Tre miliardi di dollari. È quanto investirà il colosso finanziario francese Bnp Paribas in tecnologie digitali nei prossimi tre anni. Ad annunciarlo è stato il CEO Jean-Laurent Bonnafé, durante la presentazione dei dati di chiusura di esercizio 2016. Il piano strategico di investimenti 2017-2020, infatti, prevederà uno stanziamento consistente di risorse a favore di iniziative digitali, con l’obiettivo di trasformare il business della banca. «Sempre più clienti vogliono effettuare operazioni online invece che di persona – ha spiegato al Financial Times Bonnafé – dobbiamo essere pronti».
Una scelta non priva di conseguenze. Perché l’incremento degli investimenti nel comparto digitale da parte di Bnp Paribas, comporterà la chiusura di numerose filiali in tutto il mondo. Mossa inevitabile per abbattere i costi in tempi di tassi di interesse piuttosto bassi. E, d’altra parte, il colosso francese ha già tagliato circa il 10% delle sue filiali nazionali, dal 2012 al 2016, con una diminuzione del 2% sul totale dei 30mila dipendenti. «Siamo all’interno di un sistema che non è in grado di creare lavoro – spiega Bonnafé al Financial Times – e sta vivendo una profonda trasformazione. Le professioni stanno cambiando sia nel settore del retail banking che in quello dell’investment banking. La grande sfida per noi è lavorare insieme a persone che sappiano gestire la portata di tale trasformazione”. Tradotto in soldoni? Da un lato ricerca di personale con competenze differenti rispetto a quelle tradizionali (tra i profili più richiesti ci sarà il data scientist); dall’altro formazione professionale mirata per il personale aziendale.
La disruption portata nel settore finanziario dal digitale non è però l’unica preoccupazione per i vertici di Bnp Paribas. A non far dormire sonni tranquilli ai manager francesi, ci sono anche le minacce di instabilità politica che si profilano all’orizzonte. «Penso che i maggiori rischi – continua Bonnafé – non arriveranno dall’economia, bensì dalla politica». Perché il 2017 sarà l’anno in cui andranno alle urne sia l’Olanda che la Francia, e il rischio di un trionfo dei partiti populisti è tutt’altro che remota. Lo spettro di un esito simile a quello del referendum sulla Brexit, o delle elezioni americane – con la vittoria di Donald Trump –, potrebbe portare a scenari politici imprevedibili. Con ricadute significative su tutta l’economia europea.
In altre parole, l’instabilità politica potrebbe mettere a repentaglio le strategie di crescita del colosso francese, che punta a conquistare quote di mercato significative: «Eravamo tra le prime 10 banche d’Europa fino a qualche tempo fa – aggiunge Bonnafé – ora siamo tra le prime cinque. In futuro puntiamo a posizionarci tra le prime tre». E i numeri per tentare la scalata di certo non mancano. Tornando ai dati del 2016, Bnp Paribas ha chiuso il quarto trimestre con utile netto raddoppiato, passato da 665 milioni di euro a 1,44 miliardi, anche se inferiore agli 1,57 miliardi pronosticati dagli analisti. I ricavi invece sono cresciuti dell’8%, a 2,82 miliardi. Buone notizie anche sui dividendi saliti a 2,70 euro per azione rispetto ai 2,31 pagati nel 2015.