SMART MOBILITY

Che cos’è l’auto as a service e quali servizi sono possibili con big data e IoT

Le auto saranno sempre di più sensori che producono dati. Gestirli permetterà di sviluppare servizi innovativi, dal lavaggio auto a distanza all’assicurazione a consumo. Lo scenario al centro del secondo incontro di Telepass alla Milano Digital Week. Il CEO Benedetto: “Si può fare solo in un ecosistema di partner”

Pubblicato il 19 Mar 2019

Gabriele Benedetto, CEO di Telepass, con Giovanni Iozzia, direttore di EconomyUp

Fino a pochi anni fa l’automobile era sostanzialmente un mezzo per spostarsi da un luogo all’altro. Oggi, grazie ai big data e all’Internet of Things che connette le cose tra loro, l’auto è soprattutto un sensore e una centrale di servizi innovativi: produce una vasta mole di dati, utilizza una quantità altrettanto notevole di dati. L’auto connessa è un sensore perché, per esempio, attraverso il tergicristallo può segnalare quando c’è pioggia, dato utile per fornire informazioni sul meteo. D’altra parte i dati provenienti dal veicolo stesso consentono di offrire una serie di servizi al guidatore, dal lavaggio auto alla copertura assicurativa disegnata su misura. I dati che vengono dai veicoli in car sharing possono permettere di individuare la presenza di buche lungo il percorso. I dati a disposizione delle società di noleggio auto aiutano a capire il comportamento del cliente per potergli offrire ulteriori servizi.

AUTOMOBILE AS A SERVICE, UN ECOSISTEMA DI PARTNER

L’automobile as a service è prima di tutto un mondo fatto di attori che, se messi insieme e stimolati a dialogare tra loro, può offrire enormi potenzialità. È questa la visione di  Telepass, che sta riunendo intorno a sé un ampio e variegato ecosistema della mobilità. Perché, come ha affermato il CEO Gabriele Benedetto al secondo dei due incontri organizzati dalla sua società nell’ambito della Milano Digital Week, “la mobilità richiede un ecosistema”. Perciò Telepass ha stretto e sta continuando a stringere partnership con una serie di attori della mobility, alcuni dei quali presenti all’incontro: dalla startup Wash Out (che ha mostrato in diretta video come chiamare un addetto al lavaggio della propria auto in sosta dall’app Telepass Pay) a Drive Now, dall’azienda di noleggio a lungo termine Arval ad alcune società di parcheggio. Altri attori erano presenti al primo incontro, il 13 marzo. Altri ancora se ne aggiungeranno (“Anche i treni saliranno su Telepass” ha anticipato Benedetto). L’obiettivo finale si chiama Telepass Next, un sistema che interagirà con l’elettronica delle auto rendendola qualcosa di profondamente diverso.

Alla base di tutto c’è una nuova parola: auto as a service. Ovvero l’auto non più come veicolo di proprietà usato meramente per spostarsi dal punto A al punto B, ma un’auto condivisa, noleggiata, connessa, che grazie alla sua connettività può offrire una serie di servizi. Vediamo meglio cos’è e come si è sviluppato il dibattito intorno a questo tema.

I BIG DATA E L’AUTOMOBILE CONNESSA

Il concetto di auto come sensore è stato introdotto da Fabio Pressi, CEO di InfoBlu, la società del gruppo Atlantia che usa i big data per il mondo della mobilità: “La smart city è un insieme di sensori in grado di scattare la foto esatta di quello che sta succedendo tutto intorno. L’Internet of Things sta rendendo le città capaci di conoscere quello che succede nelle città stesse. Per noi l’automobile è un sensore, un oggetto che può generare informazioni. Ogni secondo sulla nostra piattaforma arrivano 500mila segnali. Mettendo insieme InfoBlu con Telepass stiamo cercando di cambiare il mondo della mobilità”.

“Grazie ai big data – ha aggiunto Gabriele Benedetto – abbiamo la possibilità di migliorare i servizi aggiuntivi. Possiamo migliorare la qualità del servizio: i dati dell’auto lasciata sulle strisce blu mi consentono il lavaggio dell’auto (vedi sotto, ndr). Possiamo evitare le frodi: grazie ai dati intercettiamo la localizzazione delle persone, dell’auto e le transazioni finanziarie. Possiamo dare servizi aggiuntivi al cliente, cioè fare upselling”. Al centro c’è l’auto connessa. “Questo decennio sarà l’era della connected car” prevede il CEO di Telepass.

I NUOVI SERVIZI PER L’AUTO CONNESSA

Verso l’assicurazione a consumo

Grazie a big data e IoT si evolvono anche i servizi assicurativi. Come ha spiegato Marco Fornari, CEO Telepass Broker, “andremo verso la copertura della mobilità door to door, da mattina a sera. Per ora non c’è nessun progetto che associa tutti i servizi. Ma ci sono 1800 startup dell’insurtech”. “I pezzi del puzzle li abbiamo tutti” ha confermato Gabriele Benedetto. “Dal prossimo anno vorremmo rendere l’assicurazione a consumo”.

Luca Grasso, Product Manager Telepass Pay, ha aggiunto: “I big data consentono di creare relazioni tra i vari servizi e quindi anticipare i bisogni del cliente: per esempio, se è andato a sciare, è possibile dedurre che l’auto è sporca e proporgli un servizio di lavaggio auto”. Torna il concetto di auto come sensore.

Da sinistra a destra Gabriele Benedetto, CEO Telepass, Fabrio Pressi, CEO InfoBlu, Marco Fornari, CEO Telepass Broker e, seminascosto,

I BIG DATA PER IL CAR SHARING

L’automobile è sempre più un mezzo condiviso, soprattutto nelle grandi città, soprattutto a Milano.

Valentino Sevino, Mobility Planning Area Director AMAT, ha ricordato: “A dicembre 2018 abbiamo approvato il Piano decennale urbano della mobilità. Per la prima volta abbiamo aggiunto il concetto di sostenibilità. Oggi a Milano ci sono 51 veicoli ogni 100 abitanti, nel 2013, peraltro l’anno in cui ha debuttato il car sharing, erano 57 su 100. Puntiamo a 46 veicoli ogni 100. Il 26 febbraio è partita l’area B, il prossimo 9 aprile ci sarà un workshop sul nuovo car sharing di Milano. Allestiremo tavoli di ascolto per poi sviluppare un nuovo bando per il car sharing”. Si lascia così sempre più spazio al veicolo non di proprietà, in un’ottica di decongestionamento del traffico e sostenibilità ambientale. Quale rapporto tra dati e car sharing? “Sicuramente – dice Sevino – nel nuovo bando lavoreremo di più per fare in modo che gli operatori utilizzino l’output delle informazioni rese pubbliche per migliorare il proprio servizio. Per esempio i dati del car sharing potranno essere utili per individuare la presenza di buche”.

AUTO AS A SERVICE, I SERVIZI A VALORE AGGIUNTO

Lavaggio auto

“L’auto connessa permette di ideare nuove offerte, come il lavaggio auto” ha spiegato Christian Padovan, Co-Founder di Wash Out. Wash Out è una startup che offre un servizio di lavaggio auto e moto a domicilio con prodotti ecologici. Telepass è entrata nell’azionariato della società a febbraio scorso investendo un milione di euro.

Durante l’evento del 15 marzo è stato mostrato in diretta video come, attraverso l’utilizzo della app Telepass Pay, è possibile lasciare l’auto sulle strisce blu, chiamare da app un addetto al lavaggio di Wash Out, aprire le portiere da remoto, richiuderle.

Da sinistra a destra Christian Padovan, Co-Founder di Wash Out, Andrea Leverano, Managing Director di Drive Now, e Fabio Curtacci, Italy Cards Sales & Operation Manager Kuwait Petroleum. Sullo sfondo il video con la ripresa in diretta della pulizia auto di Wash Out

Noleggio auto a lungo termine

“Con i big data cambia il modello del noleggiatore di auto, da reattivo a pro-attivo” ha detto Gregoire Chové, Direttore Generale Arval Italia. “Per chi fa NTL è possibile analizzare il comportamento di guida del driver, ma anche prevedere un guasto o ridurre il tempo di fermo di un’auto. Con l’auto connessa si possono dare nuovi servizi, soprattutto ora che il noleggio è sempre più privato, un fenomeno con una crescita a 3 cifre: oggi sono 40 mila i veicoli a noleggio usati da privati. In Arval abbiamo previsto di moltiplicare per dieci il parco auto noleggiato a privati nei prossimi tre anni. L’auto è sempre più una facility, si può parlare di auto as a service”.

“Con Arval – ha aggiunto Gabriele Benedetto – abbiamo dato vita a Telepass Fleet: un servizio che permette all’azienda il pagamento in modalità dinamica del pedaggio autostradale e una serie di servizi di mobilità. Tra questi la sosta nei parcheggi aeroportuali e cittadini, la sosta sulle strisce blu in diversi comuni italiani, l’ingresso nell’Area C di Milano e, attraverso il portale dedicato e l’app, la possibilità di gestire e monitorare la mobilità della propria flotta in modo semplice ed efficace, e al driver di rendicontare velocemente le proprie spese di viaggio. Vorremmo offrire servizi aggiuntivi come la possibilità per chi ha noleggiato l’auto Arval di farsi cambiare le gomme, o avere una prepagata per il carburante ecc.”.

Al centro Gregoire Chové, Direttore Generale Arval Italia
“I tempi e l’ experience sono cambiati” ha affermato Andrea Leverano, Managing Director di Drive Now, piattaforma che si chiamerà Share Now, nata recentemente dalla fusione tra car2go e appunto Drive Now.  “L’ automotive mette al centro il cliente in un’ottica completamente nuova. Il car sharing non è più usato solo per gli spostamenti, ora sta diventando intermodale con il trasporto pubblico”

Per Fabio Curtacci, Italy Cards Sales & Operation Manager Kuwait Petroleum, il “device per eccellenza sul quale collocare la fruzione del carburante è la macchina, non il telefonino. Un’auto connessa è in grado di suggerire lei stessa la modalità di rifornimento”.

È poi intervenuto Marco Cavone, Co-Founder & CEO di Wise Emotion: “Il nostro sviluppo punta a sfruttare tutti i dati per dare un servizio a valore aggiunto al cliente. Perr esempio il link al delivery: far partire dall’e-commerce la richiesta a un veicolo di aprirsi affinché il corriere possa lasciarvi dentro un pacco”.

Infine per il tema parcheggi hanno parlato Carlo Cioci, Responsabile Area Impianti Parcheggi Italia, e Davide Raguzzoni, Responsabile Marketing Operations ParcheggiItalia. Raguzzoni ha detto: “L’utente cerca servizi: non vogliamo più far utilizzare le casse al cliente e possiamo farlo anche grazie ai big data”. Cioci: “Estenderemo Telepass in tutta la rete dei nostri parcheggi”.

“In Italia abbiamo tutti gli elementi per creare la vera mobilità integrata” ha concluso il CEO Gabriele Benedetto. “Il nostro è un progetto aggregante – ha proseguito– che non cerca di acquisire clienti da altri ma vuole portare agli 11 milioni di clienti di Telepass un uso più semplice dei servizi connessi”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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