IL SUMMIT

#EYCapri: Industria4.0, da trend a modello di business

Seconda giornata del Summit dedicato alla trasformazione digitale che si chiude venerdì. Ad aprire i lavori il CEO di EY Italia Donato Iacovone, che dice: «Industria 4.0 deve diventare business 4.0». Ecco i principali interventi della giornata, in cui si è parlato di smart city, pagamenti digitali e smart manufacturing

Pubblicato il 05 Ott 2017

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«Industria 4.0 deve diventare business 4.0» Ha aperto con questo auspicio Donato Iacovone, CEO di EY Italia, la seconda giornata di lavori dell’EY Capri Digital Summit, l’evento dedicato agli attori dell’innovazione digitale in Italia, che si svolge a Capri dal 4 al 6 ottobre. «Dobbiamo intercettare il cambiamento e avere una visione olistica su cosa accade nelle nostre imprese. L’innovazione è diventata sempre più complessa, sofisticata e va gestita in ecosistema». Ha continuato Iacovone.

Il contributo determinante verrà dato dall’open innovation: «L’innovazione si fa su sistemi aperti coinvolgendo fornitori, clienti developers e università. Bisogna creare un ecosistema e intorno ad esso capire cosa fare». Come riporta il quotidiano online CorCom, secondo il CEO di EY Italia, poi, bisogna puntare forte anche sugli spin off universitari e sul corporate venture capital, per «generare nuova imprenditoria».

C’è pero un grande ostacolo da superare e riguarda le competenze: «Il nuovo scenario economico-sociale si regge sul capitale umano e sulle competenze. Nessun azienda può sopravvivere se ha il 30% di ‘zavorre’ e bisogna lavorare non solo sulla riqualificazione del personale ma anche sullo sviluppo di nuove competenze».

A guidare le aziende verso la trasformazione digitale sono soprattutto le nuove abitudini dei clienti: «La nuova centralità del cliente spinge, infatti, tutte le imprese, grandi e piccole, al cambiamento guidato da un consumatore più attento, esigente, preparato e multichannel: il 32% ricerca online, visita il negozio e compra sul web; il 51% ricerca offline e compra online e il 72% dei millennial vuole comprare esperienze, non solo beni. Le aziende devono rivedere i processi produttivi e di vendita per adattarsi a questo nuovo scenario».

L’intervento di Donato Iacovone ha fatto da apripista ai tanti contributi che si sono succeduti durante la mattinata. Contributi che hanno preso in esame tematiche di business più disparate, ma tutte con un filo conduttore primario: il digitale.

Smart Mobility e l’impatto del digitale sulla vita delle persone

Su che cosa impatta oggi il digitale? Ha provato a spiegarlo Andrea Paliani, partner per l’area mediterranea di EY, in questa video intervista con il direttore di EconomyUp Giovanni Iozzia. Insieme a loro anche Giovanni Di Martino Country manager di Car2go, che ha provato a fotografare lo scenario evolutivo del settore mobilità grazie all’avvento delle tecnologie digitali. E dice: «La rivoluzione che stiamo vivendo nella mobilità non sarebbe stata possibile senza l’avvento delle tecnologie, basti pensare che con il nostro smartphone possiamo aprire un’automobile, dopo averla localizzata, in meno di due secondi».

Il business dei video online, un territorio ancora inesplorato

Luca Colombo, Country Manager di Facebook Italia, ha spostato l’attenzione sulle opportunità di business provenienti dal settore dei video online, sfruttate ancora solo in parte dalle aziende: «L’investimento media sugli smartphone è di gran lunga inferiore rispetto all’utilizzo dello strumento da parte dei consumatori. Fra il tasso di utilizzo degli smartphone e quello di investimento pubblicitario c’è una grande discrepanza».

Secondo Colombo: «non si può trattare il mobile come la tv o il desktop.  Pensare al mobile è fondamentale. L’aspetto video è chiave: il live streaming sta facendo esplodere il mezzo, il consumatore ha nelle proprie mani una piattaforma gigantesca, quindi le aziende o i media che non comunicano con i video perde opportunità».

L’importanza delle persone all’interno del processo di trasformazione digitale

Sull’importanza delle persone, nei processi di trasformazione digitale, si è focalizzato l’intervento di Jeffrey Hedberg, amministratore delegato di Wind Tre. «Qualsiasi trasformazione digitale di successo richiede tre semplici, ma fondamentali ‘enablers’: persone, partnership e innovazione» he detto alle platea dell’EY Capri Digital Summit 2017.

Secondo HedBerg «occorre accelerare il coinvolgimento e lo sviluppo delle persone dando loro una chiara prospettiva, senso di direzione e di appartenenza: perché sono le persone i veri motori dell’economia moderna. Inoltre, per assicurare la sostenibilità dei nuovi ecosistemi e garantirne un facile accesso ai cittadini italiani sono fondamentali le partnership commerciali come anche quelle pubbliche/private».

Vivendi e lo spin off della rete Tim

Occhi puntati anche sull’intervento di Arnaud de Puyfontaine, amministratore delegato di Vivendi e presidente di Tim. «Spin off della rete Tim? Nessun pregiudizio» ha esordito de Puyfontaine L’obiettivo di Vivendi «è trovare la migliore decisione per Tim e per i gli stakeholders, e per stakeholders intendo governo, regolatori, clienti e Italia come Paese perché l’azienda è qualcosa di molto importante per l’Italia» ha detto.

Aggiungendo che «Tim è una fantastica azienda e vogliamo renderla di nuovo di successo. Vivendi ama l’Italia e vuole investire. Tim è una compagnia con una rete forte e una competenza tecnologica, che deve migliorare l’esperienza per il cliente e ha il potenziale per capitalizzare le opportunità offerte dalla rivoluzione della convergenza». E rassicura: «possiamo contare su Vivendi per prosperare nell’era digitale».

Microsoft e l’Augmented Reality

Per Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia dall’1 ottobre scorso, il business legato alla digital transformation deve portare valore alle aziende:«L’obiettivo per Microsoft è creare strumenti che diano ad aziende e persone la possibilità di esprimere appieno il loro potenziale. Ecco perché ci piace parlare di augmented intelligence più che di artificial intelligence» ha dichiarato dal palco della manifestazione.

«Puntiamo inoltre – ha aggiunto la numero uno di Microsoft –  a democratizzare l’intelligenza artificiale affinché tutti possano averne accesso. Esserne esclusi potrebbe essere molto pericoloso. Ecco perché metteremo gli strumenti AI su piattaforma cloud, utilizzabili alla stregua di mattoncini Lego».

Agid (Agenzia digitale per l’Italia) come think tank per la gestione dei dati nella PA

Sulla gestione dei dati nel settore della Pubblica Amministrazione torna Antonio Samaritani, Direttore dell’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale). «Cambiano i modelli di business nel privato ma anche nel pubblico – dice – si chiede sempre più capacità di investimenti in connessione e quindi in creazione di infrastrutture. E il tema dei dati sta diventando fondamentale».

In questo contesto, il ruolo di Agid secondo Samaritani è di fondamentale importanza perché «ha la responsabilità diretta sulle regole» Anche se «il punto fondamentale non è andare a definire regole per le applicazioni ma essere garanti di regole che rendano la competizione equa e consentano lo sviluppo di mercato». In che modo? «evitando che nella costruzione degli ecosistemi si applichino logiche protezionistiche. L’obbiettivo primario deve essere facilitare tutto l’ecosistema».

E infine puntualizza: «Quando si comincia a lavorare per piattaforme si veicolano gli standard, si pensi ad esempio all’identità digitali. Siamo dunque sulla strada giusta e l’aspetto culturale è fondamentale. Dobbiamo veicolare il cambiamento e dobbiamo anche capire come fare ad alimentare le progettualità del futuro».

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