Formazione

Scuolabook, una piattaforma per studiare digitale

L’azienda, appena uscita dalla fase di start up, implementerà a ottobre la sua piattaforma con il servizio “Classi virtuali” destinato a rivoluzionare il rapporto docente-studente: «Al centro resta il libro di testo, e tutto attorno la possibilità di interazione sui contenuti», spiega il Ceo Roberto Murgia. Sugli 11mila titoli in catalogo sono state inserite quasi 3milioni di note…

Pubblicato il 19 Set 2013

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Un ecosistema dedicato a insegnanti e studenti, con al centro il libro di testo completamente interattivo che darà la possibilità di prendere appunti, caricare video, audio o studi di vario tipo e condividerli con altri, utilizzare sistemi di messaggistica interni, creare una classe virtuale: è il nuovo servizio che intende lanciare a ottobre Scuolabook, azienda italiana appena uscita dalla fase di start up che si sta occupando della digitalizzazione della nostra scuola.

Sul mercato dal 2009, questa piattaforma dedicata all’editoria scolastica digitale ha registrato nel primo trimestre 2013 una percentuale di crescita del fatturato a 4 cifre, grazie anche al coinvolgimento in “Effetto Generazione Web 2012”, progetto finanziato della Regione Lombardia per promuovere la digitalizzazione delle scuole in base al Decreto Profumo del marzo 2013.

“Ma al di là delle leggi, c’è tutto un mondo che si sta digitalizzando” dice il Ceo Roberto Murgia. “La scuola in effetti è uno degli ultimi settori a convertirsi al digital, ma proprio grazie a questo ritardo può usufruire di tutte le esperienza pregresse ed evitare di ripetere gli errori passati”.

Nata subito dopo il decreto Gelmini 2009, che subordinava l’adozione di libri cartacei nelle scuole all’esistenza di una loro versione digitale, Scuolabook ha visto aumentare di anno in anno il proprio giro d’affari. I clienti sono soprattutto gli istituti scolastici che, attraverso i consigli di istituto e la consultazione con genitori e studenti, decidono di acquistare tablet e libri digitali, per poi assegnarli agli allievi.

Un freno è arrivato dal Pacchetto Scuola del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che ha fatto slittare all’anno scolastico 2015-2016 l’adozione dei libri digitali fissata dal decreto Profumo al 2014-2015.

Ma Scuolabook procede per la sua strada e i numeri parlano per lei. Unica piattaforma fruibile su tutti i device e sistemi operativi (Windows, OSX, iOS Android, Linux), può vantare finora 11.000 titoli a catalogo e più di 300.000 distribuiti finora, circa 150mila utenti iscritti sul portale e 262.000 download della sua app per pc. Inoltre sui libri di testo digitali sono state inserite quasi 3 milioni di note: una modalità dinamica di creazione di contenuti, sorta di crowdsourcing formativo.

Murgia, che viene dal settore dello sviluppo di piattaforme software e portali web, stima che Scuolabook sia attualmente in grado di ritagliarsi una fetta tra l’1 e il 3% del fatturato complessivo dell’editoria scolastica, che vale complessivamente circa 600 milioni di euro in Italia. E le prospettive sono sempre più allettanti perché dalla fase del semplice e-book scolastico si sta passando una più evoluta: “Ora il libro è arricchito – spiega Murgia – e al suo interno si possono vedere video, ascoltare audio, fare approfondimenti di vario tipo. Il libro è diventato interattivo”.

Da qui l’implementazione, tra un mese, della piattaforma Scuolabook con il servizio “Classi virtuali” che “consentirà di estendere il concetto di libro di testo: resterà al centro e tutto intorno ci saranno i servizi”. Sarà quindi distribuita gratuitamente agli insegnanti, contando che faranno da apripista per il progetto.

Quella di Scuolabook è una vision che si sta già gradualmente affermando negli Usa, dove ci sono già vari esempi di e-ducation, formazione riveduta e corretta in salsa tecnologica, con istituti scolastici che integrano l’istruzione tradizionale con quella online. “Ma stavolta l’Italia non è ultima in classifica, come purtroppo avviene in altri settori” è convinto il Ceo di Scuolabook. “Come tecnologie e competenze nella digitalizzazione dei testi noi italiani abbiamo creato soluzioni tecnologiche innovative al livello di Usa e Germania. Semmai siamo in ritardo nelle infrastrutture”.

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