Il volume dei pagamenti non-cash relativo al 2012 dovrebbe raggiungere i 333 miliardi di transazioni dopo l’incremento dell’8,8% registrato nel 2011: è quanto emerge dai dati raccolti dal World Payments Report 2013 pubblicato da Capgemini e RBS. A determinare questo trend sono l’Europa Centrale, il Medio Oriente, l’Africa (CEMEA) e i Paesi Asiatici Emergenti con una crescita dei volumi superiore al 20%, mentre l’America Latina si è assestata su una percentuale del 14,4%. Lo sviluppo che ha interessato queste regioni emergenti ha superato quello dei Paesi avanzati quali Nordamerica, Europa e mercati asiatici maturi, i quali hanno riportato una crescita più contenuta pur confermandosi come i maggiori attori nei pagamenti non-cash pesando insieme per oltre i due terzi dei volumi globali, con una percentuale del 76,9%. Le previsioni indicano tuttavia che i mercati emergenti di Asia e America Latina, sebbene stiano crescendo in maniera sensibile, dovranno attendere ancora almeno un decennio prima di superare i volumi di transazioni delle economie mature.
Carte di debito e di credito ancora leader nei pagamenti elettronici e mobile
Le carte di debito e di credito restano il più diffuso strumento di pagamento non-cash davanti agli e-payments e agli m-payments. Nel corso del 2011 l’utilizzo delle carte di debito è infatti cresciuto del 15,8% (per un totale di 124 miliardi di transazioni), mentre quello relativo alle carte di credito è salito del 12,3% (per un totale di 57 miliardi di operazioni). Le stime indicano che da qui al 2014 gli e-payments e m-payments cresceranno rispettivamente del 18,1% e 58,1% all’anno: nello specifico le previsioni parlano di un volume complessivo pari a 34,8 miliardi di operazioni per gli e-payments e 28,9 miliardi di transazioni per gli m-payments. Ciò nonostante, il World Payments Report 2013 solleva alcune importanti domande circa l’affidabilità di queste stime.
Un ‘buco nero’ statistico?
Valutando gli strumenti non-cash come e-payments e m-payments, carte prepagate e valute virtuali (offerte da parte di istituti bancari e non) e i crescenti volumi di operazioni condotte in regioni come l’Africa, il World Payments Report ha scoperto un significativo ‘buco nero’ statistico frutto di un reporting incoerente dei pagamenti. Questa incoerenza emerge man mano che nuove regioni diventano sempre più attive e istituti non bancari acquisiscono crescenti quote di mercato attraverso strumenti come gli e-payments e gli m-payments. Le analisi del report suggeriscono che le dimensioni del mercato dei pagamenti mobile potrebbero essere state ottimisticamente sovrastimate fino al 50%, sollevando la questione della necessità di raccogliere i dati in maniera affidabile e centralizzata. Il Report invita dunque ad una maggiore affidabilità statistica nel settore ed esorta gli enti di regolamentazione ad agevolare tale processo. Una migliore raccolta dei dati statistici aiuterebbe infatti i Payment Services Providers (PSP) a intraprendere decisioni di investimento maggiormente informate, oltre ad aiutare a combattere i futuri rischi di mercato.
Payment acquisition: più frammentazione, più innovazione
Il segmento ‘payment acquisition’ è emerso come quello con le maggiori potenzialità per l’innovazione incentrata sul cliente. Per innovare, i PSP devono puntare su: desiderio di prossimità al cliente, capacità di soddisfare richieste nuove e mutevoli, frammentazione della catena del valore. Innovando nel segmento ‘payment acquisition’ i PSP possono rispondere alle attese dei clienti retail e corporate in termini di maggiore scelta di strumenti, location, canali e valute. L’innovazione nell’acquisizione consumer-to-business (C2B) si sta evolvendo verso pagamenti ‘any form’, ‘anywhere’ e ‘anytime’ riscontrabili nei modelli alternativi proposti da PayPal (la funzione Order Ahead di Jamba Juice) e WorldPay (diversi strumenti di pagamento). Per quanto riguarda l’acquisizione business-to-business (B2B), l’innovazione risiede nelle soluzioni SWIFT (sicurezza 3SKey) ed ErsteConfirming (soluzione per la supply chain).