TECNOLOGIA SOLIDALE

Startup Africa Roadshow, c’è un altro continente con cui attivare la cooperazione innovativa



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Dario Zaganelli, vicepresidente di BeEntrepreneurs, racconta com’è andato lo Startup Africa Roadshow, che ha portato in Italia 5 startup da Ruanda e Uganda. “É possibile una cooperazione tra Europa e Africa tramite l’innovazione e l’imprenditorialità”

Pubblicato il 21 giu 2024

Antonio Palmieri

Fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido



Africa e startup

Binyavanga Wainaina, scrittore keniota autore del saggio “How to Write About Africa“, con un certo sarcasmo dice a tutti coloro che parlano di Africa di non “dimenticare di raccontare vicende tristissime, di mettere un Masai o uno Zulu in copertina e di citare una frase qualsiasi di Mandela su un arcobaleno o sul senso di rinascita…”

Stai tranquillo, Dario. Non è quello che faremo qui. Siamo insieme per raccontare il vostro Startup Africa Roadshow che si è concluso da pochi giorni…

Guarda, dall’8 al 16 giugno sono stati giorni tiratissimi ma entusiasmanti e utili. Abbiamo portato qui cinque startup provenienti da Uganda e Ruanda, vincitrici dell’edizione del programma “Next Generation Africa 2023/24.

Ne parliamo tra un attimo. Prima però presentati brevemente a chi ci sta leggendo…

Sono Dario Zaganelli, ho 34 anni, una laurea in ingegneria civile e diverse esperienze lavorative in giro per l’Europa. Al momento vivo a Parigi. Seguo le avventure di Startup Africa Roadtrip dagli inizi del progetto e tre anni fa mi sono lanciato. Ho contattato Andrea Censoni che conoscevo dai tempi della scuola e così, passo dopo passo, viaggio dopo viaggio, sono finito per diventare Vice-Presidente di BeEntrepreneurs. Ovvero, un volontario che crede moltissimo in questo progetto e nell’impatto che cerchiamo di generare!  

Andrea Censoni è la guida del progetto.

…sì ed ha accolto il mio desiderio di capire meglio un continente (almeno nei Paesi di cui ci occupiamo con Startup Africa Roadtrip) di cui conoscevo molto poco e di cui presumevo un’altra narrazione fosse possibile ed anche doverosa. Mi permetto di citarti, “l’idea é di creare consapevolezza e conoscenza, valorizzando il molto di buono che c’è! 

In effetti noi parliamo sempre delle tragedie dell’Africa, che invece è un continente vastissimo, variegato, ricco, complicato, che offre molto di più del racconto mediatico…

Esatto. Solo che non sapevo bene cosa fosse, se non per sentito dire! Andrea ha accolto la mia disponibilità ed eccomi qui, coinvolto in una iniziativa che incontra decine di ragazzi e ragazze che propongono idee e progetti che possono davvero avere un impatto su tematiche importanti non solo per l’Africa: economia circolare, mobilità sostenibile, salute, agricoltura, fintech… approfondendo le loro idee ed aspirazioni, ci rendiamo conto che sono più i punti (e le sfide) che abbiamo in comune, che le differenze.

Per esempio?

Questi giovani sono animati dall’urgenza di trovare soluzioni a problemi concreti, che spesso hanno vissuto sulla propria pelle o osservato nella quotidianità. A Kigali abbiamo visitato spazi universitari e di innovazione di altissimo livello, che attirano giovani imprenditori e imprenditrici da tutta l’Africa. In Uganda abbiamo conosciuto progetti che coinvolgono intere comunità, nella raccolta ed il riciclo di rifiuti plastici, come nella produzione di fertilizzanti e concimi organici. Noi “investiamo” le nostre energie per supportare le startup che selezioniamo, perché questi founders sono bravi, impegnati e pensiamo che meritino l’esposizione ed i contatti che possiamo aiutarli ad avere. E si, sono anche africani.

E il vostro programma prova a sostenerli in tutti i modi possibili…

Come sai, Startup Africa Roadtrip è un’iniziativa nata da un gruppo di volontari nel 2017 con l’idea di promuovere una “cooperazione innovativa”. Con il passare del tempo ci siamo strutturati meglio, abbiamo costituito un’associazione (BeEntrepreneurs APS) e nel nostro piccolo siamo diventati un riferimento per chi vuole promuovere l’incontro tra gli ecosistemi dell’innovazione italiano ed africano. Il programma si svolge in 3 macro-fasi: la selezione di startup e innovatori, un “bootcamp” nel paese di destinazione (nel 2023, in Ruanda), infine un viaggio “premio” in Italia per le startup finaliste.  

Puoi darmi qualche numero? I dati sono importanti…

Con le nostre “Call for Innovators”, abbiamo messo insieme un database di oltre 1.500 startup. Abbiamo finora supportato più di 100 team imprenditoriali e costruito un network di oltre 200 stakeholders.

Come avete selezionato le cinque startup che avete portato in tour tra Milano e Bologna?

Le startup vincitrici dell’ultima edizione sono state selezionate tra 330 candidature, hanno partecipato al nostro “bootcamp” a Kigali nell’agosto 2023, dove hanno seguito sessioni di formazione e mentoring con i volontari dell’associazione ed alcuni rappresentanti dell’ecosistema dell’innovazione locale. I criteri di scelta sono molteplici, ma il più importante è sicuramente, ancora una volta, l’impatto sociale, economico, ambientale che mirano a creare.

Di cosa si occupano?

Spaziano dal mondo della salute a quello dell’istruzione, passando per quello della sostenibilità ambientale.

Perché le avete portate qui da noi?

L’obiettivo del roadshow è offrire alle startup la possibilità di incontrare investitori, aziende ed enti non profit- tra cui la tua Fondazione Pensiero Solido – e di conoscere le esperienze di startup italiane di successo. Inoltre cerchiamo di aiutare le startup ad ampliare il proprio network di contatti, nella speranza che possano innescarsi collaborazioni virtuose.

Cosa avete fatto qui in Italia? Quali sono state le tappe più significative?

Tutte! è stata una settimana molto intensa… Dalla presentazione ad aziende italiane e corporate nella suggestiva cornice di Cisco Innovation Center presso il Museo della Scienza e della Tecnica a Milano, alla partecipazione al festival WMF – We Make Future a Bologna. Poi l’incontro con alcuni fondi impact, venture capitalist e business angels organizzato da Primo Ventures, la visita dei laboratori del Politecnico di Milano e la sessione di pitch con i mentors di Polihub e i rappresentanti di Joule, la scuola di Eni per l’impresa. Cito anche l’evento “Startup Africa Day”, a Milano, patrocinato da Fondazione Cariplo: sul palco si sono alternate le startup premiate e voci dell’ecosistema dell’innovazione italiano ed europeo. Infine, abbiamo anche avuto l’opportunità di visitare la sede di Maserati a Modena ed i laboratori di Reinova a Soliera!

Avete molti amici…

Come dice il proverbio? Insieme si va più lontano? Siamo molto grati a tutti i partner che ci hanno aiutato nell’organizzazione del roadshow e che ci supportano da anni.” Ed un riconoscimento importante va anche ai volontari, senza i quali niente di tutto questo potrebbe succedere…

Alla fine di questo tour, siete soddisfatti?

Lo siamo eccome! Ci sembra che sia emerso chiaramente che le startup premiate sono innovative, moderne e competitive. È per noi un grande privilegio aiutarle a crescere. Siamo molto orgogliosi di questa edizione di Next Generation Africa. La nostra associazione e questo progetto sono la dimostrazione di come sia possibile una cooperazione tra Europa e Africa tramite l’innovazione e l’imprenditorialità.

Una sorta di “Piano Mattei” ante litteram, che propone una forma di cooperazione innovativa…

Come ha detto Mario Savona – Vice Capo Missione per l’Ambasciata italiana in Uganda, Ruanda e Burundi, il tessuto economico, l’economia africana si basa fortemente sulle attività delle piccole e medie imprese. Esattamente come da noi. Startup Africa Roadtrip agisce come catalizzatore per supportare i giovani talenti africani, potenziando le imprese di entrambi i continenti, compreso quello europeo.

Raccontiamo quali sono le startup vincitrici?

Volentieri. Ecco nomi e breve descrizione:

• Ecoplastile (Uganda): sostenibilità ambientale e riciclo. Raccoglie rifiuti plastici, remunerando attraverso un’app la comunità locale, e li trasforma in tegole ecologiche, leggere e performanti.

• Luna (Ruanda): focus sull’empowerment e salute femminile. È una startup “femtech”, che offre uno spazio protetto per discutere di temi intimi e “delicati” con la possibilità di richiedere consulenze online (medici, psicologi, etc).

• Shambapro (Ruanda): innovazione al servizio di chi lavora la terra. Startup agritech che ha sviluppato un’app per supportare piccoli agricoltori attraverso la digitalizzazione di alcuni processi amministrativi, la produzione di dati e report utili per la gestione delle loro attività.

• SLS Energy (Ruanda): una seconda vita per le batterie usate. Questa startup ha sviluppato un sistema di recupero di celle ancora funzionanti da pacchi batteria a fine vita, per creare dispositivi di backup ed “energy storage” per torri di telecomunicazione.

• Ubuntu Education (Ruanda): formazione, sviluppo professionale ed innovazione. Startup “edutech”, che offre agli insegnanti contenuti formativi, accesso a opportunità di crescita e collabora con scuole e comunità locali per favorire lo sviluppo.”

In conclusione…

…alla fine abbiamo imparato tutti, noi da loro e loro da noi. L’Africa è un continente martoriato. L’ho toccato con mano dopo la visita al Genocide Memorial di Kigali, in Rwanda, una storia terribilmente recente, e quella al tempio di Namugongo nell’hinterland di Kampala, dove si ricordano 32 ragazzi condannati al rogo in seguito al loro rifiuto di abiurare la fede cristiana…”

…Triste evento, che viene ricordato in Uganda il 3 giugno con il Martyrs Day..

…Tuttavia l’Africa non è solo questo, è molto di più! Noi, nel nostro piccolo, proviamo a dare concretezza alle speranze di una generazione che non vuole migrare, ma costruire sviluppo e benessere, lasciando un impatto tangibile a casa propria.

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