Ammontano a 118 miliardi di dollari i capitali investiti dalle principali banche mondiali nel settore del fintech, dal 2013 al 2017. È quanto emerge da un recente rapporto realizzato da Cb Insights, che ha tracciato gli investimenti nel settore della tecnologia associata alla finanza da parte delle cosiddette “bulge bracket banks” (termine con cui vengono definite le più grandi e redditizie banche di investimento multinazionali), negli ultimi cinque anni. A guidare la classifica degli istituti di credito più “innovativi” è Goldman Sachs (37 miliardi di dollari), seguita da Citi Banks (25 miliardi) e J.P. Morgan (14 miliardi).
Nel dettaglio, il report mostra come ognuna di queste banche (dieci per la precisione) abbia una preferenza di investimento specifica nel campo della tecnofinanza. Per esempio J.P. Morgan si è focalizzata sul settore dei pagamenti, mentre Citi Banks ha puntato le sue fiches sulla sicurezza e l’ecommerce. Goldman Sachs ha invece scommesso sul settore dei prestiti e su quello del regtech. Il grafico in basso riassume l’ammontare totale investito dalle prime dieci banche internazionali, dal 2013 al 2017.
Per citare qualche esempio Goldman Sachs, ha investito di recente nelle startup: Better Mortgage (15 milioni a febbraio 2017, 30 milioni a giugno 2016 , in entrambi i casi in coinvestimento); Nav (ammontare non dichiarato, ad aprile 2017); Neyber (lead investor in un round da 115 milioni a settembre 2017). Citi Bank, tramite il proprio fondo di corporate venture capital Citi Ventures, ha invece scommesso su: Clarity Money (11 milioni di dollari in un series b a marzo 2017); Feedzai (ammontare non dichiarato a ottobre 2016).
A stimolare l’appetito dei grandi istituti di credito è anche tutto il mondo della blockchain. Tanto che J.P. Morgan ha deciso di crearne una propria, chiamata Quorum, dopo aver deciso di abbandonare il consorzio R3 (a cui ha aderito di recente anche banca Mediolanum, oltre che Unicredit e Intesa San Paolo in passato), così come avevano fatto già da un po’ Goldman Sachs e Morgan Stanley.
E le banche italiane quanto investono in fintech? Guardando in casa nostra, sembra che il sistema bancario sia ancora in affanno rispetto al processo di trasformazione digitale, con conseguente aumento del rischio di perdere il treno dell’innovazione. Anche se, stando a quanto affermato da Giovanni Sabatini – direttore generale di Abi (Associazione Bancaria Italiana) – durante un recente intervento alla Commissione Finanza della Camera in occasione dell’indagine conoscitiva della tecnologia in ambito finanziario, «le banche italiane oggi pongono il rapporto fintech tra le priorità».
Secondo un censimento realizzato proprio da ABI, sembra che il 70% delle anche italiane analizzate stia lavorando per sviluppare relazioni con le startup fintech. Tradotto in cifre, secondo i numeri di Abilab, sembra che le spese in tecnologia per le banche del nostro Paese abbia raggiunto quota 4,5 miliardi.