“Una delle più innovative operazioni di incubazione di scale up nel mondo della consulenza manageriale”. Così Andrea Paliani, responsabile della consulenza per EY nell’area mediterranea, definisce l’acquisizione di Applix, società fondata nel 2010 e cresciuta velocemente nel mondo dei servizi mobile per le aziende.
Una storia di successo quella di Applix che adesso si corona con questa exit, determinata dalla volontà di EY di accelerare sul mercato della digital transformation delle imprese, con un potenziamento dei servizi per la mobile economy.
Creata nel 2010 da Claudio Somazzi, founder e CEO, e Marco Cirilli, co-founder e CTO, Applix è stata una delle prime startup a raggiungere una fatturato milionario ed è diventata rapidamente una realtà internazionale, grazie anche a un’impegnativa campagna di acquisizioni.
Nel 2011 Applix è stata la prima startup italiana a chiudere un fund raising superiore ai 4 milioni di euro. Sempre nel 2011, Applix è diventata un caso internazionale grazie all’endorsement pubblico da parte di Steve Jobs (in occasione del Keynote di presentazione di iPad2) per l’app “Virtual History Roma” (ancora oggi una delle app italiane di maggior successo della storia), oltre a ricevere numerosi riconoscimenti internazionali, tra i quali il prestigioso Unity 3D Award a San Francisco. Oggi le apps di Applix sono scaricate in più di 120 Paesi e, in oltre 50 nazioni, hanno raggiunto la Top 10 degli store con milioni di download.
UNA EXIT MA ANCHE UN’AZIONE DI OPEN INNOVATION
“EY può ora contare su ulteriori competenze, uniche e differenzianti, che le permettono di offrire un contributo strategico ai propri clienti, in ogni settore di business, per lo sviluppo di una strategia digitale centrata sul cliente e sulla trasformazione delle operations aziendali, in ambito Impresa 4.0 “, spiega Paliani. Come si è arrivati alla conclusione dell’operazione? Con un processo di “business incubation“. Dopo esser stata selezionata, Applix è stata coinvolta per diversi mesi nella realizzazione di progetti digitali per i clienti EY. L’acquisizione è stata quindi la naturale conclusione di un’esperienza che ha permesso di verificare il valore dell’integrazione. «Questo passo è la logica conclusione di un processo di crescita durato sette anni, che ora può finalmente contare su un booster di business e competenze assolutamente unico», aggiunge Claudio Somazzi, ora Partner di EY. «Avremo adesso l’opportunità di lavorare con clienti internazionali, leader nel loro settore di riferimento, e co-creare con loro un percorso di trasformazione digitale innovativo e concreto. E’ una sfida importante che impatterà sul nostro modello organizzativo e di business, consentendoci di fare un salto di qualità e di servire un mercato più ampio e complesso”.
Open Innovation, Paliani (EY): “Come portarla nel Sistema Italia”