“Tecnologia e umanità, tecnologia è umanità”. Il motto della prima edizione del
Festival della Tecnologia di Torino, (7-10 novembre) non poteva non attirare la mia attenzione. Il professor
Juan Carlos de Martin è curatore scientifico del
Festival della Tecnologia di Torino, (7-10 novembre) insieme al Rettore del Politecnico
Guido Saracco e al giornalista e saggista
Luca De Biase.
Professor de Martin, C’era così bisogno dell’ennesimo festival?
“Questo non è il “solito” festival. La sua originalità consiste nel fatto che abbiamo valorizzato discorsi che nelle riflessioni sull’innovazione e sulla tecnologia trovano di solito poco spazio.”
Quale obiettivo vi siete prefissati?
“Vogliamo aggiungere nuovi punti di vista, non ci limitiamo a ripetere i consueti concetti. Anche per questo molti relatori non sono i “soliti noti”, ma persone dotate di esperienza e creatori di esperienze al di fuori degli abituali circuiti dei convegni.”
Due anni fa, durante “Tecnologia solidale” – l’appuntamento annuale che organizzo alla Camera – il direttore di economyup.it Giovanni Iozzia ha affermato che “la tecnologia o è solidale oppure non è”. Questa concezione ha spazio nel Festival? “Assolutamente sì. Non a caso il motto di questa nostra prima edizione è “Tecnologia e umanità, tecnologia è umanità”.
Traduzione?
“La traduzione è semplice: ci siamo concentrati sulla prospettiva umana che deve avere la tecnologia. Parafrasando il Vangelo, è la tecnologia che deve essere per l’uomo, non il contrario.”
Per questo avete dedicato ben due incontri al tema della accessibilità? Dico “ben due incontri” perché di solito l’accessibilità ha scarsa visibilità in questo tipo di manifestazioni.
“Abbiamo semplicemente cercato di essere coerenti con la nostra impostazione. Tutta la tecnologia e ogni innovazione devono essere accessibili per definizione, altrimenti come possono essere a misura d’uomo? I nostri due incontri “Tecnologia e disabilità, un mondo di possibilità da immaginare” e “Dalla tecnologia per la disabilità alla tecnologia accessibile” hanno approfondito questa prospettiva.”
A partire da quale punto di vista?
“La tecnologia da sempre è stata un acceleratore di sviluppo, economico e umano. Ha favorito il miglioramento delle condizioni di vita e sociali, ed il superamento di limiti dettati da fattori differenti, compresi quelli determinate dalle malattie o dalle disabilità. Ciò è tanto più vero in questa nostra era digitale. L’innovazione tecnologica al servizio della disabilità mette in luce ancor più chiaramente quanto una condizione di difficoltà sia superabile.”