La provocazione

Quintarelli: impugnerò la colt se sento parlare ancora di nuove tecnologie

Internet ha 20 anni, è esploso in un post nel suo blog Stefano Quintarelli, uno dei papà del web italiano. Eppure ancora c’è ancora chi usa questa espressione: “un alibi per occuparsene poco o nulla”, visto che sono nuove.

Pubblicato il 17 Mar 2014

Stefano Quintarelli

Stefano Quintarelli, esperto di web, senatore di Scelta Civica

«Quando il prossimo blasonato personaggio in un convegno parlerà di internet come “le nuove tecnologie”, impugnerò la colt ;-)». Non ce l’ha fatta più Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica, ma soprattutto uno dei padri della Rete in Italia. In un post sul suo blog è esploso e l’ha scritto chiaro e tondo: è ora di finirla di chiamarle nuove tecnologie. Internet commerciale c’è in Italia dal 1994, ricorda Quintarelli a smemorati e disinformati. «Sono 20anni20».

Eppure c’è ancora chi sembra di parlare di qualcosa spuntato come un fungo nel corso delle ultime notti. E strabuzza gli occhi quando gli fai notare che Internet ha già un quarto di secolo. Una sua storia, una sua evoluzione e quindi un suo effetto. Quintarelli spiega perché agli ignari conviene usare ancora l’espressione “nuove tecnologie“: «i professionisti si creano un alibi per occuparsene poco o nulla.. “è che sono cose nuove”, quindi sono giustificati… se non fossero “nuove”, se fossero “normali” non avrebbero giustificazione, perché non puoi essere un professionista se non domini le cose “normali”.

Adesso basta! Consigliamo a Stefano di lasciare la colt nella fondina e regalare ai professionisti impreparati questa sentenza dell’informatico americano Alan Kay, un collega quindi, che ha “pensato” il laptop e le interfacce grafiche come le conosciamo oggi: «Tecnologia è tutto ciò che è stato inventato dopo la tua nascita. Tutto il resto è roba». Altro che nuove tecnologie!

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