Aprile è stato un mese molto importante per me e per Digital 360. Abbiamo pubblicato il primo bilancio da società quotata e abbiamo concluso un nuovo ciclo di acquisizioni finanziate con i capitali raccolti nell’IPO. E’ quindi un momento particolarmente adatto ad alcune riflessioni “strategiche”. Ne voglio condividere una con voi, non certo per orgoglio o, peggio, per vanità imprenditoriale ma per “vicinanza culturale” ai temi trattati su questa testata. – Stiamo facendo anche noi – nel nostro piccolo – la nostra open innovation e credo, come scriviamo spesso sulle testate del Gruppo, che questo sia un modello possibile di crescita e di innovazione valido per tutto il sistema Italia.
L’INNOVAZIONE CHE ARRIVA DA FUORI
Abbiamo capito chiaramente come l’innovazione e, quindi, la crescita possano (e in qualche caso debbano) arrivare anche da fuori. In questo senso va, ad esempio, letta l’acquisizione di Effettodomino, una startup nata tre anni fa, con grandi competenze nel campo della marketing automation, in grado di raddoppiare il fatturato ogni anno in un mercato in fortissima crescita. La considero una bellissima operazione di open innovation: il nostro Gruppo potrà attingere alle competenze di Effettodomino, mentre noi offriremo la possibilità di scaricare a terra velocemente tutto il loro potenziale innovativo, grazie ai nostri asset consolidati.
SIAMO NELLA CONDIZIONE DEL MARATONETA
Ne abbiamo fatta di strada e ne stiamo facendo. Se penso che solo sei anni fa Digital 360 aveva un volume d’affari di 1,4 milioni di euro, abbiamo chiuso il 2017 con un fatturato proforma di 19,2 milioni e circa 200 collaboratori. Siamo contenti? Certo. Siamo soddisfatti? Non è il caso. La partita è appena iniziata. Se posso permettermi una similitudine, mi sento come il maratoneta che ha passato i 10 chilometri ma sa che il traguardo è ancora lontano. C’è da arrivare fino in fondo. La sfida continua, ogni giorno.