Strategia, formazione, customer journey, back office, digitalizzazione delle collezioni. Sono le principali aree in cui le istituzioni museali devono accelerare la trasformazione per diventare più contemporanee. Ecco l’analisi dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano
Pubblicato il 24 Mag 2019
Cultura e trasformazione digitale: a che punto siamo? Osservatori Digital Innovation ha presentato giovedì 23 maggio il report dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali per analizzare lo stato dell’arte dell’innovazione nel mondo della cultura. User journey, esperimenti di innovazione digitale e tutti i passi da compiere per un modello davvero centrato sul visitatore: questi i temi al centro dell’indagine. La giornata di lavori è stata anche l’occasione per presentare le startup dell’ecosistema culturale del progetto sostenuto da Lottomatica, Idee Vincenti (Aerariumchain, Authclick, CityOpen Source, Percorsi di Contaminazione Tattili, Vedere l’Invisibile) e per l’assegnazione del Premio Gianluca Spina per l’Innovazione Digitale nei Beni Culturali.
Innovazione e Cultura, l’indagine degli Osservatori
Nell’ottica di supportare le istituzioni culturali nel processo di innovazione, l’Osservatorio ha analizzato il livello di digitalizzazione nel panorama museale italiano. Le istituzioni si trovano oggi al centro di un processo di profondo cambiamento, stimolato dalla necessità di aprirsi sempre più all’esterno, utilizzando modi e linguaggi nuovi. La trasformazione costituisce una sfida ma anche un’opportunità per avvicinare un pubblico nuovo e per valorizzare beni materiali e immateriali che le istituzioni custodiscono e producono. Dai dati emerge un quadro in evoluzione con molti progetti attivi, ma c’è forte bisogno di maggiore strategia, digital skills e di fare rete tra gli attori dell’ecosistema culturale, sfruttando la tecnologia come fattore abilitante.
User journey: il viaggio dei visitatori
Il viaggio dei visitatori culturali inizia con una fase di ispirazione e ricerca e già in questi primi passi l’innovazione digitale gioca un ruolo fondamentale. Tra i principali strumenti utilizzati si evidenziano recensioni e social network, dove i musei risultano molto presenti. In questa fase, emerge un primo messaggio importante: curare l’esperienza dei visitatori, invogliarli a raccontarla per fidelizzarli e anche per attrarre un pubblico più ampio. In quest’ottica, i Big Data sono un elemento chiave per riformulare una proposta di valore disegnata intorno ai visitatori. Si rivela necessario anche implementare l’accessibilità sia mobile sia per i visitatori stranieri. Tra le tecnologie preferite dai musei e che incontrano maggiore diffusione ci sono realtà aumentata e realtà virtuale, utilizzate per trasmettere contenutiin modalità interattiva, rendendo il museo più attrattivo anche per un pubblico giovane e per le famiglie con bambini. I videogiochi sono il passo successivo rispetto a strumenti di VR e AR, quando la finalità è quella dell’interazione e dell’engagement nel post visita. Resta ancora da definire quale sia il modello più efficace di strumento digitale di supporto alla visita.
Back office e digitalizzazione delle collezioni
Se nel “viaggio” dei visitatori la trasformazione si fa sentire, i musei sono ancora poco digitalizzati per le attività di back office. Il 32% di essi non dispone di alcun sistema informatizzato di supporto alle attività amministrative, come la gestione degli acquisti o del personale. Per quanto riguarda la catalogazione dei beni delle collezioni, i sistemi informatizzati sono diffusi, ma il catalogo cartaceo prevale ancora. Gli spazi per un efficientamento e una migliore gestione di queste attività sono dunque notevoli. Disporre di strumenti che possano migliorare e automatizzare la gestione dei contatti, ad esempio, dovrebbe divenire prioritario per tutte quelle istituzioni che stanno concentrando i propri obiettivi strategici sull’ampliamento di pubblico e l’engagement e la fidelizzazione degli utenti già raggiunti.
Dietro la digitalizzazione: strategia e formazione
Strategia e piano digitaleLa strada verso una migliore gestione delle istituzioni culturali italiane non può non passare da una migliore digitalizzazione delle attività, che risulta ancora poco diffusa. Il 76% dei musei ha dichiarato di non avere alcun piano strategico dell’innovazione digitale. Inoltre, gli investimenti destinati al digitale, sono ancora molto contenuti e le competenze digitali sono per lo più legate alla comunicazione. Parlare di innovazione risulta molto difficile senza la presenza di adeguate figure professionali, ma il 64% dei musei ha dichiarato di non avere al proprio interno professionisti con competenze digital. Le istituzioni culturali sono auto-didatte o stanno avviando ora percorsi di formazione del proprio personale sui temi legati al digitale. Per concludere il quadro, tra fisico e digitale l’apertura alla collaborazione rimane l’imperativo principale: occorre che l’istituzione culturale si apra non solo al visitatore, ma anche agli attori territoriali, ai fornitori di servizi online e non, alle aziende con cui lavorare per raggiungere insieme target comuni e non scontati.
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