HANDS ON THE GROUND

Aziende e luoghi di lavoro: migliorare l’ambiente sviluppa la produttività (e il coraggio)

L’ambiente lavorativo inteso come luogo fisico viene spesso sottovalutato, invece serve a chi guida l’azienda per dare segnali chiari, a dipendenti e collaboratori per creare il gruppo e a tutti per crescere insieme. Cambiare luogo richiede coraggio, ma a volte è necessario. Così si può stimolare la creatività

Pubblicato il 27 Mar 2019

Sace e il CarrerGPs

Stasera, ho deciso di prepararmi un piatto di pasta con pomodoro, vasilicòpassuluna, ossia olive nere (provatelo pure!). Si sa che questi accostamenti “vastasi” (ossia, non raffinati) suscitano spesso pensieri in libertà.

Cenando, ho riflettuto su quanto cambiare gli ambienti in cui spendiamo la maggior parte della nostra vita, possa rappresentare e costituire (per certi versi) una svolta e soprattutto richieda “coraggio” (parola ormai desueta in contesti professionali fortemente individualisti).

Giusto per non farmi mancare nulla e per provare fino in fondo questa teoria, nell’arco di quattro mesi ho cambiato sia casa che ufficio.

Mentre il cambio di casa l’ho vissuto quasi come una liberazione, l’aver abbandonato i luoghi a cui per 8 anni ho associato le parole “lavoro” e “responsabilità” ha richiesto uno sforzo mentale ed emotivo maggiore.

Abbiamo lasciato un luogo in cui sono accadute moltissime cose, talune bellissime e altre da dimenticare.

Abbiamo cambiato ufficio per uno pensato, sin dall’inizio, per migliorare l’ambiente di lavoro, la produttività e il senso di appartenenza.

Entrando ogni giorno nel nuovo ufficio, capisco quanto l’ambiente lavorativo (inteso proprio come il luogo fisico in cui viene svolta l’attività) venga spesso sottovalutato. Serve decisamente a chi guida l’azienda per dare segnali chiari. Serve ai dipendenti e ai collaboratori per creare il gruppo, cooperare, condividere. Serve alla fine per crescere insieme e ricercare nuovi stimoli.

Non so se siamo riusciti a creare le migliori condizioni lavorative possibili, ma ci siamo impegnati per rendere confortevole e stimolante il contesto lavorativo.

Ora non immaginatevi nulla di straordinario!
Abbiamo affittato un appartamento (più grande del precedente) in un palazzo d’epoca  e abbiamo provato a coniugare antico e moderno.

Abbiamo cercato un arredamento consono all’attività che svolgiamo, ma, nello stesso tempo, funzionale, abbiamo scelto di personalizzare le lavagne con il logo della società in ogni ambiente e abbiamo deciso di fare il wrapping di alcune pareti con loghi e frasi motivazionali, abbiamo installato monitor con cui ricordare i nostri valori aziendali.

Abbiamo cercato stanze con luci naturali (ove possibile), lampade LED e illuminazione indiretta per ridurre al massimo i fastidi a chi usa simultaneamente due o più monitor.

Avrei voluto uno spazio dedicato allo svago, ma non è stato fattibile a causa del layout dell’immobile. In compenso, abbiamo riservato due sale disegnate per poter (se si vuole) lavorare insieme e condividere idee.

Abbiamo acquistato una lavagna digitale per stimolare la creatività (provate a dare un’occhiata a Samsung Flip) e l’interazione tra le persone nelle fasi di brainstorming.

Non è tanto, è quello che può una piccola realtà, ma sono orgoglioso dello sforzo fatto in un contesto come quello di Palermo.

Volendo tirare “il paro e lo sparo” (le somme, vah), il nuovo ufficio ha costituito una ventata d’aria nuova e sana, così per scrollarsi di dosso un po’ di polvere. Uno sforzo e un impegno per fare qualcosa di più per tutti i collaboratori, ma anche per chi si assume la responsabilità della gestione. Questa scelta è stata anche un atto di coraggio, inteso come “l’impulso che è in grado di trasformare la rabbia – o comunque il dissenso o la resistenza al cambiamento – in una forza di propulsione positiva, destinandola a trasformarsi a sua volta in quel moto virtuoso rappresentato dalla grinta”.

Questo sarà un anno ricco di incertezze, in cui dovremo, forse più degli altri impegnarci nella ricerca di novità e stimoli di crescita. Questo è l’anno in cui, forse, più degli altri dovremo dimostrare i nostri 13 anni di anzianità.

Lo abbiamo iniziato a fare chiarendo alle nostre persone cosa sono per noi.

Lo abbiamo fatto mettendo all’ingresso un unico messaggio, che sintetizza il motivo per cui entriamo in azienda: l’innovazione.

L’innovazione di cui abbiamo provato a chiarire quelli che per noi sono le componenti principali: ispirazione, visione, creatività, capacità di lavorare insieme, capacità analitica, capacità di sviluppare le idee e renderle concrete.

Il corridoio è stato destinato ad ospitare delle frasi che rappresentano l’approccio all’innovazione che condividiamo. La mia preferita è: “The important thing is not to stop questioning, because the future belongs to the curious”.

Vogliamo essere un’organizzazione coraggiosa, capace di favorire la sostenibilità emotiva del lavoro, in un contesto in cui il cambiamento è il pane quotidiano.

PS: Il wrapping delle pareti è una figata, ve lo consiglio!

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Gianmarco Troia
Gianmarco Troia

Founder e Managing Director di Securproject; founder e Business Development di Qwince. Gianmarco è uno startupper fiero delle sue origini siciliane, mai trascurate nonostante un lungo soggiorno a Londra.

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