Come funziona e cos’è il corporate car sharing? Perché si sta diffondendo nelle aziende? È conveniente e, nel caso, che tipo di risparmi genera e in che modo può creare valore per le aziende e per la società in generale nell’ottica della mobilità sostenibile? Vediamo di spiegare in dettaglio un servizio offerto con sempre maggiore frequenza dalle società che operano nel settore dell’automotive.
Offrire la possibilità di condividere tra più persone i veicoli è un servizio che si è prima di tutto affermato per gli spostamenti privati (secondo stime tratte dal Rapporto nazionale sulla sharing mobility, già nel 2017, erano più di un milione gli iscritti ai servizi di car sharing per utilizzare quasi 8mila veicoli in 35 città italiane) ma che ora interessa sempre più anche i fleet manager aziendali per ottimizzare la gestione del loro parco veicoli.
Il car sharing aziendale, cos’è e come funziona
Condividere con i propri colleghi i mezzi del parco auto aziendale invece di averne assegnato uno: ecco cos’è il car sharing aziendale in estrema sintesi. È un servizio business nato in risposta alle esigenze di mobilità delle aziende e, allo stesso tempo, alla necessità di puntare sul risparmio e sul taglio di costi inutili. In pratica, questo servizio si basa sull’utilizzo di una piattaforma tecnologica capace di gestire tutti i dati relativi ai mezzi e su una applicazione che è in mano degli utilizzatori delle macchine (veicoli che possono essere indifferentemente sia di proprietà che a noleggio).
Ciò che caratterizza questa formula è il fatto che le auto non vengono assegnate, sono a disposizione potenzialmente di tutti e possono essere parcheggiate sia in azienda sia fuori.
Come funziona il corporate car sharing? L’azienda decide di servirsi di un fornitore di questa tipologia di servizi corrispondendogli una tariffa periodica. Una volta implementata la soluzione tecnologica, ogni dipendente cui è stato dato accesso alla piattaforma può collegarvisi mediante l’app e verificare quale mezzo poter utilizzare. A questo punto può procedere alla prenotazione; quando il servizio lo consente, può recarsi addirittura a prendere il mezzo utilizzando chiavi digitali. Il tutto all’insegna di estrema velocità e semplicità.
Alcune applicazioni possono, tra l’altro, essere arricchite da chat interne che consentono un più rapido confronto con i colleghi, così come di sistemi di incentivi che premiano l’utilizzo dello stesso mezzo da più persone per fare lo stesso tragitto e così via.
D’altra parte, il fleet manager ha sempre sotto controllo la situazione del parco auto aziendale e può recuperare report aggiornati sui viaggi effettuati e su tutti i dettagli relativi in modo da gestire al meglio i mezzi e intervenire se si verificano inefficienze nell’organizzazione.
Fleet management: cos’è e cosa cambia dal noleggio a lungo termine
Corporate car sharing: risparmi e mobilità sostenibile
Sperimentati in primis i vantaggi del car sharing in ambito privato, anche le aziende e, in particolare, i fleet manager hanno individuato nel car sharing aziendale una interessante opportunità per vari motivi. Primo fra tutti, l’ottimizzazione dell’intero parco auto aziendale. Non fare assegnazioni personali dei veicoli significa sfruttare i mezzi al meglio, evitare momenti di mancato utilizzo ed eventualmente arrivare a decidere di ridurre il numero delle macchine se ci si rende conto che ne è stata sovrastimata la necessità.
Di conseguenza, possono essere diminuiti i costi di affitto di spazi per parcheggiare e tutte le spese relative ai parcheggi stessi (dalla sorveglianza, alla manutenzione all’illuminazione).
D’altro lato, si tende ad annullare la necessità di noleggi a breve termine e, ancora più, delle spese per i taxi e altri mezzi di trasporto utilizzati da chi non avrebbe avuta assegnata una macchina in una impostazione tradizionale di parco auto aziendale.
Inoltre, il servizio di corporate car sharing è abbastanza flessibile e personalizzabile da poter arrivare a rappresentare un benefit aziendale. In altre parole, il fleet manager può decidere di estendere l’uso delle auto anche alla sera e al fine settimana, offrendo gratuitamente o a prezzi convenienti ai propri colleghi l’uso privato.
A questo proposito risultano evidenti le ripercussioni positive anche sull’ambiente e sulla collettività. Un minor numero di veicoli e una gestione ottimizzata degli stessi significa meno inquinamento, meno traffico eccetera.
In questo senso, i vantaggi relativi al corporate car sharing aumentano se tra i veicoli utilizzati vi sono macchine elettriche che, adibite soprattutto agli spostamenti in città, garantiscono ancora maggiori benefici in quanto non comportano emissioni nocive.
Quali tecnologie utilizzate e l’offerta sul mercato
Le tecnologie su cui si basano i servizi di corporate car sharing sono principalmente quelle di connettività e geolocalizzazione, i sistemi IoT, i software per la rielaborazione dei dati raccolti.
Più nello specifico, le auto sono (e saranno sempre più dotate, probabilmente anche per legge) di scatole nere, ossia di dispotivi capaci di collegarsi alle reti di comunicazione cellulare, su cui sono installati un GPS e un accelerometro.
I dati raccolti da queste telematic box (sono tantissimi, da quelli del traffico a quelli dello stato delle strade, dallo stile di guida del driver a tutti i dettagli sul funzionamento del motore) possono essere utilizzati in vari modi (per scopi assicurativi, per le società che erogano finanziamenti eccetera) tra cui l’offerta di servizi evoluti di mobilità proprio come il car sharing aziendale.
Sono molteplici gli attori protagonisti dell’offerta di queste soluzioni, sarebbe impossibile citarle tutte e riuscire nel dettaglio a evidenziarne le caratteristiche distintive dei singoli servizi. Sicuramente tra i fornitori più affermati e conosciuti vi sono ALD, CCS Italia – Corporate Car Solutions, LoJack, Share’ngo, Targa Telematics, Up2go, Alphabet, Texa Telemobility e le più recentemente arrivate nel mercato italiano Axodel e Upooling.