Il dossier presentato al CIO per le Olimpiadi Milano – Cortina ha visto l’enunciazione di cinque obiettivi principali, con il primo ed il secondo posto riservato a temi sociali (“Giochi per tutti”) e sostenibilità (“Sviluppo sostenibile e cooperazione nella macroregione alpina”), intesa non solo come ridotto impatto ambientale ma come creazione di valore prima, durante e dopo l’evento per tutti gli stakeholders della comunità.
Olimpiadi 2026, la sostenibilità al centro
Il tema della sostenibilità al centro del progetto Olimpico assume ancora più rilevanza se si considera che l’intero Dossier di candidatura è stato costruito all’interno delle linee guida già presenti nei documenti programmatici di città e regioni, come il Piano di Governo del Territorio di Milano (PGT 2030), il Programma di Sviluppo Regionale (PST 2018-2023) per la Regione Lombardia, e i piani strategici della Regione Veneto e della città di Cortina.
Le Olimpiadi Milano-Cortina pertanto non stravolgono i piani di sviluppo dei territori, ma vi si inseriscono, li sintetizzano e li rafforzano. Ciò avviene anche in considerazione dei cambiamenti dell’Agenda 2020 del CIO, che definisce obiettivi sportivi, economici, sociali ed ambientali di lungo periodo e richiede espressamente di presentare candidature in linea con essi, spostando così il paradigma della manifestazione “da sport-centrica a evento-centrica”.
Delle 14 venues destinate alle competizioni, 13 sono già esistenti o temporanee, e pertanto per l’intera competizione solamente una nuova struttura, il PalaItalia di Santa Giulia, verrà costruito da zero. La sua edificazione inoltre era già stata programmata e garantita anche in caso di non assegnazione delle Olimpiadi alla candidatura italiana, così come i lavori di ristrutturazione o ammodernamento delle altre infrastrutture.
Una nuova infrastruttura tecnologica “leggera”
Il ridotto numero di nuove infrastrutture fisiche non è tuttavia sinonimo di mancanza di infrastrutturazione. Quest’ultima, tralasciando per ora i villaggi olimpici e le probabili opere per adeguare il sistema di trasporti, assume anche una nuova accezione, se vogliamo più “smaterializzata” o “leggera”: si apre la strada per un’infrastrutturazione tecnologica, che porti alla creazione di network responsive per l’offerta di servizi avanzati erogati al cittadino e alla comunità tramite oggetti tecnologicamente avanzati.
Una volta sviluppata, l’infrastruttura tecnologica è in grado di abilitare diversi livelli di servizio per interfacciarsi con l’utente-fruitore, mettendo così in connessione l’uomo e gli oggetti intelligenti (smart object) seguendo un trend di forte crescita testimoniato dagli ultimi dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano dedicato all’Internet of Things.
Alla base dell’IoT vi sono gli oggetti intelligenti, ma l’intelligenza non si ferma agli oggetti e si spinge fin dentro alla natura stessa della rete che li interconnette: utilizzo di standard tecnologici aperti, accessibilità al dato, raggiungibilità degli oggetti e multifunzionalità sono proprietà chiave dello smart network.
Manifestazioni di caratura internazionale come le Olimpiadi invernali possono fungere da propulsore nella diffusione delle infrastrutture tecnologiche abilitanti e dei layer di servizi ad esse abilitate, configurando così una nuova offerta non solo per quanto riguarda gli eventi sportivi, ma lasciando un’eredità duratura alla comunità.
Il tema della sostenibilità assolve anche al ruolo di principio guida nei nuovi sviluppi tecnologici, introducendo obiettivi quali la resilienza delle soluzioni. Assistiamo pertanto all’emergere di un nuovo paradigma nella relazione dell’uomo con la tecnologia, dove l’esperienza del fruitore assume connotazioni sempre più digitali grazie a soluzioni più comuni e diffuse, durature, accessibili ed utilizzate per le funzioni più disparate, diventando la naturale interfaccia verso ciò che ci circonda.
Olimpiadi Milano-Cortina, il ruolo che possono giocare la tecnologia e le startup
Dalla Smart City alla Smart Mountain
È su questo tracciato che si stanno sviluppando le Smart City e sui medesimi presupposti, considerando che la candidatura di Milano-Cortina nasce dalla collaborazione fra città e montagna, nasce il concetto di Smart Mountain, con la creazione di uno smart network montano che delinea nuovi orizzonti e nuove opportunità di business. La rete tecnologica intelligente permette di connettere l’utente con la montagna, e tale connessione viene traslata anche orizzontalmente nella creazione di una rete tra gli utenti, costruendo piattaforme per l’erogazione e la fruizione di servizi digitali. Le Olimpiadi invernali, che per loro natura vivono un rapporto più pervasivo con l’elemento naturale rispetto alle Olimpiadi estive, danno l’opportunità di ripensare il rapporto tra persone e territorio, spingendo la manifestazione oltre i confini della semplice edificazione di infrastrutture.
Nella logica dello sviluppo di un sistema che lasci del valore come eredità per le comunità, le piattaforme di tecnologie e servizi si configurano in definitiva come il punto di contatto tra il fruitore e la rete comprensiva di tutte le attività costituenti il tessuto produttivo della montagna, il cui operato viene digitalizzato a partire dal settore turistico per arrivare ad agire su attività più tradizionali. Attività che vengono così rese più sicure, monitorabili e soprattutto attrattive anche per le nuove generazioni della forza lavoro, rispondendo così direttamente ad un altro punto di natura sociale esplicitato all’interno della candidatura e molto sentito su tutto l’arco alpino, vale a dire lo spopolamento delle località montane.
Anche sulla base di questi pilastri potrà essere decretato il successo o meno di questo evento. Non sarà una valutazione da effettuare nell’immediato, bisognerà valutare nel tempo i benefici che le Olimpiadi del 2026 lasceranno al territorio. Il percorso di avvicinamento e il tracciato a seguito dell’evento assumono forse ancor più rilevanza dell’evento stesso, lanciando le Olimpiadi in una nuova dimensione, di sviluppo e coesione sociale ancor più che sportiva.