I canali d’acquisto di prodotti e servizi si sono rapidamente moltiplicati grazie all’evoluzione tecnologica e alla propensione dei consumatori a differenziare abitudini e comportamenti. Dal tradizionale negozio si è arrivati in pochissimo tempo alla multicanalità, un concetto che include il mobile commerce.
Gli ultimi dati presentati dall’Osservatorio Multicanalità indicano che i punti di contatto digitali sono sempre più utilizzati dagli italiani che sanno muoversi tra online e offline per informarsi, paragonare le merci, confrontare i prezzi e poi procedere all’acquisto. Nel 2019 nel nostro Paese erano quasi 44 milioni gli individui multicanale (ossia l’83% della popolazione italiana sopra i 14 anni).
Secondo un report di Casaleggio Associati, in Italia gli shopper online prediligono l’utilizzo dello smartphone per i loro acquisti, molto più di quanto non facciano gli abitanti di altri Paesi europei. È stato calcolato che ben l’85% della popolazione attiva su Web usa il mobile per fare shopping, di questi il 34% lo sfrutta spesso e il 14% lo usa sempre.
Mobile commerce, ecco cos’è
L’m commerce differisce dal più tradizionale ecommerce per il fatto che quest’ultimo si effettua mediante personal computer e portatili e per svolgere l’operazione di acquisto si utilizza una linea fissa. Il concetto di mobile commerce (anche sintetizzato in M commerce) riguarda invece la gestione del commercio elettronico mediante un dispositivo elettronico, tipicamente un tablet o uno smartphone, connesso al Web in modalità wireless. Vanno aumentando sempre più i device intelligenti che favoriscono questa opportunità di acquisto, soprattutto in ottica wearable, e ciò vale, per esempio, per gli smart watch ma anche per gli smart glasses eccetera.
Indubbiamente, è importante ricordare che l’impulso iniziale alla diffusione, soprattutto, dello smartphone ecommerce è stato dato a partire dalle prime applicazioni specifiche per il mobile commerce lanciate dalla Apple per l’iPhone.
Chi fa m commerce in Italia: attenzione alla generazione Z
Secondo un recente studio sull’m commerce, effettuato da PayPal in collaborazione con Ipsos in Italia e a livello internazionale, il 63% dei consumatori italiani si informa su prodotti e servizi da mobile almeno una volta al giorno (percentuale pari al 53% a livello internazionale). E l’83% ha fatto compere online almeno una volta tramite telefono.
Sono in particolare gli Zeta Gen (la generazione dei nati dopo il 2000) a prediligere l’utilizzo dello smartphone. Se, infatti, il 72% dei consumatori intervistati usa dispositivi mobile per acquisti o pagamenti online, tale percentuale arriva al 77% quando ci si focalizza sulla Generazione Z.
Gli italiani però acquistano online tramite dispositivi mobile con una frequenza leggermente inferiore rispetto alla media globale: il 41% dei consumatori italiani fa acquisti o pagamenti online da smartphone almeno una volta alla settimana rispetto al 48% della media globale. Di nuovo, una frequenza superiore si registra però per la Generazione Z.
M commerce e smartphone ecommerce, perché piacciono?
Utilizzare il proprio smartphone per fare m commerce significa avere sempre a disposizione un dispositivo personale (a differenza di un pc, che magari in famiglia è condiviso con altri), significa risparmiare tempo (il device è sempre acceso, a portata di mano eccetera) e soprattutto assecondare l’impulso all’acquisto in qualsiasi orario e ovunque ci si trovi, dato che ormai tutti hanno in tasca o (sempre) in mano un telefono cellulare intelligente.
È poi importante non sottovalutare che gli utenti sono ormai consapevoli di utilizzare un device personale per compiere gli acquisti e di quel che questo significa, pretendono e apprezzano una esperienza personalizzata di acquisto, vogliono offerte su misura delle loro preferenze, si aspettano di essere riconosciuti e di non dover perdere tempo a cercare tra promozioni di prodotti e servizi che a loro non interessano, che già hanno eccetera.
M commerce, alcuni consigli per gestisce un sito di commercio elettronico
Ormai è imprescindibile che qualsiasi sito aziendale, inclusi e soprattutto quelli dedicati all’e commerce, sia ottimizzato per i dispositivi mobile. Non solo.
Va da sé che proprio per le dimensioni e per la natura stessa degli smartphone, il sito di commercio elettronico che vuole risultare vincente sul fronte dell’m commerce deve essere facile da usare; vantare bottoni grandi per facilitare il tapping; inoltre è necessario che offra liste di scorrimento dei prodotti non molto lunghe e immagini delle merci visibili al fine di attirare l’occhio del potenziale cliente.
L’esperienza di acquisto deve, in pratica, poter essere veloce e soddisfacente proprio perché, come si è detto, il consumatore può compiere la propria spesa ovunque si trovi e non potersi permettere di utilizzare troppo tempo.
Accanto al fatto di dover prestare una particolare cura alla user experience, per far decollare il fatturato generato dall’m commerce è importante attivare specifiche iniziative di marketing digitale per veicolare il traffico al sito. A questo proposito, per esempio, aumenta sempre più l’utilizzo dei social network è perciò fondamentale essere sulle principali piattaforme in maniera attiva ed efficace e consentire all’utente di concludere l’acquisto restando sui social stessi.
D’altra parte, l’azienda che vuole fare business con il commercio elettronico, ma soprattutto con l’m commerce (che appunto ha tra le sue caratteristiche principali l’immediatezza) deve garantire un efficace supporto di live chat o personal shopper virtuali che rispondano in tempo reale alle eventuali richieste dei clienti senza rimandare a mail o momenti successivi per soddisfare una necessità.
La situazione oltreoceano, il ruolo fondamentale delle app
Negli Stati Uniti il 2019 si è chiuso con un giro d’affari relativo al mobile commerce pari a 5,5 miliardi di dollari, una cifra che si stima salirà a 6,4 entro il 2023 (dati: Business Insider Intelligence estimates, US Census Bureau).
Anche oltreoceano le vendite retail in store continuano a restare protagoniste rispetto al commercio elettronico, questa situazione pare però non essere destinata a restare inalterata in quanto l’e commerce (nonostante parta da volumi assoluti molto inferiori rispetto a quelli delle vendite tradizionali) sta crescendo 5 volte più velocemente delle vendite in negozio.
Ugualmente aumentano le vendite mediante smarphone più rapidamente rispetto a quelle realizzate con un desktop (anche se al momento si utilizza ancora di più il pc desktop). Nel 2019 il rapporto tra m commerce e commercio elettronico effettuato mediante altri device era 30 – 70, tale proporzione si avvicinerà al 40 – 60 già entro il 2023.
È interessante notare che tra gli statunitensi adulti i minuti spesi su Internet mediante l’utilizzo degli smartphone sono per lo più destinati alla consultazione di app. Essi riconoscono, tra l’altro, di preferire l’utilizzo delle app anche per il mobile commerce perché risparmiano tempo e denaro per varie ragioni tra le quali vi è il fatto che ricevono offerte e poi possono comparare prodotti e prezzi, hanno una larga scelta di prodotti eccetera.
E così, negli Usa, il 70% degli acquisti mobile è effettuato mediante app.
È allora fondamentale che queste ultime vantino caratteristiche tali da poter essere utilizzate in maniera ricorrente. Prima fra tutti la app deve essere veloce, caricare i dati in modo rapido in modo da non fare allontanare il consumatore.
Per fare un solo esempio, Pier 1 Imports (il retailer omnicanale americano specializzato in arredi e oggetti per la casa) ha investito per far risultare più veloce il caricamento delle pagine della sua applicazione e nei 3 mesi successivi al rilancio della sua soluzione ha rilevato un aumento del 107% delle mobile revenue.
Guardando al prossimo futuro, le aziende possono e dovranno sfruttare le nuove tecnologie per rendere più accattivanti le loro app e distinguersi sul mercato. Restando in ambito arredamento, pensiamo per esempio, alla possibilità di integrare tecniche di realtà virtuale / realtà aumentata per far vedere al potenziale acquirente come un determinato prodotto starebbe all’interno della propria abitazione, quanto spazio vi potrebbe occupare eccetera.