IL RECORD

Goliath, la fresatrice intelligente sbanca il crowdfunding: un milione di dollari in 45 giorni

Springa, startup di Polihub, ha ottenuto la sorprendente cifra da 716 utenti sulla piattaforma Kickstarter. L’utensile è pensato sia per maker sia per piccole e medie imprese che hanno bisogno di macchinari smart e automatizzati a basso prezzo

Pubblicato il 28 Nov 2017

Goliath

Una startup italiana superato un milione di dollari di raccolta in 45 giorni sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter: è Springa, startup di Polihub, incubatore della Fondazione Politecnico di Milano, che ha ideato Goliath, una fresa intelligente per lavorare il legno. Un vero e proprio record: 716 utenti hanno deciso che valeva la pena di sostenere questa iniziativa di manifattura digitale. Cifra esatta raccolta: 1.072.544 dollari.

Kickstarter, come è noto, è una delle principali piattaforme internazionali di crowdfunding reward-based, ovvero la raccolta fondi online che prevede un contributo economico da parte della “folla” di Internet in cambio di ricompense o piccoli omaggi.

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Ma come funziona Goliath? Si tratta di una fresatrice intelligente a controllo numerico, che permette operazioni di taglio e fresatura su ampi spazi. La macchina utensile è pensata sia per maker che per piccole e medie imprese che hanno bisogno di macchinari intelligenti a basso prezzo. Gli ambiti applicativi di questo strumento possono essere molteplici.

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La storia della startup fondata da Lorenzo Frangi e soci è abbastanza curiosa: tutto parte nel 2014 dalla tesi di laurea magistrale in Design & Engineering proprio di Frangi conseguita presso il Politecnico di Milano. La tesi è appunto incentrata sul progetto Goliath. In seguito il neolaureato partecipa a un workshop e coinvolge Alessandro Trifoni e Davide Cevoli, iscritti anch’essi al Politecnico. Da aprile 2014 a febbraio 2016 il team si concentra sullo sviluppo del prototipo e sull’idea di business. Dopo aver ricevuto i premi già citati i tre si convincono che è il caso di costituire la startup innovativa. A distanza di qualche anno si può dire che i tre universitari ci avevano visto giusto. E, sull’onda dell’euforia per i risultati ottenuti dalla campagna di crowdfunding, è già tempo di guardare al futuro.

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