Il business plan è logicamente successivo al business model poiché indica come si intende mettere in pratica il modello di business. Si tratta di un documento spesso corposo, fatto di analisi di costi e di previsioni di ricavi, di indagini di mercato e di consumo ed è, nel concreto, l’arma con cui si può provare a conquistare gli investitori e gli stakeholder con i quali si intende agire.
Tra i punti forza di un buon business plan deve esserci la descrizione del progetto e in modo piano, dell’idea di business che si intende portare avanti.
In particolare occorre descrivere in modo il più dettagliato possibile (così che un eventuale finanziatore sappia a cosa serviranno i suoi soldi) le caratteristiche della produzione come processi produttivi, materiali, esternalizzazioni, personale necessario, costo di produzione, costo e canali di vendita e distribuzione al pubblico.
Poiché buona parte del business plan muove da analisi di marketing e dallo spazio che ci può essere per la nostra produzione nel mercato occorre indicare con chiarezza sia, se ci sono, i caratteri innovativi della produzione sia, i rapporti di concorrenza con altri attori del settore.
Tra le eventuali voci di un business plan, occorre indicare anche il punto di pareggio (break even) e la data prevista del suo raggiungimento, la forma giuridica che si intende dare alla società, le dimensioni dell’organico e tutti i vari aspetti organizzativi della società.