8,5 milioni di euro, guidato dallo studio di architettura e design d’interni milanese Nomade Architettura, e realizzato sotto la direzione lavori del general contractor Taramelli. Situato in Via Nino Bonnet, a pochi passi dalla precedente sede di Corso Como, lo spazio si sviluppa su tre piani in un edificio moderno sviluppato e gestito da COIMA. La nuova sede ha ottenuto riconoscimenti di sostenibilità ambientale e benessere degli occupanti, aggiudicandosi le certificazioni LEED e WELL-Gold. Tra gli spazi anche terrazze private, sale riunioni e focus room dal design eclettico, oltre a una mensa multifunzionale con area giochi e bar.
(Articolo aggiornato al 26/02/2024)