Mercati

Turismo collaborativo, tutti i modi per viaggiare condividendo (e risparmiando)

Dalle piattaforme per trovare una stanza in affitto a quelle per scambiare casa, dai portali per dividere le spese del viaggio fino al meal sharing, per consumare pasti presso abitanti del luogo: così la sharing economy sta rivoluzionando il mondo dei viaggi. E le startup crescono

Pubblicato il 16 Ago 2016

turismo-collaborativo-160816152804

Dallo “scambio di notti” all’affitto di una stanza o un’intera abitazione a breve o medio termine, dai passaggi in auto con qualcuno che percorre la stessa direzione alla condivisione di autobus per gite di gruppo fino alle cene con sconosciuti che vivono nel luogo visitato: sono alcuni dei nuovi modi di viaggiare che rientrano nella definizione di turismo collaborativo. Un modo diverso per esplorare Paesi e città che ha le sue radici nella sharing economy.

Sharing economy, tutte le parole per dirlo

Le piattaforme di turismo collaborativo, da AirBnb a BlaBlaCar, sono una nuova tendenza del mercato, largamente apprezzata dalla generazione dei nativi digitali, che mettono in contatto diretto i turisti con la popolazione locale accelerando il processo di disintermediazione della filiera turistica.

Secondo alcune stime, nel 2015 il 70% degli utenti di Internet ha pensato di usare servizi di tipo collaborativo per viaggiare. Quest’anno, a Milano, si è registrato un calo del 10% di presenze negli alberghi e un analogo aumento del 10% delle abitazioni in affitto. Difficile, se non impossibile, capire al momento il giro d’affari ruoti intorno al settore. Ma certamente sono cifre in costante ascesa. Vediamo alcuni dei principali tipi di turismo collaborativo.

LE PIATTAFORME PER DORMIRE IN AFFITTO – La piattaforma di home-sharing più utilizzata al mondo è

Airbnb. Fondata ad agosto 2008 dall’idea di due studenti universitari, ha la sede principale a San Francisco, in California, e consente agli utenti di tutto il mondo di pubblicare, scoprire e prenotare alloggi di vario tipo da computer, cellulari o tablet. È attiva in 34.000 città e 190 paesi. Di recente il valore di questa startup è balzato a 30 miliardi: la società non è quotata in Borsa ma il valore lo si ricava da Equidate, un mercato dove vengono scambiate le azioni di società tecnologiche non quotate. Varie e di vario tipo le concorrenti di Airbnb: 9Flats, per esempio è il suo competitor europeo. Lanciato in Germania da Stephan Uhrenbacher, imprenditore di Internet già fondatore di Qype e capo delle operazioni in Nord Europa di lastminute.com, dal 2014 ha un nuovo Ceo, Roman Bach. Come AirBnb propone affitto di proprietà tra privati in modalità peer to peer. Negli Usa è nato HomeAway, sito di annunci di case da vacanza in affitto che a novembre 2015 è stato acquistato da Expedia per 3,9 miliardi di dollari proprio con l’obiettivo di sfidare AirBnb. In Francia è nata nel 2007 BedyCasa: inizialmente era un blog gestito dalla fondatrice Magali Boisseau, francese di origine spagnola che vive e lavora a Montpellier. Poi è diventato un sito/community di prenotazioni di camere in abitazioni private in tutto il mondo. Oggi è una piattaforma con oltre 200.000 utenti e 30.000 alloggi in più di 6000 città. Su Housetrip, fondata nel 2009 e basata a Losanna (Svizzera), con uffici a Londra e Lisbona, è possibile prenotare intere proprietà e non singole stanze. Ad aprile scorso è stata acquistata da TripAdvisor dopo un percorso non sempre lineare: considerata tra le startup più promettenti del panorama europeo, è stata in grado di raccogliere 60 milioni di dollari di finanziamenti, ma negli ultimi tempi ha faticato a tenere il passo con la rivale AirBnb. Altro competitor europeo è Wimdu. Il portale per affittare la casa per uno o più giorni a chi ha bisogno di soggiornarvi per lavoro, vacanza o studio è nato a marzo 2011 dall’idea di due giovani berlinesi, Arne Bleckwenn e Heinrich Dreilling, e ad oggi può contare su circa 300mila soluzioni abitative reperibili in più di 150 Paesi. A luglio 2015 Windu è sbarcato in Italia: la divisione italiana è guidata dal giovane senese Daniele Bruttini. Per chi non si accontenta di stanzette o alloggi un po’ arrangiati, e pretende esclusività e lusso, c’è OneFineStay, sito inglese che permette di affittare per brevi periodi incantevoli case di pregio di proprietà di privati. Sono previsti un iPhone in dotazione e servizi da hotel a 5 stelle. Il servizio, attivo a Parigi, Londra, New York e Los Angeles, ha debuttato quest’anno anche in Italia. Altre piattaforme di prenotazione e affitto alloggi: Iha, Rentitalia, Roomorama, Tripwell.

LE PIATTAFORME PER SCAMBIO CASA – Scambiare la propria casa con altri viaggiatori è una alternativa

sempre più utilizzata per assicurarsi un alloggio gratuito quando si viaggia. NightSwapping, per esempio, è una piattaforma di baratto di notti, senza scambio di denaro tra i membri della community, con 180 mila membri in più di 160 Paesi. Il portale permette ai membri di soggiornare gratuitamente grazie ad uno scambio di notti: gli utenti mettono a disposizione una camera o il loro intero appartamento per ospitare altri utenti. Così facendo guadagnano notti da usufruire per viaggiare e soggiornare gratuitamente presso altri host della community. Anche con Cosmopolit Home ogni volta che si ospita qualcuno si possono accumulare punti grazie ai quali ottenere alloggi gratuiti dove si desidera. Trampolinn è una piattaforma che moltiplica le possibilità di scambio e collega migliaia di viaggiatori nel mondo che desiderano scambiare o semplicemente condividere le loro case. È attiva in 169 Paesi e 4500 città con circa 30mila membri e mette a disposizione 1350 alloggi. Stay4Free offre servizi analoghi. Behomm si rivolge invece a una cerchia più ristretta di utenti: è infatti una community internazionale di designer, architetti, progettisti e artisti visivi, interessati a scambiare le loro case, per brevi periodi, esclusivamente con altri colleghi che vivono in diverse parti del mondo. GuestToGuest permette di scambiare la casa senza pagare abbonamenti e costi di transizione, mentre Ivhe è specializzato nello scambio di seconde case in località turistiche. Tra i leader del settore c’è Scambiocasa.com con oltre 40.000 schede in 153 Paesi diversi: per usufruire dei servizi di questo sito è necessario pagare un abbonamento. L’iscrizione per 12 mesi costa 130 euro. Tra i siti più antichi, nati quando ancora la sharing economy non era emersa come fenomeno mondiale, c’è Intervac, associazione no profit, attiva da oltre 60 anni: dal 1953 ha promosso e facilitato lo scambio di case tra famiglie, persone in pensione e singles e oggi conta 30.000 iscritti. Love Home Swap offre un servizio piuttosto chic per lo scambio di case. È in inglese, quindi per usare la piattaforma occorre sapere bene la lingua, e mette in contatto soprattutto utenti anglofoni ma non solo. Richiede un abbonamento dopo un breve periodo di prova. Buono il customer care. Altri siti: HomeforHome e HomeLink.

LE PIATTAFORME PER CONDIVIDERE I VIAGGI – Per viaggiare in Italia e in Europa in automobile a costi

ridotti c’è BlaBlaCar, la community di carpooling che consente di offrire o ricevere passaggi in auto tra privati dietro rimborso spese. Ad oggi conta oltre 30 milioni di iscritti in 22 Paesi e ogni trimestre viaggiano con BlaBlaCar 10 milioni di persone. Un sito analogo è tandemobility. Tra i più usati in Europa c’è roadsharing.com, che prevede itinerari in Italia e, per ogni utente, un feedback con il calcolo dei km e delle emissioni di CO2 per viaggio. autostradecarpooling.it è invece il portale per trovare passaggi lungo le tratte autostradali italiane e permette sconti ai caselli e altri vantaggi a chi viaggia utilizzando il car pooling creando meno traffico e inquinando meno. Un altro portale utile per chi cerca passaggi ricorrenti, per andare a lavoro o anche per raggiungere i famigliari al weekend è youtrip.it. Oltre ai passaggi in auto c’è anche lo share di camper e di moto. Per ogni itinerario è specificato se l’automobilista richiede un’offerta, uno specifico contributo spese, oppure la sola compagnia. Per chi invece intende spostarsi in auto in gruppo c’è gogobus.it, startup che offre un servizio di bus sharing nata un anno e mezzo fa dall’idea di due trentenni, Alessandro Zocca ed Emanuele Gaspari. Per avvalersi di questo servizio collettivo ci si prenota online, da computer, tablet o smartphone, sul sito. Al momento della prenotazione non si paga nulla, visto che il viaggio diventa effettivo quando le adesioni raggiungono la quota minima di 19 passeggeri. I tragitti riguardano e collegano tutta la Penisola.

LE PIATTAFORME PER MANGIARE CON ABITANTI LOCALI (SCONOSCIUTI) – Questo tipo di servizi si

chiama anche meal sharing, condivisione dei pasti. In Italia c’è Gnammo, community che offre l’opportunità di organizzare cene fatte in casa cucinate da “cuochi per passione”. Il caso della startup fondata da Cristian Rigon è finita nei mesi scorsi al centro della cronaca in merito alla regolamentazione della sharing economy in Italia, per la quale è stato presentato un disegno di legge. Una delle piattaforme leader del settore in Europa è EatWith: si sceglie una città, la cucina desiderata, una data, la soglia di prezzo e si prenota una cena, un pranzo o un pic nic a casa di persone che saranno ben liete di ospitare gli ospiti e cucinare per loro. Il servizio offre anche lezioni di cucina.

LA FIDUCIA – Il turismo collaborativo si basa almeno su questi tre pilastri: desiderio di risparmio, volontà

Frédéric Mazzella, founder di BlaBlaCar

di vivere esperienze a contatto con la popolazione locale e fiducia. Un concetto, quello di fiducia, che è stato approfondito dal del fondatore di BlaBlaCar, Frédéric Mazzella, in un testo diffuso per l’influencer program di Linkedin di cui fa parte. “La connettività di internet – scrive tra l’altro Mazzella – e i nuovi strumenti di fiducia digitale stanno sconvolgendo la fiducia interpersonale, sia per la sua possibilità di estendersi che per il tempo necessario per costruirla, portandola a un livello che prima era impensabile e aprendo così scenari immensi, ricchi di potenziale per la collaborazione tra persone. La fiducia digitale rappresenta per la fiducia interpersonale quello che l’invenzione del telefono ha rappresentato per la comunicazione. Una svolta storica che introduce immediatezza e portata illimitata. Gli strumenti di fiducia digitale forniti da piattaforme online come BlaBlaCar permettono a persone che non si conoscono di diventare parte di un gruppo fidato. Gli individui possono scaricare all’istante il loro rispettivo capitale di fiducia basato su informazioni dichiarate e verificate, e su un insieme di feedback derivanti da interazioni uniche con una moltitudine di persone differenti. (qui è possibile scaricare il testo completo dell’intervento di Frédéric Mazzella)

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2