DATI UNIONCAMERE

Ciao posto fisso, i giovani italiani sono sempre più imprenditori

Unioncamere scatta la foto: l’anno scorso erano 71mila le aziende guidate da under 35, il 10,48% in più rispetto al 2012, concentrate in Lombardia, Lazio e Campania ma in crescita nelle piccole Regioni. Commercio tra i settori traino. Al Sud i giovani che optano per l’auto-impiego sono in percentuale più che al Nord

Pubblicato il 13 Mag 2014

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Altro che ricerca (spesso inutile) del posto fisso da dipendente: i giovani italiani si stanno sempre più appassionando all’idea di fare impresa, per amore o anche un po’ per necessità. Tra il 2012 e il 2013 sono infatti quasi 71mila in più le imprese guidate da giovani under 35, con una crescita pari al 10,48%. Lo indicano i dati di Unioncamere che ha tenuto a battesimo il network nazionale degli Sportelli per l’imprenditorialità giovanile delle Camere di commercio.

In sostanza si tratta di 70.744 aziende guidate da giovani imprenditori, frutto di 130.439 nuove iscrizioni e 59.695 chiusure. L’incidenza sul totale del sistema produttivo sfiora l’11%.

La voglia di fare impresa dei giovani è più elevata in Lombardia, Lazio e Campania (oltre 9mila aziende create in più in queste regioni nel 2013), ma assume connotati di intensa dinamicità anche in regioni più piccole: se nella graduatoria per tasso di crescita il Lazio è al primo posto con un aumento del 14,45%, al secondo posto c’è, quasi a sorpresa, la piccola Valle d’Aosta con il 14,22%, seguita dal Trentino Alto Adige con il 12,62% e dal il Friuli Venezia Giulia con l’11,80%.

Sono le regioni del Mezzogiorno, tuttavia, quelle nelle quali l’impresa sembra rappresentare un’alternativa significativa al lavoro dipendente per chi ha meno di 35 anni. In Calabria, Campania e Sicilia, infatti, la pattuglia dei giovani capitani d’impresa supera o sfiora il 15% del totale delle attività presenti sul territorio, in Puglia raggiunge il 13%, nel Molise e in Basilicata sfiora il 12%.

Sul fronte opposto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, dove la componente giovanile costituisce circa l’8% del totale. Sebbene il 73% delle imprese giovanili abbia la forma giuridica più semplice di ditta individuale, in sensibile crescita appaiono le più strutturate società di capitali: supera le 18mila unità il saldo tra iscrizioni e cessazioni nel 2013 per questa forma giuridica, con un tasso di crescita pari quasi al 20%.

Commercio, costruzioni e attività di alloggio e ristorazione concentrano a fine 2013 il maggior numero di attività gestite da giovani imprenditori, ma, in termini di incidenza percentuale sul totale delle imprese, i capitani d’impresa under 35 raggiungono quasi il 15% delle imprese registrate negli altri servizi, settore al quale appartengono le attività di riparazione di beni personali e i servizi per la persona. Oltre alla cospicua incidenza anche nel settore dell’alloggio e ristorazione, le imprese giovanili appaiono percentualmente più consistenti anche nel noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese e nelle Attività finanziarie e assicurative.

Contentestualmente alla presentazione di questi dati, Unioncamere ha battezato ufficialmente il network nazionale degli Sportelli per l’imprenditorialità giovanile delle Camere di commercio. A partire da oggi la rete delle Camere di commercio (vedi l’elenco alla pagina web www.filo.unioncamere.it/giovani) mette a disposizione dei giovani un servizio gratuito dedicato espressamente a quanti vogliono creare una nuova impresa. Il servizio delle Camere di commercio prevede un’offerta mirata e integrata di attività di orientamento, formazione, assistenza, accompagnamento e supporto espressamente indirizzata a rispondere ai diversi bisogni dello startup e post-start up, favorendo anche l’accesso a strumenti di credito e microcredito o agli incentivi pubblici nazionali e regionali, per valorizzare le opportunità occupazionali legate al lavoro indipendente.

Un’iniziativa particolarmente importante, si legge in una nota di Unioncamere, in un Paese come il nostro, in cui la disoccupazione giovanile ha superato il 40% e si registra un dato record quanto ai giovani neet (circa un milione e mezzo di 15-24enni, pari quasi a un quarto di questa fascia d’età, che non studiano né lavorano), con elevati tassi di abbandono scolastico-formativo.

“Il Network degli Sportelli per il sostegno all’autoimprenditorialità giovanile delle Camere di commercio – sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – accoglierà i giovani che intendono aprire una nuova impresa assicurando loro percorsi specialistici mirati. Nelle nostre strutture è prevista la messa a disposizione gratuita di un modello di servizio e d’intervento comune, basato sull’adozione di standard omogenei, secondo declinazioni e articolazioni territoriali differenziate sulla base delle specificità locali (in termini di opportunità, collaborazioni, specializzazioni, risorse, attori e reti disponibili). Si tratta, evidentemente, di un contributo concreto e fattivo che Unioncamere e le Camere di commercio italiane sono pronte a mettere a disposizione per il rilancio dell’occupazione giovanile”. (L.M.)

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