Agostino Santoni (Cisco): dobbiamo fare di più per creare le nuove competenze digitali

Il Forum The European House Ambrosetti si apre con una giornata dedicata all’innovazione tecnologica e scientifica. In Italia il cambiamento fa ancora paura, dice il CEO di Cisco Italia, che avverte: quello che manca sono le competenze per governarlo. Bisogna muoversi perché creare nuove skill non è azione di breve periodo

Pubblicato il 07 Set 2018

Agostino Santoni, nuovo presidente Confindustria Digitale

Ci sono alcuni appuntamenti a cui non bisogna mancare. Uno di essi, per me, è il Forum The European House – Ambrosetti che si apre oggi a Cernobbio. Da sempre in questo evento si discutono gli scenari più rilevanti per il presente e il futuro delle imprese e dei paesi. Ogni anno si presentano nuove sfide, ma allo stesso tempo emergono nuovi strumenti per affrontarle, e spesso le dinamiche che producono le sfide sono le stesse che nascondono in sé la loro soluzione.

L’innovazione tecnologica e scientifica, a cui è dedicata la giornata di apertura del Forum, è un esempio molto chiaro di questa ambivalenza. La digitalizzazione è un percorso irreversibile, che procede a grande velocità pervadendo ogni aspetto delle nostre vite. Quotidianamente vediamo le sue opportunità ma allo stesso tempo ci poniamo molte domande sulla sostenibilità complessiva di questa corsa, che va governata se vogliamo che ci porti in un futuro più sicuro e soprattutto inclusivo.

Il Forum Ambrosetti al Villa d'Este di Cernobbio
Guidando in Italia un’azienda che da oltre trent’anni è tra le protagoniste della digitalizzazione, vivo questa tensione ogni giorno nella relazione con i miei interlocutori; sento la responsabilità di fare in modo che ogni cliente investa in innovazione ottenendo un impatto positivo sul business, ma anche sulle persone che lo rendono possibile e sulla comunità.

Noi oggi abbiamo a disposizione tecnologie semplici, sicure, aperte e programmabili, che ci offrono l’opportunità di trasformare strategie e modelli operativi con rapidità ed efficacia; tecnologie che ci permettono di creare sviluppo e moltiplicare valore. Pur sapendo di avere queste possibilità senza precedenti, però, il nostro Paese non riesce ancora ad esprimere quella spinta decisiva necessaria a fare dell’innovazione l’arma vincente per dare forza alle nostre eccellenze. Spesso emergono delle paure: paura che la tecnologia possa sostituire il lavoro, che ci renda obsoleti, che vada troppo veloce per poterla afferrare. Gli investimenti crescono ma non a sufficienza; l’ecosistema delle start up si rafforza ma non trova ancora tutto il sostegno necessario. Ci manca qualcosa.

ALL’ITALIA MANCANO LE COMPETENZE DIGITALI

Buona parte di ciò che ci manca a livello di Paese – e non sono certo l’unico a dirlo, è quanto emerge dalle principali analisi sui temi dell’innovazione e della competitività degli ultimi anni – sono le competenze necessarie per governare il cambiamento che la digitalizzazione può produrre in ogni settore. Dobbiamo fare di più perché la trasformazione digitale metta in primo piano la crescita delle persone, perché le tecnologie dispiegano le loro potenzialità soltanto se le persone hanno fiducia nell’innovazione, capiscono dove può portare e sanno come servirsene.

Creare nuove skill non è un’azione di breve periodo, ma la nostra esperienza come partner tecnologico di aziende e istituzioni di tutto il mondo ci dice che è possibile abbreviare i tempi. Il fattore chiave è unire competenze e investimento tecnologico in ogni progetto. Se si lavora sempre su entrambi i fronti si supporta la crescita di una e-leadership forte, capace di guidare il cambiamento, ad esempio aprendosi alla collaborazione con le startup e il mondo della ricerca ricerca in ottica di co-innovazione; allo stesso tempo, costruendo percorsi di acquisizione di competenze digitali specializzate si aiuta la forza lavoro ad esprimere le proprie potenzialità e aderire alle strategie di innovazione, ottenendo migliori risultati. Questo vale a tutti i livelli: dalle PMI del nostro made in Italy fino alle più grandi realtà che oggi investono in digitale per rendere più sicure e performanti le infrastrutture critiche per il nostro Paese.

COMPETENZE DIGITALI, È IL MOMENTO DI AGIRE

Se ci guardiamo intorno è evidente che è già passato il momento per porsi il problema: è il momento di agire per attivare un meccanismo che riesca rapidamente a incidere su larga scala nella diffusione delle skills che servono.

Anche in questo caso la nostra storia degli ultimi anni ci dice che è possibile farlo. Si tratta di mettere a fattore comune le risorse disponibili, sviluppando un ecosistema capace di moltiplicare l’impatto delle azioni di formazione.

Quando nel 2016 abbiamo avviato un piano di investimenti in Italia per accelerare la digitalizzazione, ci siamo posti come primo, grande obiettivo la formazione digitale di almeno 100.000 studenti in tre anni, facendo leva sui contenuti del nostro programma Cisco Networking Academy. Abbiamo superato quella cifra in meno di due anni e mezzo e oggi l’Italia è il primo paese di Europa, Medio Oriente e Africa per numero di persone che frequentano il nostro programma Cisco Networking Academy, che offre competenze professionalizzanti e immediatamente spendibili nel mondo del lavoro. Non solo, siamo anche il quarto paese al mondo per numero di corsi completati. Abbiamo ottenuto questi risultati perché vi abbiamo dedicato risorse, ma soprattutto perché abbiamo trovato la disponibilità a far rete di tutti gli attori del mondo educativo, abbiamo coinvolto i nostri partner tecnologici e commerciali e abbiamo collaborato con ogni tipo di realtà – dalle università ai protagonisti del panorama delle start up – per costruire tante diverse opportunità di acquisire e rinnovare competenze in ottica digitale. Sono convinto che come è stato possibile fare questo a livello di sistema educativo, sia possibile farlo anche per realizzare una azione collettiva e partecipata di riqualificazione delle competenze per chi già è nel mondo del lavoro o ha necessità di rientrarvi. Nello stesso modo: creando un ecosistema.

LE COMPETENZE DIGITALI SU CUI PUNTARE

Tra tutte, ci sono certamente alcune competenze chiave su cui puntare. L’Internet delle Cose, l’automazione, le reti programmabili, la cybersecurity, l’intelligenza artificiale –tecnologie che oggi si ibridano con quelle tipiche dei più diversi settori, trasformandoli tutti, in misura maggiore o minore . Sono certo che in questi tre giorni al Forum ne sentirò parlare, perché gli effetti che hanno si intrecciano con i mutevoli scenari economici e politici ed esse stesse sono una delle forze che li definiscono.

Queste competenze sono la chiave per ottenere la produttività e la competitività di cui abbiamo bisogno. Si tratta di concepire un nuovo modo di investire in innovazione che unisca l’acquisizione di tecnologie e l’acquisizione di competenze e di privilegiare questo approccio. Il digitale può moltiplicare il valore degli asset di un’azienda, soprattutto del più prezioso: il capitale umano. Non dobbiamo mai dimenticarcene se vogliamo gettare rapidamente le basi per una crescita continua e sostenibile dell’Italia.

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Agostino Santoni, CEO Cisco Italia
Agostino Santoni, CEO Cisco Italia

CEO Cisco Italia dal dicembre 2012. Forte sostenitore della rete come abilitatore di innovazione. Runner per passione.

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