Open innovation

Lifegate, quando un media network offre “visibilità” a una startup

La società fondata da Marco Roveda lancia un programma in ambito sostenibilità che mette a disposizione delle giovani imprese 50mila euro di spazi pubblicitari e il network di partner. La prima è LastMinuteSottocasa, che ha sviluppato una piattaforma contro lo spreco alimentare

Pubblicato il 15 Giu 2016

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Lifegate, il media network fondato nel 2000 da Marco Roveda, punta alle startup. E lo fa con un “quasi incubatore” aziendale: ZeroimpactLab, il laboratorio che prende il nome da ImpattoZero, il progetto di Lifegate che aiuta le aziende a ridurre il proprio impatto ambientale. “Con questo progetto – spiega a Economy Up il direttore scientifico di Lifegate Simone Molteni– vogliamo aiutare le start up che danno una risposta concreta ai problemi ambientali del nostro pianeta, in due modi: da una parte dando visibilità, con un investimento di circa 50 mila euro in spazi pubblicitari, all’interno della nostra community che conta ad oggi circa cinque milione di utenti. E dall’altro relazionandole con le grandi aziende”. Come sarà tutto da vedere.

Per entrare nel progetto le start up devono essere innovative e sostenibili. “Lotta all’inquinamento e agli sprechi e utilizzo di nuove forme di energia o di materiali. Le start up devono essere capaci di saper innovare in questi ambiti con delle soluzioni efficaci. Finora ne abbiamo individuate alcune che presenteremo in futuro con eventi dedicati come quello di oggi” conclude Molteni. Quindi ogni startup coinvolte sarà un’occasione di comunicazione su item molto smart in questo momento.

La prima selezionata è LastMinuteSottoCasa, che proviene dall’Incubatore Imprese Innovative del Politecnico di Torino. Ed è stata presentata con la “benedizione ” del ministro Maurizio Martina. Perché il titolare delle Politiche Agricole? Perché l’app creata dalla startup, spiega il suo amministratore delegato Stefano Ardito, ha lo scopo di combattere gli sprechi alimentari con due semplici bottoni. “Uno per i negozianti e uno per i clienti: l’app li mette in relazione in base alla zona di residenza e alla categorie merceologiche indicate. Il panettiere, il gelataio, il macellaio, solo per fare qualche esempio, potranno mettere in vendita le eccedenze della giornata e i clienti acquistarli a metà prezzo”. E sembra che ce ne sia bisogno, perché dice il ministro Martina, “gli italiani non sono un popolo di spreconi ma possono fare di più e diventare guida in Europa. Vogliamo arrivare a recuperare un milione di tonnellate di cibo entro il 2016. È in discussione una legge sullo spreco alimentare che deve passare al vaglio del Senato e nell’ultima legge di stabilità abbiamo semplificato il processo delle donazioni delle imprese”

Il meccanismo di LastMinuteSottoCasa, dice Ardito, è “win win win” e solo a Torino permettete di salvare quasi tre tonnellate di cibo al mese. Il commerciante vende qualcosa in più e acquisisce nuovi clienti, il cliente ottiene prodotti freschi a prezzi scontati e il pianeta è più pulito. Il servizio è gratuito per i clienti mentre i negozianti dopo un periodo di prova gratuito possono ottenerlo per meno di un euro al giorno. LMSC non punta alle grandi catene di supermercati che già possono contare per la distribuzione dell’invenduto su enti come Caritas e Banco alimentare, ma proprio alle piccole botteghe alimentari di quartiere che in Italia sono circa 400 mila. Obiettivo quest’ultimo che potrebbe essere raggiunto grazie a ZeroImpactLab e alla collaborazione con Day Gruppo Up, multinazionale attiva nella distribuzione dei buoni pasto. L’incontro è avvenuto durante l’edizione milanese dell’esposizione universale:”Ad Expo abbiamo organizzato un hackathon rivolto agli studenti sul tema dell’agri-food – racconta Marc Buisson presidente di Day Gruppo Up-e in quell’occasione abbiamo conosciuto LMSC. La richiesta di ridurre gli sprechi alimentari arriva proprio dalle nostre aziende clienti e abbiamo trovato in questa applicazione una risposta alle loro esigenze. Ora il nostro compito è quello di diffonderla tra le nostre 16.000 imprese affiliate sparse in Italia. Il passo successivo sarà quello di varcare i confini italiani ed europei”.

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