TRASFERIMENTO TECNOLOGICO

Sofinnova-Telethon, tutti i dettagli del fondo da 80 milioni per le startup biotech italiane

Dopo un anno di polemiche e a sette mesi dal lancio, è adesso operativo il fondo per metà alimentato da capitali provenienti da ITAtech. Il primi investimenti nel primo trimestre 2019. “Saranno tutti effettuati in Italia”, garantiscono Sofinnova e Telethon, che parteciperà all’equity delle nuove imprese, massimo 20.

Pubblicato il 28 Set 2018

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Il fondo Sofinnova-Telethon adesso c’è. Ha un ufficio, un team e un’identità definita dopo sette mesi dal lancio e un anno di polemiche. “È stato un percorso duro ma adesso siamo pronti per cominciare”, dice Graziano Seghezzi, Managing Partner di Sofinnova Partners, che da buon italiano a Parigi tiene subito a ricordare: “Investiamo in Italia da 20 anni e siamo decisi a puntare sulle eccellenze che ci sono”.

Il nuovo fondo, che si autodefinisce il primo italiano dedicato al biotech, parte con una dotazione di 80 milioni di euro: 40 arrivano dalla piattaforma ITAtech, 40 raccolti sul mercato. E sono stati proprio i capitali provenienti dalla joint venture fra Cassa Depositi e Prestiti e Fondo Europeo degli Investimenti ad aver provocato, a partire dall’autunno 2017, diverse reazioni in chi trovava singolare che un’iniziativa nata per sostenere il trasferimento tecnologico in Italia e lo sviluppo del venture capital italiano finisse per finanziare invece un soggetto francese o comunque internazionale. Il caso ITAtech per mesi ha animato il dibattito tra chi si occupa di lifescience e innovazione ma anche nel mondo politico dove anche il non ancora vicepremier Luigi Di Maio si era scagliato contro l’operazione con un post su Facebook.. Una fase si chiude e adesso non resta che attendere i primi investimenti.

Graziano Seghezzi, managing partner Sofinnova Ventures

Il modello del fondo Sofinnova-Telethon

Il nuovo fondo propone un’inedita alleanza fra un investitore e una charity, cioè la Fondazione Telethon. Questo perché intende concentrarsi sull’area delle malattie rare. “E Telethon ha dimostrato di avere un metodo di selezione efficace e la capacità di arrivare dalla ricerca al farmaco”, dice Seghezzi. “Telethon è una charity che da tempo ha cominciato a proteggere la proprietà intellettuale, che non l’ha mai ceduta ma solo concessa in licenza”, spiega Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione. Quindi Telethon metterà il know-how, Sofinnova lo sviluppo dei progetti di impresa.

Gli investitori, la durata, le regole

Gli investitori del fondo restano principalmente la Cassa Depositi e Prestiti e Fei attraverso ITAtech più una serie di soggetti privati di cui non viene dichiarata l’identità. Si parla genericamente di una grande farmaceutica italiana, di un grande distributore di farmaci, di una grande fondazione bancaria (Cariplo?). L’obiettivo di raccolta del fondo era fra 75 e 100 milioni, quindi è stato sostanzialmente raggiunto. Comunque la dotazione potrebbe ancora aumentare perché la chiusura della raccolta sarà a fine anno. Il fondo ha un durata di 12 anni (due in più rispetto a quella tradizione di un venture capital) e un investment period di 5. Ovviamente il management fee è riservato (“Nella media di mercato, secondo gli standard Fei”, dice Seghezzi) così come la quota che viene retrocessa a Telethon (“significativa”) che, comunque, parteciperà all’equity delle imprese investite.

Il team del fondo Sofinnova-Telethon

Il nuovo fondo ha un ufficio a Milano e un team guidato da Lucia Faccio e Paola Pozzi, entrambi provenienti San Raffaele. Lucia Faccio ci ha lavorato per circa 15 anni, occupandosi di trasferimento tecnologico, prima di passare a Telethon, dove lavora da due anni. Paola Pozzi invece è stata la responsabile del trasferimento tecnologico del San Raffaele fino allo scorso marzo, quando è stata ingaggiata da Sofinnova. E Silvano Spinelli? Che ruolo avrà nel nuovo fondo il titolare di quella che resta una delle più clamorose exit italiane (EOS, 400 milioni di dollari)? “Fa tutto!”, scherza Seghezzi. Spinelli, che è venture partner di Sofinnova, continuerà a gestire Biovelocità, sarà chairman dell advisor board del nuovo fondo e farà il coach, l’allenatore delle imprese neonate. “ posso insegnare ai giovani imprenditori come gestire un’azienda e come portare un ritorno agli investitori”.

La nuova vita di Silvano Spinelli “acceleratore” di startup biotech: videointervista

Dove andranno i soldi del fondo

“L’obiettivo e l’impegno è creare aziende basate in Italia”, sottolinea Pasinelli, quasi a rispondere alle polemiche dei mesi scorsi anche sul ruolo della Fondazione e sul rischio che i capitali di ITAtech andassero a sostegno di startup non italiane. “Telethon ha espressamente richiesto che il 100% degli investimenti venissero fatti in Italia”, aggiunge Seghezzi a scanso di equivoci.

Quanti progetti saranno selezionati e come

Nella divisione dei compiti quindi Fondazione Telethon avrà la responsabilità di individuare progetti di ricerca meritevoli di sviluppo imprenditoriale. Nell’arco di durata del fondo sono previsti tra i 15 e i 20 investimenti, con un taglio medio quindi di circa 4 milioni. Saranno finanziati solo progetti provenienti dal carniere di Telethon? Ci saranno diverse ondate, risponde Seghezzi. La prima privilegerà le idee già validate da Telethon, anche per ridurre i tempi. “Abbiamo già 150 progetti in pipeline, 5 interessanti, due in due diligence avanzata. Entro il primo trimestre 2019 faremo il primo investimento”. Una seconda ondata prenderà in considerazione i progetti extramoenia. Quindi verrà lanciato un bando in Italia, ma non prima del 2020/2021. “Abbiamo già molto lavoro da fare”, conclude Seghezzi correndo verso un volto per Parigi.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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