Terremoto, cosa possono fare l’innovazione e le startup per ridurre danni e sofferenze

Big data, Internet delle cose, droni, materiali e dispositivi hi-tech: imprenditori e ricercatori sono al lavoro per prevenire e contrastare sismi come quelli che hanno colpito il Centro Italia negli ultimi giorni di ottobre o quello di agosto. Ecco i loro progetti per affrontare i rischi tellurici

Pubblicato il 24 Ago 2016

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Big data, Internet of Things, dispositivi e sensori, materiali innovativi per costruire edifici più resistenti, uso di droni per sorvolare i territori più a rischio: su queste e altre attività sono concentrati startup, ricercatori e innovatori di tutto il mondo per prevenire e contrastare terremoti come quelli avvenuti il 30 e il 26 ottobre tra Marche e Umbria provocando crolli e feriti o come quello, più devastante, che è stato registrato in Centro Italia nella notte fra il 23 e il 24 agosto colpendo diversi paesi tra cui Accumoli (Rieti), Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) e Amatrice (Rieti) con un bilancio di 290 morti.

Vediamo cosa è stato fatto e cosa si sta facendo in Italia e nel mondo per cercare di affrontare i sismi con l'”arma” dell’innovazione.

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Tecnologia anti-sisma

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1. Sfruttare le potenzialità del wi-fi per potenziare i soccorsi – In caso di terremoto, aprire le reti wi-fi può essere un’azione utile a salvare la vita di molte persone. Nelle ore immediatamente successive al terremoto che ha colpito alcuni Paesi del Centro Italia, l’appello in tal senso è stato lanciato anche dal Consiglio Nazionale dei Geologi che invita, chi può farlo, a lasciare ogni dispositivo wi-fi senza password (oltre a tenere libere le linee telefoniche). Serve a favorire le comunicazioni via internet e di conseguenza agevolare i soccorsi. In passato l’utilizzo del wi-fi in casi di terremoto portò alla luce la storia virtuosa di una startup italiana: i fatti risalgono al tragico evento del terremoto in Emilia del 2012 in cui persero la vita 27 persone. In quell’occasione, all’indomani dell’evento sismico, Athonet, startup vicentina, riuscì a portare in tempi rapidi la connessione wi-fi in un campo allestito dalla Protezione Civile a Mirandola, tra i Paesi colpiti dal sisma. Grazie ad un sistema proprietario (PriMo, acronimo di Private Mobile) nato per portare la banda larga e fornire comunicazione wireless a uso professionale in zone remote, rapidamente grazie a infrastrutture mobile di dimensioni ridotte, fu possibile collegare i vari campi tra di loro e abilitare il VoIP tramite PriMo. Così fu possibile attivare numero fisso con cui contattare il campo, abilitare lo streaming da telecamere mobili e allestire delle isole WiFi con cui i ragazzi sfollati potessero collegarsi a internet e interagire, fungendo al tempo stesso da punto di ritrovo e socializzazione.

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2. Usare Big data e Internet Of Things – Sensori, big data, analytics, gateway e più in generale tutti gli strumenti tecnologici legati al mondo dell’Internet of Things possono essere soluzioni adatte in casi di eventi catastrofici come un terremoto, o un attacco terroristico. In questo ambito opera SysDev società torinese, incubata presso I3P, l’incubatore del politecnico di Torino, che ha sviluppato soluzioni tecnologiche IoT per il monitoraggio strutturale e ambientale di edifici, infrastrutture come ponti e gallerie, grandi edifici e “smart city”, con lo scopo di migliorare il controllo del territorio e la sua resilienza a fronte di eventi catastrofici. Alla base della tecnologia SysDev ci sono i sensori, che integrati all’interno di materiali edili e di ambienti, percepiscono ogni movimento e vibrazione delle strutture a cui sono applicati e, grazie a trasmettitori a lunga portata segnalano in tempo reale eventuali anomalie o criticità, garantendo un controllo capillare e costante.

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Sysdev, ecco i sensori IoT per capire se una casa è agibile dopo un sisma

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3. Creare reti di smartphone per la rilevazione dei terremoti – Tenendo presente che non è (ancora) possibile prevedere un terremoto, ril evare tempestivamente questi fenomeni devastanti può essere possibile grazie alla capillare diffusione di smartphone in tutto il mondo. Un gruppo di ricerca dell’Università di Berkley guidato da Richard Allen ha di recente presentato MyShake, un’app che attraverso l’utilizzo dell’accelerometro dei telefoni è in grado di rilevare un terremoto con discreta precisione. Il compito di My shake è quello di analizzare le vibrazioni registrate dagli accelerometri nel caso venissero rilevate scosse di terremoto, attivando in automatico il Gps del terminale per comunicare la posizione dell’utente. L’app lavora in background e non influisce sulle prestazioni dello smartphone. MyShake è in grado di rilevare con precisione terremoti di magnitudo 5 e superiori. Nel momento in cui viene raggiunto un numero di download significativo, i dati dell’app verranno inviati al Servizio geologico statunitense (Usgs), che provvederà ad avvertire le persone dell’arrivo di un sisma tramite una notifica

4. Costruire edifici più resistenti – Una startup canadese, Kinetica, ha realizzato un metodo per rendere gli edifici più resistenti durante i terremoti. È stata fondata da Michael Montgomery e dal suo professore all’Università di Toronto, Constantin Christopoulos, e tra i suoi manager c’è un ricercatore e ingegnere strutturale nepalese, Deepak Pant, che è sopravvissuto a due terremoti: quello del 2011 in Giappone di magnitudo 9.0 (era lì per studiare) e quello in Nepal del 2015. La startup utilizza una tecnologia chiamata “ammortizzatori vicoelastici”: ampi strati di un materiale simile alla gomma, noto come polimero vicoelastico, infilati come in un panino tra altri strati di acciaio. Incorporati in edifici di altezza elevata, questi ammortizzatori sono in grado di assorbire l’energia vibrazionale e trasformarla in calore, riducendo le forze nei componenti adiacenti. Sostanzialmente dissipano e dirottano l’energia che si crea all’interno della struttura di un edificio durante un terremoto o anche quando ci sono forti ondate di vento. L’anno scorso Kinetica ha firmato un contratto per distribuire il suo prodotto in Cina.

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5. Usare i droni come sentinelle sul territorio – I velivoli pilotati da remoto, gli Unmmaned Aerial Vehicles (Uav), sono spesso usati per sorvolare il territorio ed eseguire missioni di rilevamento dati. Alcune startup sono nate per questi scopi, tra le quali per esempio AeroDron, fondata a Parma e guidata dall’ingegner Giorgio Uguzzoli, 69 anni, sulla quale ha investito anche b-ventures, acceleratore d’impresa nato all’interno di Buongiorno. L’anno scorso le Agenzie Regionali di Protezione Ambientale (Arpa) hanno deciso di mettere in campo i droni per l’attività di monitoraggio del territorio. Le prime a cominciare sono state le Arpa di Puglia e Umbria, che hanno usato i velivoli a controllo remoto per monitorare gli scenari critici o lo stato delle acque dei laghi. Nel 2014 un gruppo di ricercatori italiani e inglesi coordinato da Alessandro Tibaldi, professore associato di geologia strutturale all’Università di Milano-Bicocca, ha testato in una zona dell’Islanda colpita in passato da forti terremoti un nuovo metodo per lo studio del rischio sismico. Il metodo comprende riprese aeree di altissimo dettaglio con velivoli automatici (droni) e una rappresentazione dei dati con tecniche di realtà virtuale. In questo modo è possibile studiare con una precisione prima inimmaginabile le strutture geologiche in grado di produrre futuri terremoti.

6. Installare la porta anti-terremoto – La startup abruzzese LF System Italia ha lanciato Quakesaver, un dispositivo da applicare alla porta per evitare che si blocchi in caso di cedimento strutturale durante il terremoto. Un sistema ideato dall’imprenditore Luca Fallaolita dopo il sisma che ha colpito L’Aquila nel 2009, testato dall’Università dell’Aquila e poi brevettato. Nel 2016 la fondazione della startup con sede ad Avezzano. Quake Saver, che può essere integrato a porte di nuova produzione o adattato ad infissi già esistenti e che si adatta a tutte le tipologie di porta (interne a battente o scorrevoli, porte antipanico, porte REI, porte tagliafuoco, porte blindate, porte a vetro, porte civili, industriali) può essere utilizzato in caso di terremoti, frane, incendi o alluvioni: fenomeni, cioè, che causando cedimenti strutturali possono modificare l’assetto di telai e porte compromettendone l’apertura. Intervistato dal sito 6aprile.it, il fonder Luca Fallaolita spiega come funziona: “Sono state simulate le forze in gioco che possono scaturirsi in caso di cedimenti sia per il distacco della muratura che sovrasta il telaio della porta, sia il sollevamento del pavimento o distorsione del solaio. In entrambi i casi la porta ha mantenuto la piena funzionalità garantendo una via d’uscita verso un luogo più sicuro. Il dispositivo incide pochissimo sul costo della porta, circa 40 euro”.

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7. Diffondere il congegno che “anticipa” i terremoti – Maurizio Taormina, imprenditore e fondatore di I.Co, azienda tecnologica specializzata in sistemi di allarme e piattaforme antisismiche, ha ideato Guardian SismAlarm, un allarme antisismico made in Italy che permette di raccogliere informazioni sulle onde sismiche primarie, cioè quelle che precedono le onde secondarie, ossia il terremoto vero e proprio, e che consentirebbero di prepararsi con un margine di tempo minimo ma sufficiente per mettersi in salvo. «Non si tratta di un sistema predittivo – precisa Taormina in un’intervista rilasciata a EconomyUp – ma di un sofisticato impianto di analisi di un tipo di onde che viaggiano a una frequenza di solito impossibile da percepire per un essere umano ma che precedono le scosse più violente di cui purtroppo ci si rende conto solo nel momento in cui accadono». L’apparecchio è simile a un palmare e può essere applicato sulla parete interna di una casa o di un qualsiasi edificio. Quando il sensore dell’apparecchio legge la prima onda, il sistema inizia a lampeggiare e suonare. Inoltre, il congegno è in grado di registrare i dati locali e di metterli in Rete. Il dispositivo costa 99 euro.

8. Usare il crowdfunding per raccogliere fondi e i canali social per comunicare le proprie condizioni di salute o mettersi a servizio di chi è in difficoltàRicorrere alle piattaforme di finanziamento online per donare denaro alle popolazioni colpite da un sisma è ormai una pratica diffusa. Per esempio, nei giorni successivi al terremoto che ha colpito Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, la piattaforma di raccolta fondi online Eppela ha lanciato una campagna per effettuare donazioni gestite dalla Croce Rossa Italiana. Altro servizio importante è il Safety Check attivato da Facebook per far sapere a parenti e amici se si è in salvo qualora ci si trovi in un’area colpita da una catastrofe. E ancora, l’uso di Twitter come canale di servizio per dare informazioni in tempo reale sta diventando sempre più frequente.

(articolo aggiornato il 30 ottobre 2016)

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