“La mobilità del futuro non sarà solo elettrica, né solo a benzina o a gas. Ma sarà un mix di tutto ciò”. Cristiano Musi ne è convinto. Lui è il Ceo del Gruppo Landi Renzo, società con sede a Cavriago (Reggio Emilia) da 60 anni attiva nel settore dei componenti e dei sistemi di alimentazione a Gpl e metano per autotrazione, che quest’anno investirà 11 milioni di euro per innovazione e smart manufacturing. E, proprio per il suo modo innovativo e visionario di gestione e per gli investimenti in ricerca e sviluppo, Musi è stato nominato tra le 17 Rising Stars del settore automotive per il 2018, il premio annuale promosso dalla rivista Automotive News Europe e giunto all’ottava edizione, che designa i manager più talentuosi e di successo del settore a livello europeo nelle diverse funzioni aziendali.
“Sto lavorando con impegno e passione assieme ad una squadra di manager eccellenti per il rilancio di un’azienda italiana storica e al tempo stesso da sempre orientata al futuro, per accrescere sempre di più la sua leadership a livello internazionale nella gas-mobility” dice il vincitore della categoria General Management, che raggiungiamo telefonicamente mentre si trova in Cina per conoscere meglio la sua azienda.
Cristiano Musi, Ceo di Landi Renzo e Rising Star Automotive 2018
Entriamo in Landi Renzo: ci spieghi come lavora e come fa innovazione
Landi Renzo lavora su due canali: da una parte converte auto a benzina in gas naturale o gpl, dall’altra produce sistemi o componenti per impianto nello stesso settore. Fare innovazione significa per noi ricercare soluzioni che offrono vantaggi concreti in termini di riduzione dell’inquinamento delle auto e dei mezzi pesanti. Oggi uno dei temi che sta guidando l’innovazione del settore automotive è legato alla riduzione delle emissioni di CO2. Per anni si è pensato che questo problema potesse essere risolto dall’auto elettrica, ma questo mezzo ha ancora tanti problemi legati soprattutto alla batteria. Con un’auto alimentata a gpl o a gas naturale si possono ottenere performance in termini di riduzione di CO2 che arrivano a essere in linea con i limiti disposti dalla Commissione Europe: anche grazie alle nuove tecnologie, infatti, queste macchine arrivano a emettere 94 grammi per litro di CO2. Stiamo puntando poi sulla digitalizzazione aziendale e sulla gestione informatizzata del rapporto con clienti e fornitori
Headquarter di Landi Renzo
Per raggiungere questi risultati vi affidate anche a fonti esterne e a percorsi di open innovation?
L’innovazione non si fa stando chiusi in azienda. Per fare innovazione bisogna investire e avere consapevolezza che non tutti i progetti e non tutti gli investimenti arrivano al successo, altrimenti si è troppo fortunati o c’è qualcosa di strano! Per essere innovativi bisogna innanzitutto essere bravi ad ascoltare e ad anticipare i bisogni del mercato, poi bisogna trovare i partner giusti con cui avviare collaborazioni e scambio di idee. Noi collaboriamo con tante case automobilistiche ma anche con gruppi di ricerca, soprattutto quelli che si occupano di engineering specializzato nel settore auto: l’anno scorso abbiamo siglato un accordo con AVL per sviluppare soluzioni innovative per l’uso del gas come fonte di alimentazione alternativa. Abbiamo poi delle partnership con alcune società di consulenza tedesche e, di recente, ci stiamo avvicinando alle università: siamo in contatto con un paio di atenei con i quali vogliamo puntare sul tema dell’idrogeno. Con loro stiamo valutando le idee innovative che arrivano proprio dagli incubatori e dalle startup.
Di recente alcuni dei grandi gruppi del mondo automotive hanno deciso di abbandonare il diesel. Che cosa ne pensa?
Credo che sia opportuno non estremizzare: alcuni gruppi, è vero, stanno abbandonando il diesel, ma altri continuano a investire su soluzioni diesel che definiscono più pulite. Il grande problema del diesel, al di là della CO2, è quello del particolato. Certamente, condivido i trend che vedono una diminuzione delle auto diesel nei prossimi anni.
L’interno di Landi Renso
Cos’altro dobbiamo aspettarci nei prossimi anni?
Crescerà il numero di veicoli in circolazione: oggi a livello mondiale si contano circa un miliardo di autovetture, si prevede che diventeranno 1,5 fra qualche anno; riteniamo poi che aumenterà il numero di auto ibride da qui al 2025 e le macchine alimentate a gas naturale e gpl avranno un ruolo sempre più importante. Alcuni studi parlano di una crescita del 5 o del 10% a seconda delle aree geografiche.
Ci dia una mappa con le varie differenze in ambito automotive
Le differenze sono legate ai diversi contesti culturali: in Russia si sta puntando moltissimo su gas naturale e Gpl perché questo Paese è ricco di queste risorse e vuole sfruttarle per la mobilità. In Italia la mobilità a gas rappresenta circa il 7% del traffico circolante; in Sud America c’è più benzina; i Paesi nordici, soprattutto la Svezia, si stanno spostando sempre di più sull’elettrico, cosa che è impensabile ad esempio per l’India dove l’elettricità in generale rappresenta un problema.
A proposito di elettrico, tempo fa Marchionne ha definito l’auto elettrica una minaccia per il pianeta, facendo poi un passo indietro. Che cosa ne pensa?
Non credo che l’auto elettrica rappresenti una minaccia come ha detto Marchionne, ma credo che in alcuni momenti si sia esagerato nel considerare questo mezzo la soluzione a tanti problemi. L’auto elettrica ha certamente dei vantaggi ma anche degli svantaggi, e bisogna fare degli investimenti prima di arrivare a soluzioni che siano appetibili per il mercato. Perché bisogna capire come smaltire le batterie quando non sono più utilizzabili, come garantire la produzione di energia e molto altro. Ecco perché confermo che il futuro dell’auto sarà certamente più green, ma non sarà solo elettrico. Arriveremo a far convivere più soluzioni”.