Dalla trasformazione culturale all’industrializzazione: il percorso dell’Innovation Lab di Agos

Dal 2016 la società di credito al consumo ha attivato un Innovation Lab che ha puntato molto sulla cultura interna dell’azienda coinvolgendo i dipendenti. «Adesso la sfida è ridurre il gap tra progetti sperimentati e le effettive industrializzazioni», dice l’Innovation Manager Paola Sangregorio

Pubblicato il 09 Nov 2018

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Agos è una società finanziaria presente da 30 anni sul mercato italiano, partecipata da Crédit Agricole (61%) e da Banco BPM (39%). Attraverso le oltre 200 filiali sul territorio, Agos offre prestiti personali, carte di credito, cessione del quinto, leasing e assicurazioni. Propone inoltre finanziamenti finalizzati attraverso migliaia di punti vendita convenzionati. Tempi di risposta brevi, efficacia nella risoluzione dei problemi, un’attenzione particolare al customer care, costituiscono alcuni dei punti di forza della società, che come leit motiv della sua strategia ha quello di essere “100% human e 100% digital”.

Gli obiettivi dell’Innovation Lab di Agos

Nel 2016 Agos ha lanciato il progetto dell’Innovation Lab con un primo focus specifico sullo studio delle tematiche dell’innovazione, puntando nella fase di avvio soprattutto sul coinvolgimento delle risorse interne. L’obiettivo dell’azienda è stato infatti, fin dall’inizio, quello di fare del laboratorio un patrimonio per sviluppare il know how dell’innovazione a disposizione di tutti i dipendenti. Da qui derivano i due compiti principali del Lab: facilitare l’innovazione in modo trasversale in tutta Agos; identificare ed esplorare nuove idee e tecnologie emergenti per creare una concreta differenziazione competitiva e di valore per l’azienda. «L’Innovation Lab si fonda su tre pilastri fondamentali: l’engagement interno, articolato in tutte le attività volte alla trasformazione culturale e al change management in azienda; il “test and learn”, con le attività di prototipazione, validazione e testing che hanno il compito di implementare soluzioni reali; e infine l’ecosistema esterno, formato da Centri di Ricerca e Università con il compito di cogliere i trend futuri e tenere un occhio vigile sull’esterno», spiega Paola Sangregorio, Innovation Manager di Agos.

Una call4innovation rivolta ai dipendenti

La prima attività di engagement interno è stata una call4innovation rivolta a 2.100 dipendenti, di cui ben 1.400 hanno aderito all’iniziativa volontariamente. Grazie ad un assessment ad hoc, i volontari sono stati poi coinvolti in un gaming per mappare le loro capacità di “fare” innovazione e assegnati a diversi profili di innovatori. «Il processo ha portato all’individuazione, a cadenza annuale, di 30 “Innovation explorers” provenienti da diverse funzioni aziendali che formano la “Innovation Community”», racconta la manager, che aggiunge: «Gli “Innovation Explorers” dedicano il 20% del tempo lavorativo allo sviluppo di progetti di Innovazione».

In questo processo di cambiamento culturale la formazione ha un ruolo fondamentale. «Sono stati organizzati percorsi di formazione sia per l’Innovation Community, in modo da arricchirne il bagaglio conoscitivo sull’innovazione, sia per il management dell’azienda. Partendo dalla sensibilizzazione del Top Management, passando poi al Middle Management e in particolare alla Direzione IT, i percorsi formativi sono focalizzati su metodologie e approcci per gestire al meglio l’innovazione».

Paola Sangregorio, Innovation manager di Agos

Passare dai progetti all’industrializzazione

Accanto alla formazione vengono lanciate numerose iniziative per la generazione di idee, quali call4ideas, workshop nazionali e hackathon. Queste iniziative hanno l’obiettivo principale di creare awarness sull’innovazione e di raccogliere le idee dei dipendenti rendendoli partecipi al processo. Le idee, infatti, vengono valutate e, se ritenute interessanti, incubate in modo da sviluppare soluzioni concrete e reali che possano creare valore per l’azienda. «L’immediato futuro presenta una bella sfida per Agos. Una volta intrapreso e sviluppato il cambiamento culturale, è ora fondamentale ridurre il gap tra progetti sperimentati e le effettive industrializzazioni, in modo che siano a disposizione di tutti gli stakeholder, interni ed esterni», conclude Sangregorio.

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Alessandra Luksch
Alessandra Luksch

Direttore dell'Osservatorio Startup Thinking degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

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