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L’era della PSD2: tutti i nuovi modelli di business nell’industria dei pagamenti

Con l’entrata in vigore della direttiva europea sul mercato entreranno nuovi player, i cosiddetti Third-Party Providers (TPPs). Forniranno servizi diversi, dal money management al credit scoring and lending. Ecco tutti i nuovi modelli di business attivati dalla PSD2 e quali industrie sono coinvolte, a partire dal retail

Pubblicato il 24 Lug 2019

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La Payment Service Directive sta arrivando e stanno già emergendo numerosi modelli di business abilitati dalla direttiva europea da tutti conosciuta come PSD2.

Entrata in vigore nello vigore nello Spazio Economico Europeo (SSE) a gennaio 2018, con il go-live previsto per settembre 2019, la PSD2, la nuova direttiva sui pagamenti, ha l’obiettivo di incentivare la competizione tra i Payment Service Providers (PSP) con lo sviluppo dell’innovazione nel settore e l’apertura del mercato a nuovi player che non necessariamente devono essere soggetti bancari, i cosiddetti Third-Party Providers (TPPs).

Attraverso l’ottenimento di licenze dedicate, la nuova normativa prevede l’introduzione di due nuove tipologie di TPPs:

  • Account Information Service Provider (AISP) – Soggetti che, una volta autorizzati dall’utente, possono accedere alle informazioni transazionali sugli account che lo stesso possiede nelle differenti banche, per fornire una vista integrata delle abitudini di spesa e della ricchezza del cliente e costruire così servizi a valore aggiunto che facciano leva su queste informazioni
  • Payment Initiation Service Provider (PISP) – Soggetti che, una volta autorizzati dall’utente, possono accedere agli account che possiede nelle differenti banche, per avviare un pagamento senza che il cliente debba necessariamente possedere una carta (di credito, debito o prepagata) e potenzialmente a costi per i merchant (chi vende) inferiori rispetto a quelli legati ai servizi tradizionali, attraverso l’utilizzo della stessa infrastruttura alla base dei Sepa Credit Transfer (SCT), ovvero dei vecchi bonifici.

All’interno della comunità dei servizi finanziari si è molto discusso di come questa nuova normativa trasformerà il mercato.

Con l’obiettivo di misurare gli effetti reali sul mercato della PSD2, in EY abbiamo analizzato 23 National Competent Authorities (NCAs) e il registro centrale dell’Autorità bancaria europea per individuare quanti TPPs si sono registrati e quali sono i business model realmente emergenti.

  1. PSD2, i modelli di business: money management

Il modello di business più popolare (27% dei nuovi TPPs) generato dalla PSD2 è quello di servizi relativi al money management ovvero quell’insieme di servizi che fornisce ai clienti approfondimenti sulle proprie informazioni finanziare attraverso l’aggregazione dei dati e la categorizzazione delle spese. È il caso ad esempio di Tink, fintech di origine svedese che, prima ancora dell’avvento della PSD2, attraverso sviluppi di reverse engineering, aveva costruito una soluzione in grado di aggregare informazioni residenti su conti in differenti banche, e ora propone un Personal Finance Management (PFM) tra i più evoluti del mercato.

  1. L’offerta di APIs As A Service

Segue, tra i modelli di business generati dalla PSD2, (19% dei nuovi TPPs) l’offerta di Application Programming Interfaces (APIs) As A Service. All’interno di questa categoria rientrano i servizi che consentono di accedere a dati aggregati e arricchiti da fonti esterne o lo sviluppo di APIs technologies per connettere banche. Queste tipologie di servizi sono di grande attrattività per chi sviluppa proposition Business-to-business (B2B) e ha la capacità di integrare dati costruendo “big picture” a partire da informazioni transazionali. Un esempio di questo caso è Token, basata a Londra, che nell’ultimo round di giugno 2019 ha raccolto 16,5 milioni di dollari, e offre una piattaforma di open banking con un livello di connettività che permette a banche e terze parti di aprire e gestire un canale di comunicazione attraverso il quale scambiarsi informazioni e gestire pagamenti. La soluzione sviluppata ad oggi connette 4.000 banche ed è stata selezionata da MasterCard come uno dei partner a supporto del livello di connettività del suo open banking hub.

  1. PSD2, i modelli di business: payment initiation

Sul podio si posiziona anche l’offerta di servizi di pagamento (17% dei nuovi TPPs) con focus sulla funzionalità di payment initiation, ovvero la possibilità di eseguire transazioni di pagamento direttamente dall’account del cliente. Questo tipo di servizi è di grande interesse sia per i grandi retailers tradizionali “bricks and mortar” sia per i merchant online, che vedono in questa funzionalità la possibilità di disintermediare i circuiti abbattendo le commissioni sottostanti le transazioni. Tra le realtà ad aver acquisito una licenza di questo tipo, una delle più note è Stripe, che a febbraio 2019 ha raggiunto i 22,5 miliardi di dollari di valore e che ha raccolto, dalla sua fondazione nel 2010, 785 milioni di dollari. Stripe è una piattaforma esterna per pagamenti online che consente a un eCommerce di accettare pagamenti. La novità non è tanto cosa fa, ma come lo fa. I fondatori hanno sviluppato una soluzione estremamente semplice da integrare: poche righe di codice da inserire all’interno del proprio sito web o della propria app per accedere all’infrastruttura di pagamento di Stripe. La qualità del servizio è indicata anche dai nomi altisonanti delle aziende che ne fanno uso e da un numero di clienti a sei zeri. Le nuove funzionalità di payment initiation amplieranno la gamma di opportunità di pagamento per questi clienti.

  1. I servizi di credit scoring and lending

Il 12% dei TPPs sta sviluppando servizi di credit scoring and lending che includono la possibilità di stimare il merito creditizio del cliente in funzione dell’analisi delle relative informazioni transazionali o la possibilità per un cliente consumer o una piccola media impresa di identificare l’offerta di credito più soddisfacente tra quelle alle quali può accedere. In questo settore, oltre all’arcinota CRIF, operano realtà come Creditladder che consente a chi affitta un appartamento di migliorare il proprio merito creditizio e ottenere migliori condizioni per mutui o prestiti, condividendo le informazioni sugli accrediti mensili che riceve sul proprio conto corrente dagli affittuari.

  1. PSD2, i modelli di business: accounting and administration

Seguono i servizi di accounting and administration (10% dei TPPs) che consentono ai clienti business di integrare e automatizzare i processi di riconciliazione, pagamento e recupero crediti. In questo settore troviamo grandi realtà come ad esempio Intuit, che attraverso le varie componenti della propria offerta supporta i clienti business nella gestione automatica della contabilità, la consulenza fiscale o la definizione di piani per raggiugere i propri obbiettivi di business in funzione dei trend di ricavi e costi, monitorandone l’avanzamento. Questi servizi vengono offerti anche da realtà più piccole quali ad esempio Accountable, piccola fintech belga che nel 2018 ha raccolto 1,7 milioni di euro, che si rivolge a professionisti autonomi, freelance e partite IVA, supportandoli nella gestione automatica, digitale e mobile first degli aspetti amministrativi della loro attività.

  1. PSD2, i modelli di business: foreign exchange

Ci sono poi i servizi di foreign exchange, offerti dal 4% dei nuovi TPPs. Questi servizi consentono ai clienti in maniera semplice, sicura ed efficiente di cambiare valuta o gestirla (raccogliere e spendere valuta estera) direttamente all’estero riducendo i costi delle commissioni. Tra i champion in questo settore c’è TransferWise, una fintech specializzata nei servizi di trasferimento di denaro che consente di abbattere i costi per le commissioni transfrontaliere e che oggi vanta più di 5 milioni di clienti e muove più di 4 miliardi di euro ogni mese. Richard Branson e i fondatori di PayPal Max Levchin e Peter Thiel, sono tra gli investitori di questa realtà, che ha ricevuto finanziamenti per poco meno di 800 milioni di dollari, di cui 292 milioni lo scorso maggio 2019 portandola ad una valutazione complessiva di circa 3,5 miliardi di dollari.

  1. PSD2, i modelli di business: eCommerce

In fondo alla classifica ci sono quei TPPs che offrono servizi di eCommerce personalizzato (2% delle licenze concesse) attraverso carte fedeltà quali ad esempio Transaction Connect, fintech francese che promette di trasformare “una qualsiasi carta di pagamento in una carta di loyalty” o la possibilità di garantire sconti basati su dati transazionali come fa ad esempio la fintech londinese Tail attraverso la quale si ha la possibilità di ottenere un cashback quando si acquista in un commerciante affiliato, semplicemente connettendo l’app al proprio conto corrente in Starling o Monzo, le popolari challenger bank (nuove banche che offrono i loro servizi attraverso lo smartphone).

  1. I servizi di Consent Management

Ultima value proposition censita è quella dei Consent Management (1% dei TPPs). Questi servizi offrono la possibilità di gestire dinamicamente il consenso dei clienti su dove e quando vogliono condividere le informazioni digitali. E’ il caso di Consents Online, una piattaforma online inglese che utilizza i paradigmi dell’open banking per consentire ai propri utenti di gestire in tempo reale, tramite un’interfaccia unica accessibile via web o mobile app, tutte le società autorizzate ad accedere ai propri dati bancari per servizi di account aggregation o payment initiation. In questa maniera i clienti sono in grado di monitorare costantemente chi accede ai propri dati, verificare per quali finalità lo fa ed eventualmente revocare il consenso concesso quando intercettano l’utilizzo improprio o indesiderato delle proprie informazioni.

Esiste poi circa un 10% di TPPs che, nonostante abbia già acquisito una licenza, non ha ancora lanciato alcuna proposition in ambito PSD2 e che probabilmente sta ancora valutando con quale modello presentarsi al mercato.

Siamo solo alle battute iniziali di un processo che trasformerà il mondo dei pagamenti per come lo conosciamo, con nuovi entranti, nuovi modelli di business per gli incumbent ma soprattutto nuovi bisogni emergenti nei clienti Consumer e Business. Vincerà la sfida chi riuscirà ad intercettarli e metterli al centro della propria strategia evolutiva.

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Filippo Mastropietro
Filippo Mastropietro

Partner responsabile per l'Italia dell’Area Strategy, Customer & Digital Advisory di EY. Ha oltre 18 anni di esperienza nel settore finanziario, principalmente in consulenza, con particolare focus sulle seguenti aree: Retail Banking & SME Banking; Lending & Consumer Finance; Card Payments; Leasing e Insurance.

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