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10 Previsioni Fintech per il 2017 – 9. La nuova direttiva Ue sui pagamenti favorirà Facebook

La normativa impone alle banche di mettere i propri sistemi a disposizione di chiunque lo richieda. Questo agevolerà le startup, ma ancora di più i colossi di Internet. Che potrebbero minacciare seriamente l’esistenza degli istituti bancari

Pubblicato il 09 Mag 2017

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Per i non addetti al settore, la PSD2 è la nuova Direttiva Europea sui Pagamenti (Payments Services Directive n. 2). La direttiva impone alle banche di mettere i propri sistemi a disposizione di chiunque lo richieda.

Tradotto in termini pratici, questo significa che qualunque piccola startup potrà offrire servizi simili a quelli di una banca, appoggiandosi ai sistemi che già esistono. Potrete inviare soldi via chat, avere un’app che gestisce le vostre finanze accedendo a tutti i vostri conti e carte di credito e così via.

Se siete esperti del settore questa descrizione probabilmente vi sembra una semplificazione eccessiva. Ma il vero cuore della PSD2 è proprio questo.

Il risultato è simile alla liberalizzazione delle rotaie nel mercato dei trasporti ferroviari. (Quasi) chiunque può mettere un treno sulle rotaie e fare concorrenza a Trenitalia. Con la grande differenza che nel mercato delle ferrovie i treni costano, la domanda è limitata, e l’offerta è anch’essa limitata (di fatto si spostano passeggeri dal punto A al punto B).

Il mercato bancario è l’esatto opposto. Sviluppare un’app ha un costo estremamente limitato. Transferwise—un’app basata qui da noi a Londra che permette di trasferire denaro all’estero senza costi di valuta—ha iniziato con 50 mila dollari. Dopo essere cresciuta, ha raccolto 116 milioni di dollari di investimenti con una valutazione superiore al miliardo.

La domanda del mercato bancario è quasi illimitata. Praticamente tutti hanno un conto in banca, almeno nei paesi occidentali, e lo usano regolarmente. Molti hanno carte di credito, conti in diverse banche, e magari un conto separato per l’azienda, se sono imprenditori o liberi professionisti.

L’offerta del settore bancario è anch’essa praticamente illimitata. Non si tratta solo di depositare il denaro. Ci sono i pagamenti nei negozi, i pagamenti all’estero, i pagamenti a rate, i mutui, i prestiti, lo sconto delle fatture. Ma la vera novità che arriva con le startup è al di fuori dei pagamenti.

App come Moneyfarm, Acorn, MoneyBox sono in grado di investire il denaro. App come Revolut permettono di pagare in tutto il mondo negozi, bar e taxi senza cambiare valuta (e quindi senza pagare i costi della conversione da euro alla moneta locale). App come eToro permettono di giocare in borsa da Facebook.

Ed è proprio su quest’ultimo nome—Facebook—che bisogna fare la prima pausa.

Se è vero che la PSD2 garantisce accesso al sistema bancario a tutte le startup che ne fanno richiesta (con il consenso del cliente naturalmente), nulla impedisce a Facebook ed Ikea di approfittare della stessa normativa.

Quello che dovrebbero temere le banche non è la concorrenza di una piccola startup fintech, ma l’entrata nel settore dei giganti dei settori non-bancari.

Messenger—la chat di Facebook—lo scorso aprile ha raggiunto 1.2 miliardi di utenti. Con l’entrata in vigore della PSD2, Mark Zuckerberg può trasformare Messenger nel più grande sportello bancario della storia.

Per fare un paragone, la più grande banca al mondo oggi è la Banca Industriale e Commerciale della Cina (ICBC) con 530 milioni di clienti. Per ottenere questo risultato ICBC ha assunto 466 mila dipendenti sparsi tra migliaia di filiali in 42 paesi.

Facebook può offrire servizi bancari al triplo dei clienti con un’unico sportello bancario, il cellulare che portiamo in tasca.

Messenger e Google hanno già un’offerta di servizi di pagamento piuttosto limitata e che non ha mai avuto particolarmente successo. Ma questo è dipeso anche dai limiti del sistema. Messenger può trasferire denaro, ma è legato alle commissioni bancarie, al rischio che Visa o MasterCard blocchino un pagamento per motivi di frode, all’impossibilità di accedere direttamente ai conti dei clienti e così via.

Di fatto, le grandi aziende nei settori non bancari non hanno mai promosso aggressivamente i propri servizi di pagamento.

Una volta che queste barriere vengano eliminate dalla PSD2, Facebook, Google, o aziende tradizionali come Ikea potrebbero decidere di investire la loro potenza pubblicitaria sui loro prodotti finanziari.

Per il 2017 la direttiva impone alle banche di adattarsi e presentare i risultati a gennaio 2018.

Il risultato sarà una delusione.

Le banche sono troppo grandi e lente per contrastare l’innovazione delle piccole startup o di aziende veloci ed aggressive come Facebook.

Soprattutto le modifiche imposte dalla PSD2 non hanno un effetto immediato. Ci vorrà tempo prima che le aziende non-bancarie riescano ad imporre alle banche una vera apertura ed a sviluppare sistemi in grado di sfruttarlo al meglio.

Le banche iniziano a sentire la pressione della PSD2 e dell’innovazione del fintech, ma per ora è ancora una pressione teorica.

I consigli di amministrazione non devono comunicare agli azionisti una perdita del 20-25% dei ricavi, nonostante queste siano le previsioni della PSD2 nel medio periodo. Con un pò di fortuna toccherà al prossimo consiglio di amministrazione.

I direttori delle risorse umane stanno già riducendo il numero delle filiali. Ma non devono ancora licenziare migliaia di dipendenti ogni mese perché resi obsoleti dalle app. Con un pò di fortuna toccherà al prossimo direttore.

Secondo la Legge di Amara tendiamo a sopravvalutare gli effetti della tecnologia nel breve periodo ed a sottovalutarli nel lungo periodo. La PSD2 rientra perfettamente in questa previsione. Quest’anno e l’anno prossimo sarà una delusione, con un impatto molto più limitato di quello che ci si aspetta.

Poi tutto inizierà a cambiare. Con o senza la PSD2 le banche perderanno il loro monopolio.

Le grandi aziende si preparano ad entrare nel mercato bancario ed a spostare i loro miliardi di clienti fedeli fuori dalle banche tradizioni.

In questo scenario le banche hanno una sola opzione. Acquisire le startup più promettenti e lasciarle lavorare in modo autonomo.

In un mondo in cui la tecnologia cambia ogni giorno, acquisire una startup non significa più acquisire la sua tecnologia, che in pochi mesi può diventare obsoleta. Al contrario, si acquisiscono i team e le capacità di innovare.

Le banche più intraprendenti hanno già iniziato ad organizzare le acquisizioni. Quando la crisi sarà evidente, con migliaia di licenziamenti ogni settimana, i prezzi delle startup saliranno alle stelle e la qualità dei team disponibili ad un’acquisizione scenderà.

Soprattutto le banche dovranno imparare a lasciare autonome le startup acquisite. Una volta inglobate nella loro burocrazia, questi team perdono velocità e capacità di innovazione, esattamente il motivo per cui sono stati pagati a caro prezzo.

Questo cambiamento di mentalità non è facile, ma è obbligatorio quando i mercati fondono. Facebook ha acquisito Instagram per 1 miliardo di dollari ed ha lasciato il team quasi del tutto indipendente. Anzi, Facebook ha spostato una parte dei suoi programmatori nella nuova società per rafforzarla.

Non si tratta di tecnologia ma di cultura aziendale. I manuali di riferimento non sono tanto i libri di economia ma l’Arte della Guerra. Se Facebook entra nel mercato bancario, le banche che vogliono sopravvivere devono entrare nel mercato di Facebook. Prima che sia troppo tardi.

(Immagine: Timothy Neesam su Flickr)

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Questo è articolo è parte di una serie dedicata alle previsioni fintech 2017. Puoi leggere ogni articolo autonomamente su EconomyUp.

10 Previsioni Fintech 2017
1. L’era dei robot
2. Espansione e morte delle aziende di credito
3. Il boom dell’Asia
4. L’anno dell’amore bancario
5. L’anno della Blockchain
6. Trovare lavoro grazie al boom del RegTech
7. I giovani non sono davvero più quelli di una volta
8. Il boom dell’Insurance tech
9. La riforma PSD2 sarà una delusione
10. Una previsione a sorpresa (in corso di pubblicazione)

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