EFFETTO PSD2

Fabrick si allea con Finleap: ecco la strategia della piattaforma di open banking

La piattaforma promossa dal Gruppo Sella lancia una startup con la società tedesca specializzata nella creazione di fintech. Il CEO Paolo Zaccardi spiega a EconomyUp il modello: «Una grande piattaforma in grado di creare valore mettendo insieme fintech e banche ma anche telco, Gdo, big tech». E aperta anche a nuovi soci

Pubblicato il 25 Lug 2018

Fintech District

Per il lancio della sua prima startup italiana FinLeap si allea con Fabrick che si candida a diventare, a poche settimane dal debutto, un player di riferimento nel fintech italiano. FinLeap è una startup tedesca (Berlino, 2014) specializzata nella costruzione di startup fintech, appunto: ne ha già lanciate una quindicina. Fabrick è la piattaforma di open banking presentata in giugno dal Gruppo Sella. La neonata si chiama Beesy, nasce con una dote di 2,1 milioni di euro e propone una soluzione digitale per la gestione delle finanze di microimprese e liberi professionisti.

Ma non si tratta di una semplice operazione di coinvestimento. FinLeap ha aperto un ufficio a Milano lo scorso autunno, guidato da Marco Berini: «La nostra è una storia che dimostra i vantaggi della collaborazione aperta nel settore bancario e finanziario», dice. L‘Italia è la prima tappa scelta dalla startup tedesca per lo sviluppo internazionale. Dei vantaggi dell’apertura è convinto anche Paolo Zaccardi, amministratore delegato di Fabrick, che EconomyUp ha incontrato per capire il modello della piattaforma di open banking promossa dal Gruppo Sella (ma che nasce con un approccio di sistema tanto da aver già dichiarato l’apertura del capitale a terze parti).

Paolo Zaccardi, CEO Fabrick

OPEN BANKING, CHE COSA FA FABRICK

Zaccardi è un manager-imprenditore con un’esperienza da consulente per il settore bancario negli Stati Uniti, dove ha approfondito la conoscenza dell’innovazione e della platform economy fra Harvard, MIT e Standford. La sua startup è, ovviamente, una fintech, si chiama Kubique ed è ora confluita in Fabrick. Aveva in mente di fare qualcosa di importante in Italia nell’era della PSD2, ne ha parlato con Pietro Sella e si sono trovati d’accorso sulla via da prendere: «Una grande piattaforma davvero aperta in grado di creare valore mettendo insieme fintech e banche ma anche telco, insurance, Gdo, big tech», spiega Zaccardi all’undicesimo piano del Fintech District di Milano, che con il SellaLab è l’elemento a monte di Fabrick. Semplificando Zaccardi descrive cosi l’ecosistema: SellaLab è il laboratorio di open innovation di Banca Sella che fa il suo lavoro di scouting e consulenza sul territorio nazionale. Fintech District è la community del fintech in senso lato e permette di avere una relazione con i principali player italiani e non. Tutta questa attività, che è in parte di intelligence e in parte di networking, rappresenta un’opportunità anche per Fabrick, dove atterrano le aziende-partner, le soluzioni innovative e le migliori startup fintech.

Perché la PSD2 è un’opportunità per le banche (e spiana la strada alla trasformazione digitale)

INSIEME PRODUCER DI SERVIZI E CONSUMER DI API

Il caso Beesy può aiutare a comprendere il modello. La startup nasce con il suo progetto di impresa: un portale di servizi bancari, basato sulla piattaforma Infinitec Solutions (una delle società di FinLeap), per piccoli imprenditori e liberi professionisti che potranno trovare anche strumenti contabili e di analisi come anche consulenza fiscale. Le sue API (Application Programming Interface), però, sono da subito disponibili su Fabrick, dove potranno essere utilizzate da altri partner (banche ma non solo) per proporre servizi digitali dedicati a un segmento di clienti molto importante sul mercato italiano. «È la logica dell’open banking e Fabrick si propone come piattaforma aperta a producer (di servizi) e consumer di API», spiega Zaccardi, che dichiara la sua ambizione: «Avere fra cinque anni in Italia un ecosistema fintech come quello inglese».

FABRICK, PIATTAFORMA APERTA ANCHE NEL CAPITALE

Fabrick è un gateway PSD2 compliant per chi vuole “attaccarsi” a una fonte di soluzioni digitali (le API) pagando un canone ma è anche un centro di produzione e distribuzione di nuovi servizi (come succede con Beesy) e in questo caso il modello è quello in revenue sharing. La piattaforma ha già a bordo circa 30 aziende, tra cui Hype, la startup di banking & payments, che da sola ha generato 250mila clienti con un ritmo dell’on boarding digitale di 1000 nuovi clienti al giorno. Le sue API sono state utilizzate da TIM per sviluppare una sua carta di pagamento. Una piattaforma aperta, quindi, anche a livello societario. «Attualmente il Gruppo Sella detiene più dell’80% ma in prospettiva questa quota potrebbe scendere a favore di altri partner», dice Zaccardi. « C’è apertura verso altre banche così come investitori e il management interno.. Qui lavoriamo per affermare un nuovo modello per fare banking».

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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