La storia

Una startup italiana aiuta il sindaco di Londra a mappare la città sconosciuta

Boris Johnson vuole valorizare il “molto di più” della città per far crescere il turismo. E PhotoSpotland lancia una campagna per la classificazione fotografica degli angoli nascosti della capitale. La società, nata in Sicilia, da febbraio ha trasferito il quartiere generale al TravelTechLab

Pubblicato il 02 Nov 2015

photospotland-151026182751

Mario Bucolo, Ceo di Photospoland (da sinistra), con l'ambasciatore italiano in Gran Bretagna Pasquale Terricciato e Andrew Cook, Coo of London& Partners

Chi non ha mai visto una foto del Big Ben o di Houses of Parliament con lo sfondo del Tamigi? E gli schemi luminosi di Piccadilly Circus o del London Bridge da tutte le angolazioni possibili? Sebbene siano le perle di Londra, c’è anche altro, molto di più. Il sindaco Boris Johnson ha deciso di puntare proprio su quel “molto di più” per rafforzare il posizionamento tra le principali mete turistiche al mondo e consentire a tutti di assaporare l’intero eco-sistema culturale londinese, promuovendo luoghi insoliti e gemme nascoste.

Con un action plan di due anni – visibile anche online grazie alla trasparenza tipica degli inglesi – la città punta a mettere in pratica una serie di iniziative di promozione per estendere il settore turistico che già vale 3,2 miliardi di sterline e 80 mila posti di lavoro (considerando soltanto quello culturale). Un aiuto al sindaco è stato offerto anche dal gruppo di italiani di PhotoSpotLand, startup inglese ma fondata e costituita per la gran parte da connazionali, che ha lanciato una campagna per foto-mappare la città, utilizzando il punto di vista dei fotografi del suo circuito. Fondata nel 2014 da Mario Bucolo, attuale ceo, è una community virtuale per travel photographers, professionisti o amanti della fotografia, che girando per il mondo vogliono immortalare i posti più belli, gli eventi più interessanti, le persone più intriganti, e condividere tutto con chi ha le stesse passioni. Ha sedi anche a Catania e Lesmo (Monza-Brianza), dove si trova parte del team di produzione. Il quartier generale, dallo scorso febbraio, è presso il TravelTech Lab di Londra, l’incubatore e co-working londinese a pochi passi dal City Hall, con una magnifica vista sul Tamigi, realizzato in collaborazione con la London & Partner, l’agenzia di sviluppo economico e turistico voluta dal sindaco di Londra.

Con “Scoprire Londra come un londinese”, PhotoSpotLand si rivolge sia ai londinesi sia ai turisti appassionati di fotografia e viaggi che vogliono contribuire a realizzare una mappatura fotografica della città, privilegiando gli “angoli nascosti” che meritano di essere conosciuti in tutto il mondo. La campagna durerà tre mesi, fino al 10 gennaio, e prevede anche l’assegnazione di alcuni premi messi a disposizione dagli sponsor, da una macchina fotografica Canon a un viaggio per Catania e persino un bonus di 15 sterline per una corsa con Uber.

All’evento di lancio ha partecipato anche l’Ambasciatore italiano nel Regno Unito, Pasquale Terracciano, che ha sottolineato come PhotoSpotLand sia “un interessante e nuovo modello di imprenditorialità italiana molto dinamica e dal respiro internazionale che ha creato opportunità di crescita economica e nuovi posti di lavoro, sia nella capitale britannica sia in Italia”.

Per Bucolo è stato come realizzare un sogno perché “in 30 anni di esperienza nel settore del turismo e della cultura” ha sempre desiderato “creare uno strumento che permetta alle persone di mostrare al resto del mondo i punti più belli delle proprie città”. Ogni Paese ha dei tesori nascosti che soltanto gli autoctoni conoscono e che sarebbe bello condividerli con il resto del mondo. “Abbiamo scoperto – continua Bucolo – che ad esempio a Southbank c’è una statua di un uomo che chiama un taxi”. La foto-mappatura è anche uno strumento di marketing che permetterà all’amministrazione della città di realizzare strategie mirate per distribuire meglio i turisti tra le varie attrazioni e luoghi di interesse. “Nel secondo trimestre di quest’anno – spiega Bucolo – si è assistito a un calo dell’affluenza per le piccole attrazioni, pari al 28 per cento ad aprile, al 13 per cento a maggio e al 6 per cento a giugno, rispetto ai risultati del 2014”. Promuovere altre aree di interesse, oltre ai principali siti storici e ai musei più conosciuti, può contribuire ad attrarre turisti con altre passioni e incoraggiarli a prolungare la loro permanenza e a visitare altre città del Regno Unito.

In futuro PhotoSpotLand spera di poter replicare l’iniziativa anche in altre città, come New York, San Pietroburgo e in Paesi come Malta.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2