Open innovation

Cybersicurezza, la Polizia di Torino si affida a una startup

Toothpic ha ideato un innovativo sistema di autenticazione basato sull’unicità della fotocamera dello smartphone. “In un mercato che vale oltre 10 miliardi le startup giocano un ruolo fondamentale” dice il founder Giulio Coluccia. “Cerchiamo una collaborazione con il Ministero della Difesa”

Pubblicato il 23 Gen 2017

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Giulio Coluccia, founder di Toothpic

Sono 429 milioni le identità online violate nel 2015 e, la recente inchiesta sul cyber spionaggio Eye-Pyramid ha nuovamente accesso i rifilettori sul problema della sicurezza e sulla privacy in rete. Un problema che il Nucleo Investigativo Scientifico e Tecnologico della Polizia di Torino ha deciso di risolvere affidandosi alla startup Toothpic. “Abbiamo creato un innovativo sistema di autenticazione basato sulla tecnologia di riconoscimento del rumore lasciato dal sensore delle fotocamere digitali” racconta il founder Giulio Coluccia. Che con la sua startup mira in alto: “Mi piacerebbe avviare una collaborazione con il Ministero della Difesa per risolvere il problema della cybersicurezza in tutta Italia grazie a Toothpic” dice. Perché lui ne è certo: “Il futuro della cyberscurezza passa dall’autenticazione e dalla possibilità di identificare gli utenti grazie all’unicità della fotocamera dello smartphone”.

Originario di Ivrea, 35 anni, dopo una laurea in ingegneria delle telecomunicazioni al Politecnico di Torino, segue un dottorato di ricerca e lavora poi presso l’ateneo come ricercatore post-doc. “L’idea di Toothpic nasce da un progetto di ricerca del Politecnico di Torino. Nel 2012 ho seguito una conferenza sulle tecnologie di autenticazione sperimentate dall’Università di New York e sui limiti che queste presentano. La solidità dei sistemi di autenticazione è stata messa a dura prova negli ultimi anni a causa di ripetuti attacchi informatici che hanno coinvolto anche giganti dell’informatica come LinkedIn, Google, Yahoo ed Apple. L’unica strategia percorsa fino ad oggi per rispondere a questi attacchi è stata quella di aggiungere strati di sicurezza ai meccanismi di autenticazione nella forma di token, autenticazione a due step e password dispositive: sistemi che possono offrire una maggiore protezione a scapito però della semplicità e dell’esperienza d’uso degli utenti – continua il giovane imprenditore -. Da lì l’idea di sviluppare un prodotto innovativo”.

Guarda anche: Cybersicurezza, le soluzioni che arrivano dalle startup

L’idea alla base del sistema brevettato da Toothpic parte dall’assunto che ogni fotocamera lascia un pattern unico su ogni fotografia nella forma di rumore digitale: è possibile

Il team di Toothpic

dunque correlare univocamente ogni foto con il sensore del dispositivo sul quale è stata scattata. Toothpic propone quindi di sostituirsi ai complessi sistemi di autenticazione esistenti con una semplice foto di convalida, effettuata dall’utente al momento dell’autenticazione, impossibile da frodare con foto pubblicamente disponibili, proprio grazie al “rumore” lasciato dal sensore digitale, univoco per ogni dispositivo. Nessun bisogno di apparecchiature sofisticate o dispositivi addizionali: tutto quello che occorre è la fotocamera del proprio smartphone e un’apposita app.

Anche il nome della startup fa riferimento alle foto: “Toothpic è un acronimo di Who took this picture” spiega. “Brevettata questa nuova tecnologia, siamo stati incubati da I3P, l’incubatore d’impresa del Politecnico di Torino, grazie al quale siamo entrati in contatto con il Nucleo Investigativo della Polizia di Torino che ci ha chiesto di sperimentare il nostro prodotto colpiti da due caratteristiche: Toothpic permette di associare univocamente una foto ad un certo dispositivo; inoltre è in grado di creare relazioni tra materiale sequestrato appartenente a diversi casi di indagine”.

Caratteristiche innovative, queste, riconosciute anche dall’EIA, la European Innovation Academy, che ha assegnato un premio alla startup. Oggi, insieme a Coluccia lavorano Enrico Magli, Tiziano Bianchi e Diego Valsesia. “Abbiamo fatto testare il prodotto anche a uno studio forense di Torino e siamo in contatto con il procuratore capo interessato a sperimentare Toothpic” continua Coluccia. Che sa di essere sulla buona strada per inserirsi su un mercato, quello dei sistemi di autenticazione, valutato 2 miliardi e mezzo di dollari nel 2013, arrivato a 10 miliardi lo scorso anno e destinato a crescere ancora quest’anno. “È un mercato dove il ruolo di spicco è giocato dalle startup: sono loro a portare innovazione, passione ed energia. Le istituzioni e chi gioca la partita della cybersicurezza non possono fare a meno di noi”.

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