È Natale e a Natale siamo tutti più buoni.
E cosa vuol dire essere più buoni? Semplice: vuol dire far ripartire i consumi, acquistare, spendere denaro in cambio di prodotti e servizi. Eppure le aziende non sono sempre così brave a proporci ciò di cui abbiamo bisogno. È come se Babbo Natale non sapesse più cosa diavolo caricare su quella slitta.
In un articolo di qualche giorno fa, il quotidiano Lettera 43 riportava alcuni dati dal Breakthrough Innovation Report di Nielsen, secondo il quale solo l’1% dei nuovi prodotti che arrivano sul mercato riescono a far breccia. Ma non sarà che forse le aziende dovrebbero ascoltare meglio i propri clienti e per “ascoltare meglio” intendo non solo chiedere un giudizio a posteriori (la cosa la preferisci rossa o blu? classica domanda da ricerca di mercato), bensì proprio un parere creativo, un’idea originale, una sollecitazione da cui possa nascere un prodotto o un servizio innovativi?
Il cliente non è solo un portafoglio da mungere, come del resto gli impiegati non sono solo robot umani più o meno efficenti. In sintesi, l’essere umano è sempre disponibile a dare il meglio di sé, se glielo chiedi. Insomma, ogni azienda possiede due asset consulenziali che sfrutta pochissimo se non per nulla: clienti e dipendenti.
E non finisce qui. Dicono che l’open innovation varrebbe una crescita del Pil italiano di quasi il 2%. Sì, ma chi lo dice? Economyup e il Corriere, riportando alcuni dati da una ricerca effettuata da Accenture e G20 Young Entrepreneurs’ Alliance. La ricerca affronta il bisogno dell’industria tradizionale di svecchiare l’approccio all’innovazione, a partire proprio dalla cultura dell’innovazione.
“Yet in most cases, such innovation is focused on executing predetermined goals: ”How can I get others to help me do what I already want to do?” That mindset is not equal to the challenges and opportunities of the 21st century. Our research indicates that open innovation is actually a journey toward more uncharted and entrepreneurial territory. Advancing on this journey briskly and effectively requires nurturing forms of collaboration that allow large and small companies to keep a closer eye on the value that each side can achieve.”
Il percorso dell’innovazione, a volte già praticato con la creazione di fondi e di acceleratori di impresa, secondo la ricerca deve evolvere attraverso casi di vera co-creazione, fino alla nascita dell’Ecosistema dell’innovazione:
“A broad ecosystem of partners to jointly develop new technologies or market solutions and integrate their components, typically through a digital platform.”
Quali vantaggi?
“Ecosystem innovation enables enterprises to look beyond their four walls to bring in ideas more quickly, enhance their innovation programs, and also create shared value at the intersection of corporate performance and society to solve big or common problems.”
Parliamo sicuramente di industrie strane, servizi particolari, mica della vecchia industria, vero?
“Mahindra Group’s Automotive Division in India co-creates with its suppliers and dealers in the areas of plant quality and manufacturing. Both Mahindra and the dealers reaped the benefits, from addressing vehicle defects to shaping new product features, including more productive relationships and faster cycle times. Co-creation began to spread in the extended supply chain network and other divisions.”
Quindi cosa ci auguriamo che facciano le aziende a fronte di questa ennesima sollecitazione che le invita a guardar fuori?
“Companies will need to shift their mindsets away from collaboration oriented to a predetermined goal or business idea, to an approach that is more open and entrepreneurial. This, in turn, will require cultural transformation – creating an environment of more trust, and more equal commitment to risks and rewards.”
Il prossimo Natale sarà un Natale più pingue per il PIL se le aziende usciranno dalla logica di ascolto che ha caratterizzato il loro sviluppo fino a oggi, per entrare in una dimensione di relazione virtuosa, in cui l’ascolto e la proposta si fondono, in cui l’analisi di mercato è anche Ricerca e Sviluppo, in cui la co-creazione diffusa sostituisce i focus-group striminziti. Gli strumenti per farlo esistono.
Fattelo ‘sto computer Babbo Natale!
fabrizio@oxway.co
Per approfondire il tema dell’open innovation, conoscerla e soprattutto capire come guidarla e trarne vantaggio, si può far riferimento all’iniziativa del Gruppo Digital360: una piattaforma che a 360° tocca tutti i temi dell’innovazione aperta.