Giovani, ma non troppo, competenti e altamente qualificati. Sono queste le caratteristiche principali degli startupper italiani, che con un’età media di 40 anni mostrano voglia di fare e passione per l’innovazione. Di piccole dimensioni, con un modello prevalentemente B2B e con la voglia di emergere: così invece si presentano le startup italiane oggi. O almeno è così che le descrive “La voce delle startup” una ricerca, alla sua seconda edizione, condotta da Italia Startup, l’associazione dell’ecosistema startup italiano, in collaborazione, con GRS – Ricerca e Strategia.
In seguito all’analisi condotta su un campione di oltre 300 startup, emergono le qualità prevalenti nelle figure dei founder di imprese, il cui obiettivo è innovare nel proprio settore di appartenenza professionale. L’eta media degli imprenditori va dai 25 ai 45 anni, ma si evidenzia una crescita del 18%, rispetto al 2015, degli startupper italiani appartenenti alla fascia di età che va dai 30 ai 39 anni. Per quanto riguarda la formazione più del 56% dei founder italiani dichiarano di aver conseguito una laurea di secondo livello, un post laurea o un master, in aggiunta al titolo di laurea triennale.
Per quanto riguarda i punti di forza della propria startup, metà degli intervistati individua il focus totale sul progetto e la voglia di intraprendere e di rischiare, che sottostà alla propria attività aziendale. L’identikit delle giovani realtà innovative si sviluppa in questo modo: per l’86% si tratta di startup seed, cioè attività imprenditoriali di recente formazione, spesso sostenute dai cosiddetti finanziamenti all’idea, i primi fondi finanziari utilizzati per lanciare un’attività imprenditoriale innovativa, mentre solo l’8,6% del campione preso in esame è costituito da startup consolidate, con un fatturato superiore a 1 milione di Euro.
«I dati che emergono dalla ricerca riflettono la struttura dell’ecosistema startup italiano, a luci e ombre – commenta Federico Barilli, Segretario Generale di Italia Startup – tra gli aspetti positivi si evidenzia un profilo prevalente dei founder italiani connotato da istruzione elevata, età media intorno ai 40 anni. Dall’altro lato si conferma una dimensione media piccola e una scarsa propensione allo sviluppo internazionale, parzialmente compensate da una voglia di intraprendere, di rischiare e di crescere (più che di vendere, di exit) che sono coerenti con lo spirito imprenditoriale tipico di una parte importante del nostro sistema industriale».