SMART MOBILITY

Next: che cos’è e come funziona il servizio Telepass per l’auto connessa e interattiva

Telepass lancia il nuovo servizio Next in collaborazione con Arval: un device installato in auto che, grazie a Big Data e Internet of Things, riesce a capire se il guidatore deve fare rifornimento o lavare l’auto, e gli propone questi e altri servizi attraverso un sistema vocale. La sperimentazione è iniziata. Qui il video

Pubblicato il 05 Feb 2020

Gregoire Chove (Arval) e Gabriele Benedetto (Telepass) presentano Next

Nell’ecosistema della mobilità che si va popolando ogni giorno di nuovi attori, prodotti, servizi e innovazioni si inserisce un ulteriore elemento innovativo, Next, che, come in un puzzle, mette insieme vari elementi per arrivare a comporre l’auto del futuro.

Lanciato di recente da Telepass, l’azienda nata per il pagamento dei pedaggi autostradali,  insieme con Arval, società di noleggio auto a lungo termine, Next è in estrema sintesi un dispositivo da collocare nell’autovettura che è in grado di proporre al guidatore una serie di servizi (rifornimento di carburante, lavaggio auto ecc. ecc.) attraverso un sistema vocale. In realtà è molto di più, soprattutto per le potenzialità innovative che sfrutta e mette in moto: Big Data, Internet of Things, auto connessa. Vediamo meglio di che cosa si tratta e quale evoluzione comporterà per il mondo dell’automotive nel suo complesso.

Perché Telepass ha lanciato Next

La premessa: negli ultimi anni Telepass sta evolvendo i propri servizi in linea con le evoluzioni e i cambiamenti che si stanno verificando nel modo di muoversi di persone e automezzi nei centri urbani e sulle strade. Se ne è parlato anche il  22 gennaio presso la Fondazione Feltrinelli di Milano ad un incontro organizzato da Telepass dal titolo “La mobilità intelligente del futuro. Quali nuove opportunità?“: l’occasione, appunto, per lanciare ufficialmente Next.  “La mobilità è soggetta a profonda innovazione – afferma Gabriele Benedetto, CEO di Telepass – per una serie di motivi: il ruolo dell’auto sta cambiando (la proprietà dell’automezzo è un elemento meno importante rispetto al passato), c’è una spinta verso la sostenibilità ambientale e verso l’elettrico”. In questo scenario si colloca la “piattaforma inclusiva per tutti i servizi” creata da Telepass: dalla sua originaria mission di fornitrice di sistemi di pagamento per i pedaggi autostradali, l’azienda ha esteso la propria offerta a tutta una serie di servizi a disposizione dell’utente, dal pagamento delle strisce blu a quello dello skipass e molto altro. Come? Grazie anche e soprattutto al suo patrimonio di dati. “Usiamo i dati non per rivenderli ma per offrire maggiore qualità al cliente, per fare upselling individuando nuovi servizi data driven e per l’individuazione delle frodi”. Una piattaforma organizzata in questo modo non poteva non generare un servizio come Next.

Che cos’è Next

Next è una novità destinata a rivoluzionare il rapporto del guidatore con la propria auto, con i servizi a sua disposizione e con il territorio. Come già accennato sopra, grazie ai Big Data e all’IoT l’automobile si sta trasformando in un epicentro di servizi innovativi, sta producendo una mole di dati sempre più vasta e ne sta utilizzando una quantità altrettanto notevole. Attraverso i dati l’auto diventa a tutti gli effetti un dispositivo connesso e interattivo. I suoi sensori sono in grado di inviare informazioni in tempo reale e i tag tengono traccia di ogni spostamento. Per questo Telepass ha deciso di evolvere i propri servizi rendendoli un ecosistema connesso in grado di anticipare e supportare le esigenze quotidiane delle persone.

Next è in sostanza un device fisico, da installare nell’autovettura in modo semplice e senza necessità di installatori professionisti, attivato da Telepass da remoto e basato sull’analisi dei dati. In pratica il guidatore dialoga con Next, che gli propone una serie di servizi contestualmente ai dati a cui ha accesso. Alcuni esempi: se il device lo “vede” avvicinarsi a una pompa di benzina, gli chiede se ha intenzione di fare rifornimento; se il guidatore parcheggia sulle strisce blu, Next gli domanda se può pagare la sosta attraverso l’app Telepass Pay; se, dai dati in suo possesso, il dispositivo si “accorge” che l’autovettura non viene lavata da tempo, può proporre all’utente un servizio di lavaggio del veicolo in sosta mentre lui è altrove. Oppure può consentirgli di aprire un cancello da remoto, ricordargli la scadenza del bollo auto o dell’Rca, o proporgli altri servizi.

Qui il video che spiega come funzionerà Next

Telepass Pay Next - #DriveTheNext

Telepass Pay Next - #DriveTheNext

Guarda questo video su YouTube

Perché la partnership con Arval

Telepass  ha scelto di proporre Next in partnership con Arval, società di noleggio a lungo termine, perché era necessaria una fase di incubazione e test. È Arval a mettere a disposizione  la sua flotta per la sperimentazione. “Next è conseguenza della stretta collaborazione tra Telepass e Arval” dice Gregoire Chove, Managing Director di Europe Arval . “Il passaggio dal prototipo al prodotto richiede investimenti e il collegamento tra vari servizi. Incrociando tutti i dati, il veicolo diventa un patrimonio di innovazione, fruibile dal cliente ma anche da terzi parti come le startup. Servizi di questo tipo possano aiutare a fare della propria città una città ideale”.

La sperimentazione e l’ingresso sul mercato

Dopo la presentazione ufficiale avvenuta a fine gennaio, a marzo è previsto un test di Next per la stampa da realizzare in un luogo ad hoc. L’installazione sulle auto di Arval avverrà dopo l’estate, tra settembre e ottobre. La società francese di noleggio a lungo termine non vede l’esperimento solo in ottica italiana: “Speriamo di poterlo esportare anche al di fuori dell’Italia” dice Gregoire Chove.

“La città del futuro – conclude Benedetto – sarà costituita dall’interconnessione dei servizi. La diffusione dell’auto connessa, la connected car, richiederà ancora molti anni. Ora serve una piattaforma interconnessa e aperta a terze parti”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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